La ministra ha annunciato il piano del governo nel corso della sua trasferta ad Ancona, dove ha presieduto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in Prefettura. La misura anche in presenza di lieve quantità di droga
Arresto immediato con custodia in carcere per gli spacciatori recidivi anche se hanno un piccolo quantitativo di droga. È la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ad annunciare la stretta in tema di lotta alla droga, nel corso della sua trasferta ad Ancona, dove ha presieduto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in Prefettura. La titolare del Viminale ha specificato di aver “predisposto una norma per superare l’attuale disposizione dell’art. 73 comma cinque che non prevede l’arresto immediato per i casi di spaccio di droga” perché è frustrante anche per le forze di polizia ritrovare una persona fermata poche ore prima tornare il giorno successivo a vendere la propria merce nello stesso posto in cui è stata sorpresa. La norma riguarda gli spacciatori recidivi ovvero condannati con sentenza definitiva.
“Abbiamo fatto un tavolo di lavoro con il Ministero della Giustizia – ha spiegato – e abbiamo trovato una soluzione che convince sia noi che la Giustizia, dando la possibilità di arrestare immediatamente con la custodia in carcere coloro che si macchiano di questo reato. È stato rilevato il fatto che arrestare, senza custodia in carcere, e il giorno dopo vedere nello stesso angolo di strada lo spacciatore preso il giorno prima, incide anche sulla demotivazione del personale di polizia che tanto si impegna su questo versante e vede la propria attività essere posta nel nulla quando il giorno dopo li ritroviamo nello stesso posto”.
Il fenomeno è ben noto ed è da tempo fonte di frustrazione per le forze dell’ordine: pusher seriali trovati a vendere droga dagli agenti vengono portati in caserma, ma il giorno dopo sono di nuovo in strada. La scappatoia è fornita dai commi 5 e 5 bis dell’articolo 73 del testo unico sulle droghe del 1990 che prevede per i reati di spaccio “di lieve entità” la possibilità di accedere alla sospensione condizionale della pena (reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa da euro 1.032 a euro 10.329) ed al lavoro di pubblica utilità invece di scontare la pena detentiva. L’opzione che si sta mettendo a fuoco è quella di alzare la pena minima per i recidivi in modo che non possano sfuggire all’arresto.
Soddisfazione per la novità in cantiere è stata espressa dall’Associazione nazionale funzionari polizia. “Le attività di spaccio al minuto – dice il portavoce Girolamo Lacquaniti – sono ormai caratterizzate da venditori di morte che, approfittando dell’attuale normativa, sono in possesso di quantitativi ridotti proprio per evitare il carcere. Da sempre – prosegue – insistiamo sulla necessità di avere un sistema che garantisca l’effettività della sanzione e nel caso specifico dello spaccio questa necessità si è oggi trasformata in una urgenza assoluta. L’impegno ed il lavoro svolto quotidianamente dagli appartenenti alle forze di polizia nelle piazze dello spaccio di tutti i centri urbani è infatti oggi mortificato dalla impossibilità, di fatto, di applicare misure limitative della libertà personale nei confronti di soggetti sorpresi in flagranza di reato di cessione di stupefacenti e regolarmente rilasciati dopo meno di 48 ore. Ci auguriamo quindi – conclude Lacquaniti – che quanto dichiarato oggi dal ministro Lamorgese possa trovare piena attuazione in tempi brevi“.