“Riforma sulla prescrizione? Secondo me, è una buona riforma. Nei suoi contenuti essenziali è stata invocata per tanto tempo anche da gran parte della magistratura. In Italia si erano create vere e proprie sacche di impunità, soprattutto per alcuni reati, come quelli dei ‘colletti bianchi’. E’ anche una buona riforma perché allinea il nostro sistema penale processuale a quello di altri Paesi europei“. Sono le parole del magistrato Nino Di Matteo, ospite de “L’Aria che tira”, su La7.
E precisa: “Altro problema, che pure è presente, è quello dell’eccessiva lunghezza dei processi. Ma credo che siano due questioni e due riforme, entrambe ovviamente essenziali, che possono camminare su due binari paralleli. Certamente, però, i tempi dei processi penali non si accorciano minacciando sanzioni nei confronti dei giudici che sforano i tempi, ma si abbreviano attraverso una seria depenalizzazione e la rivisitazione di alcuni meccanismi processuali nel codice penale, che non sono elementi di garanzia, bensì dei cavilli che rendono molto più lungo e complesso l’accertamento della verità”.
Il consigliere del Csm, infine, si pronuncia sul caso Consip, vicenda che risalirebbe al novembre 2015 e per la quale sono state richieste dal gip di Roma nuove indagini: “Ci sono dei fatti estremamente complessi che richiedono anni di indagine. Non si può considerare un processo per furto o rapina uguale a un processo sulla trattativa Stato-mafia o su Mafia capitale. Nel caso specifico della vicenda Consip, per me non solo sono assolutamente giuste queste indagini così lunghe, ma anche doverose, perché riguardano il controllo di legalità sull’esercizio del potere in Italia. E questo è il controllo di legalità più importante”.