“È come se fosse morto ieri purtroppo“. Con queste parole Rosaria Costa, la vedova dell’agente Vito Schifani, ucciso nella strage di Capaci, commenta l’arresto di suo fratello Giuseppe, finito in manette in un’inchiesta su un clan di Palermo. “Sono devastata“, afferma la donna a Repubblica.it che ai funerali del marito pronunciò la frase divenuta simbolo della ribellione alla mafia: “Io vi perdono, ma voi dovete mettervi in ginocchio”.
“Mi hanno voluto colpire al cuore per quelle parole che ho detto. La mafia non mi fermerà, continuerò il mio impegno”, dice oggi. Parlando con il Corriere della Sera, che definisce il fratello “un cretino” con il quale ha “rapporti rarissimi, saranno passati due anni” dall’ultima volta. “Se le accuse saranno provate, dovranno buttare le chiavi della cella – aggiunge – La legge è uguale per tutti. Mi dissocio da tutti, da mio fratello e da questi mafiosi che avvelenano il mondo. Mi telefonano tanti adesso, dicendo che mi sono vicini. Ma non sono vicina io a quest’uomo che il destino mi ha assegnato come una croce, adesso sono pronta a ripudiarlo”.
Anche il figlio di Rosaria Costa, Emauele Schifani, commenta l’arresto dello zio: “Con lui non c’erano rapporti. Da tempo. Zero rapporti”. Emanuele Schifani, figlio di Vito, l’agente di scorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci, commenta l’arresto dello zio Giuseppe Costa, ufficialmente imbianchino disoccupato di 58 anni, arrestato insieme ad altre 7 persone martedì dalla Dia di Palermo. Secondo il giudice per le indagini preliminari avrebbe “Fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria“. Il giovane Schifani, capitano della Guardia di Finanza, parla all’Adnkronos: ”Purtroppo, chi rimane lì, o muore o diventa come loro…”. E aggiunge: “Per combattere bisogna allontanarsi, riorganizzarsi e tornare più forti”.
All’epoca dell’omicidio del padre il figlio Emanuele aveva appena pochi mesi. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni tra il boss Francesco Bonanno e un suo fidato, Giuseppe Costa “si è comportato bene, ha preso le distanze da sua sorella”. Un gesto che sarebbe stato apprezzato da Cosa Nostra. Secondo il giudice per le indagini preliminari che ha firmato la misura cautelare Costa, ufficialmente imbianchino disoccupato di 58 anni, avrebbe “fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria, mantenendo rapporti con esponenti mafiosi di altre famiglie (…) nell’interesse primario dell’organizzazione mafiosa”. Avrebbe anche “organizzato e coordinato attività estorsive, nonché atti ritorsivi nei confronti di imprenditori e commercianti della zona”. Non solo, avrebbe anche “provveduto al mantenimento degli affiliati detenuti e alla corresponsione pro quota dei proventi dell’associazione mafiosa”.