Quanto vale Matteo Renzi, dunque? E soprattutto: quanto pesa Italia Viva? L’ultimo sondaggio è quello di Emg-Acqua per Agorà (Rai3) e dà al partito un valore del 5 per cento. Di certo non pare aiutarlo il (non) gradimento del suo leader da parte dell’opinione pubblica: ottiene solo il 13 per cento di fiducia: precede solo il capo reggente del M5s Vito Crimi che non può contare sulla stessa visibilità. Davanti a Renzi ci sono tutti gli altri: per Emg – in controtendenza con quasi tutti gli istituti – in testa ci sono i due leader del centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni (con un indice del 34 per cento), di poco davanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte (32). Segue il segretario del Pd Nicola Zingaretti – staccato di parecchio – e poi si va sotto alla quota del 20 per cento con Luigi Di Maio, il leader delle Sardine Mattia Santori, l’ex premier Silvio Berlusconi, l’ex ministro Carlo Calenda e il governatore della Liguria Giovanni Toti. Poi, Renzi.
Renzi peraltro ha torto anche per la maggioranza di chi risponde sul confronto diretto di questa settimana con Giuseppe Conte. Per il 39 per cento ha ragione il capo del governo, per il 16 il suo predecessore.
I valori attribuiti dall’istituto diretto da Fabrizio Masia al partito di Renzi sono tra i più alti tra quelli stimati dai vari sondaggisti. Secondo Ixè, per esempio, Italia Viva non supera il 3, secondo Demos&Pi è poco sotto al 4, secondo Index Research poco sopra al 4 così come Swg. Al 4 lo dà anche Demopolis.
Nel merito poi cosa pensano gli intervistati di Emg-Acqua sui temi su cui Italia Viva puntella la sua azione politica con cui sta scuotendo il governo quasi ogni giorno? E il governo deve andare avanti o cadere, come potrebbe accadere sempre a causa delle decisioni del partito renziano? Per il 47 per cento degli intervistati, per esempio, la riforma della giustizia e della prescrizione sono, sì, una priorità (proprio oggi gli esponenti di Iv hanno detto il governo si è fermato per troppo tempo sul tema, peraltro dopo averlo sollevato). Non è una priorità per il 30 per cento, mentre c’è una buona fetta (23) che preferisce di non rispondere. Va sottolineato che il “sì” può avere diverse coloriture: per esempio gli elettori di Lega e M5s – forze che hanno posizioni opposte sull’argomento – in maggioranza ritengono importante discuterne.
Quando Renzi dice di voler abolire il reddito di cittadinanza incontra il favore di una parte dell’opinione pubblica. Secondo Emg-Acqua è di questo parere il 47 per cento degli intervistati – una tendenza in linea con i dati di altri sondaggi degli ultimi mesi -, mentre per il 36 per cento va modificato. Vuole mantenerlo il 12 per cento. La statistica è tutta diversa, come era prevedibile, tra gli elettori del M5s.
Ad ogni modo per il 49 per cento il governo deve andare avanti, una convinzione quasi plebiscitaria per gli elettorati di Pd e Cinquestelle. Il 40 per cento tifa per la caduta dell’esecutivo.
Infine, le intenzioni di voto, che hanno pochissime variazioni rispetto alla scorsa settimana secondo i dati di Emg-Acqua. La Lega è prima, poco sopra al 30 per cento, con una tendenza in ripresa rispetto alla scorsa settimana. Stabile il Pd al 21,5 per cento. Il distacco largo resta tra prima e seconda forza, ma anche tra seconda e terza: il M5s che nonostante un leggero aumento, resta comunque poco sopra al 14. Conferma il trend positivo Fratelli d’Italia che sfiora il 12. Non sembra soffrire di questo andamento del partito della Meloni Forza Italia che conferma un dato intorno al 6. Dopo Italia Viva che è al 5 inizia la sfilza degli altri piccoli partiti, tutti sotto alle soglie di sbarramento vigenti e futuribili. La Sinistra è al 2,6, di poco avanti ad Azione di Calenda al 2,2. Poi ci sono +Europa all’1,9, Europa Verde all’1,7 e Cambiamo! di Toti poco sotto l’1.
Il primo partito resta quello che raccoglie astensione e indecisi: 40,8 per cento.
L’ultimo Su un tema un po’ fuori agenda Emg ha voluto chiedere l’opinione anche sui flussi migratori