Volevo nascondermi e Favolacce si contenderanno un premio con i film di autori del calibro di Tsai Ming Liang, Philippe Garrel, Kelly Reichardt, Rithy Pahn, Sally Potter, Christian Petzold e Abel Ferrara
Non c’è solo il talento di Elio Germano ad accomunare i due titoli italiani concorrenti al 70° Festival di Berlino, di scena dal 20 febbraio all’1 marzo. Almeno sulla carta, Volevo nascondermi del bolognese Giorgio Diritti e Favolacce dei romanissimi fratelli D’Innocenzo sembrano dialogare sulla base dei valori imprescindibili dell’esistenza, quelli fondativi e dal sapore arcaico.
Svizzera esattamente come la lingua parlata da Toni Laccabue, divenuto poi Ligabue, prima che si mescolasse con l’emiliano dolce di Reggio: una parabola esistenziale quella raccontata dall’inedito connubio Diritti/Germano che, per premesse e promesse, supera la biografia del leggendario artista morto nel 1965 per innalzarsi all’esemplarietà di ogni dropout, di ieri, oggi e probabilmente di domani. La differenza dall’uomo comune è che l’Artista reietto ancorché desideroso d’amore, dal suo nascondiglio, sapeva guardare il mondo con occhi diversi.
Con Volevo nascondermi (che uscirà in Italia già il 27 febbraio per 01 Distribution) e Favolacce (previsto invece in primavera per Vision Distribution) si contenderanno l’Orso d’oro film di autori del calibro di Tsai Ming Liang, Philippe Garrel, Kelly Reichardt, Rithy Pahn, Sally Potter, Christian Petzold e Abel Ferrara. E, fra gli oltre 400 film in programma sparsi nelle numerose sezioni, non mancheranno sorprese, tappeti rossi da urlo (la star più attesa è Johnny Depp in arrivo già i primi giorni) e tanti italiani in un’edizione tricolore da record: oltre al giurato Luca Marinelli e agli “ospiti d’onore” in Berlinale Special Gala Matteo Garrone e Roberto Benigni con il loro Pinocchio, si avrà modo di scoprire una manciata di nuovi cineasti il cui futuro è tutto da scrivere.