Tanti e sinceri auguri di buon compleanno, Plutone. Bello festeggiare i 90 anni. Ancora più divertente è verificare che le mille polemiche che ti riguardano non si sono ancora sopite, anzi. La tua storia è la funzione inversa di quella del brutto anatroccolo. Dall’essere il nono dei pianeti del sistema solare a ritrovarsi degradato a insignificante pianeta nano.
Accadde il 18 febbraio 1930. Clyde Tombaugh, giovane – solo 23 anni – astronomo dilettante americano, completa così la ricerca avviata nel 1906 dal milionario di Boston Percival Lowell, astronomo dilettante anch’egli, convinto che lo strano comportamento dell’orbita di Urano fosse da imputare a un nono pianeta, da lui chiamato Pianeta X (X come sconosciuto, non come dieci romano…).
Il nome Plutone, Pluto in inglese, venne suggerito da Venetia Burney, una studentessa di 11 anni di una scuola madia di Oxford (di giovani Greta che cambiano la storia è pieno il mondo). Venne anche remunerata: 500 euro di oggi, circa. A titolo di cronaca, un paio di mesi più tardi, venne alla luce un cane molto speciale. Memore della scoperta, l’autore lo battezzò Pluto…
Plutone significa “il ricco”, soprannome di Ade, dio degli inferi. Fratello di Zeus, di Poseidone, di Estia, Demetra ed Era. Figli di Crono e di Rea. Dopo avere sconfitto i titani, Zeus divenne il capo dell’Olimpo e si prese il cielo, Poseidone il mare e Ade il mondo sotterraneo, gli inferi. A parte la religione dell’antica Grecia, il fatto che le prime due lettere di Plutone siano le iniziali di Percival Lowell di certo favorì la scelta…
Plutone è proprio strano rispetto agli altri otto pianeti del sistema solare. Piccolo: solo 2370 chilometri di diametro, 1155 meno della nostra Luna. Ha un’orbita molto ellittica e assai inclinata rispetto all’eclittica, ovvero il piano determinato dalle orbite degli altri pianeti del nostro sistema. Un anno di Plutone, ovvero il tempo necessario per completare un’orbita interno al Sole, equivale a 248 anni terrestri. Si tratta di un grosso sasso del diametro di 1760 km che costituisce il 60 per cento della massa del corpo celeste, avvolto da uno strato di ghiaccio di metano spesso 260 km. Il tutto coperto da una crosta di azoto, metano e monossido di carbonio, sempre allo stato solido, leggi ghiaccio, alto 85 km.
Temperatura superficiale fra i 35 e i 48 gradi Kelvin, ovvero fra i -228 e i -238 gradi centigradi. Possiede cinque satelliti: Caronte, Notte, Idra, Cerbero e Stige. A dire il vero Caronte non gli gira intorno. I due danzano per l’eternità, o quasi, intorno al loro centro di gravità. Gran bello spettacolo.
Aveva le carte in regola per essere considerato un signor pianeta, il nono della lista. Invece no. I problemi per Plutone iniziano nel 2003, quando viene scoperto Eris con la sua luna Dysnomia. Leggermente più piccolo come diametro, ha però una massa superiore del 27% di quella di Plutone. Ci si chiese se dovesse essere considerato il decimo pianeta. Nel 2004 è il turno di Haumea e le sue lune Namala e Hi’iaka. Un anno dopo viene scoperto Makemake, con un diametro pari ai tre quarti di Plutone. Che fare? Considerarli alla stregua di Plutone e aggiungerli alla lista dei pianeti? Tredici pianeti?
L’Unione astronomica internazionale nel 2006 decide di rivedere la definizione di “pianeta”. Viene stabilito che un pianeta solare è tale se ruota intorno al Sole, se è sferico (altrimenti sono asteroidi) e se ripulisce la regione della sua orbita dai detriti. Vicino a Plutone di corpi celesti ce ne sono più di 100mila di diametro superiore ai 100 chilometri e costituiscono la regione denominata cintura di Kuiper. Plutone non ha ripulito la sua orbita. Quindi non è un pianeta e con lui gli altri quattro. Si ritrovano declassati alla nuova categoria di pianeti nani. Triste finale, ma la narrazione non è conclusa.
Festeggiamo il 90esimo compleanno per ribadire che non tutti sono d’accordo con la decisione assunta da solo 424 membri sui 9000 che fanno parte dell’Unione astronomica internazionale. Infatti, nel novembre 2019, Jim Bridenstine, numero uno della Nasa, forte delle splendide immagini raccolte a distanza ravvicinata dalla sonda New Horizon nel 2015 dopo un viaggio durato nove anni, ha affermato che Plutone è molto più complesso di quanto ci si aspettasse: probabilmente ha un oceano sotto la crosta, ci sono composti organici (potenziali precursori di forme di vita) sulla superficie, possiede un’atmosfera stratificata, un clima e delle stagioni. Tutti elementi che consentono di ribadire che Plutone è il nono della lista.
C’è chi dice che tanta insistenza sia dovuta al forte interesse degli Usa a confermare che Plutone sia un pianeta perché è l’unico a essere stato scoperto da un americano. A parte le teorie complottiste, sempre facili e di moda, di certo è opinione condivisa anche da tutti quelli che, come me, hanno imparato sui banchi di scuola che i pianeti sono nove e Plutone è uno di loro. Chiamatela, se volete, emozione. Buon compleanno Plutone.