Il livello idrometrico del Po ha raggiunto la soglia d’allarme: è basso come in piena estate. Anomalie si vedono anche nei grandi laghi, che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 25% di quello di Como al 28% dell’Iseo. A lanciare l’allarme Coldiretti: il livello del fiume al Ponte della Becca, nel Pavese, è di -2,4 metri, lo stesso di metà agosto scorso. Tutta la penisola sta facendo i conti con un clima anomalo, un inverno con temperature superiori di 1,65 gradi rispetto alla media storica.
La situazione critica, causata dalla siccità e dalle alte temphttps://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/20/clima-allarme-si…utta-la-penisola/5712220/erature, ha spinto l’Autorità distrettuale del bacino del Po a convocare per il 6 marzo l’osservatorio sulle crisi idriche per fare il punto della situazione. Un ulteriore motivo di preoccupazione è che l’assenza di pioggia. Si prevedono solo precipitazioni di scarsa entità, perciò i livelli idrometrici potrebbero ulteriormente abbassarsi, fino al 20%. Il segretario generale dell’Autorità, Meuccio Berselli, ha dichiarato che “occorre velocemente provvedere alla realizzazione di un piano invasi che consenta di trattenere le acque quando stanno cadendo, per poi redistribuirle quando servono”. Il segretario ha ricordato inoltre che il fiume “non ha solo un valore paesaggistico ed ecologico, ma anche economico“.
Dal Po, ha spiegato Berselli, “preleviamo ogni anno 20 miliardi di metri cubi d’acqua per diversi scopi, agricoli e industriali”, mentre in tutto il bacino “si realizzano il 35% dell’agricoltura e il 55% della zootecnia nazionale”. Numeri che determinano la “grande attenzione” che c’è in questo momento. “Stagione, temperatura e previsioni del clima ci dicono che anche per i prossimi 15 giorni non pioverà in modo interessante”, mentre si va incontro al bisogno di acqua per scopi agricoli. All’osservatorio del 6 marzo, insieme all’Autorità di bacino, siederanno anche le regioni del distretto, le associazioni di bonifica, il comparto dell’idroelettrico, i derivatori dei grandi laghi alpini. In quell’occasione l’Autorità potrebbe dare indicazioni di risparmio idrico alle aziende idroelettriche o a quelle agricole.
La preoccupazione maggiore, secondo Borselli, in questo momento riguarda l’Appennino perché “quest’inverno non ha nevicato e non abbiamo il contributo dello scioglimento della neve. Si tratta di un’area – in particolare l’Emilia, con Piacenza, Parma, Reggio e Modena – in cui la situazione di scarsità idrica si potrebbe far risentire in modo importante”. La neve, spiega, garantiva una certa portata del fiume che quest’anno “sarà sicuramente inferiore agli anni passati”. Sono gli effetti visibili dei cambiamenti climatici, con “temperature alte che faranno tra l’altro sciogliere la neve più velocemente e dunque quando avremo bisogno di acqua, l’acqua non ci sarà”. Con queste temperature anche l’agricoltura anticipa il suo bisogno di essere irrigata: “La richiesta di acqua ci sarà già dal 15 marzo”. Situazione difficile, secondo la Coldiretti, anche nel centro sud “con l’allarme siccità in campagna che è scattato a partire dalla Puglia dove la disponibilità idrica è addirittura dimezzata negli invasi rispetto allo scorso anno”. Si registrano difficoltà anche in Umbria “con il 75% di pioggia in meno rispetto allo scorso anno caduta nel mese di gennaio e in Basilicata dove mancano all’appello circa 2/3 delle risorse idriche disponibili rispetto allo steso periodo del 2019″. Ma anche le isole sono colpite da siccità e alte temperature.