“Renzi? Lo vediamo impegnato in missioni all’estero a gettone. E’ incredibile, ma trova gente che lo paga addirittura in Pakistan, sulle vette del mondo, per dire le stesse fesserie che prima diceva gratis”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso della trasmissione Dimartedì, su La7.
E aggiunge: “Dobbiamo cominciare a valutare Renzi come uomo d’affari anziché come uomo politico. Da quando fa il globe-trotter in giro per il mondo con le sue conferenze, ha moltiplicato i suoi guadagni in maniera esponenziale. Quindi, gli vanno fatti anche i complimenti come uomo d’affari. E’ vero che non è il primo ex premier che va in giro per il mondo a fare conferenze ben pagate. Ma c’è una differenza: quelli che lo fanno, come Blair, Aznar, Clinton, Schröder, hanno completamente abbandonato la politica– continua – Non hanno più la possibilità di influenzare la politica del loro Paese. Capitalizzano, cioè, i loro vecchi rapporti internazionali per fare soldi in proprio. Renzi, invece, è il capo di un partito, per quanto minuscolo, e ha un potere di interdizione spaventoso, perché in questo momento è in grado di tener in piedi o di far cadere il governo. Questo non si può accettare, se abbiamo a cuore il valore alto della politica e se abbiamo come nemico il conflitto di interessi”.
Travaglio chiosa: “Chi fa quelle cose non deve avere nemmeno un’unghia dentro il Parlamento. Se lo fa, condiziona la vita politica italiana e noi non sappiamo che genere di contraccambio ottenga, quando va in giro per il mondo a fare conferenze. Ha ragione Scalfari: l’unico posto dell’universo in cui Renzi conta ancora qualcosa è il Senato. Fino a quando mantiene quella pattuglia di senatori, che lui stesso si era nominato quando era segretario del partito e aveva fatto le liste della scorsa legislatura, ha potere di interdizione. La domanda è: quei senatori sono in Italia Viva per farsi mandare al macello da Renzi oppure perché lui gli aveva garantito che avrebbero completato la legislatura?”.