L’esigenza di intervenire immediatamente senza attendere il vaglio del Gip sarebbe stata dettata dall'imminente consegna degli appartamenti, praticamente quasi ultimati, alle famiglie acquirenti. Consegna che si sarebbe perfezionata nei prossimi giorni con una cerimonia pubblica alla presenza dei vertici dell’amministrazione comunale
Il sequestro preventivo d’urgenza è scattato stamattina, 18 febbraio, su iniziativa della Procura di Torre Annunziata: gli agenti di polizia giudiziaria hanno messo i sigilli ai 53 appartamenti e ai 67 box pertinenziali realizzati a Sant’Agnello, in costiera sorrentina, con un intervento di housing sociale raccontato da un’inchiesta giornalistica messa in rete il 13 gennaio su Ilfattoquotidiano.it. Quattro gli indagati tra cui il deus ex machina dell’operazione, l’ingegnere Antonio Elefante, e i rappresentanti legali della New Electra, azienda edilizia di Piano di Sorrento.
Secondo il comunicato stampa diffuso dal procuratore reggente, Pierpaolo Filippelli, il sequestro è stato disposto perché l’intero complesso residenziale era stato realizzato “sulla base di un Pua, di un’autorizzazione paesaggistica e di un permesso a costruire totalmente illegittimi e contrastanti con le norme di legge e gli strumenti di pianificazione”.
L’esigenza di intervenire immediatamente senza attendere il vaglio del Gip sarebbe stata dettata dall’imminente consegna degli appartamenti, praticamente quasi ultimati, alle famiglie acquirenti. Consegna che si sarebbe perfezionata nei prossimi giorni con una cerimonia pubblica alla presenza dei vertici dell’amministrazione comunale. La procura ha ritenuto sussistente “la concreta e attuale necessità di impedire che i lavori attualmente in corso in esecuzione fossero portarti a compimento con notevole aggravio del carico urbanistico, considerata la natura e l’entità dell’imponente intervento edilizio”, si legge nella nota.
Il sequestro, che ora attende la convalida del Gip, arriva al culmine di un’inchiesta dei pm Rosa Annunziata e Andreana Ambrosino. Inchiesta nata in seguito ad alcuni dettagliati esposti dal Wwf e Italia Nostra, citati nel comunicato stampa della Procura. Le tesi delle associazioni ambientaliste, secondo cui licenze e permessi erano fondati su errate interpretazioni delle leggi urbanistiche e sullo stravolgimento del significato di un parere del consulente legale del Comune di Sant’Agnello, sono state infatti accolte integralmente dagli inquirenti.