Per l'ex militare è scattata anche l'interdizione dai pubblici uffici: dovrà pagare un risarcimento alla vittima, al Comune di Firenze. L'altro collega in servizio quella sera, l’ex appuntato Marco Camuffo, era già stato condannato a 4 anni e 8 mesi.
Il tribunale di Firenze ha condannato a 5 anni e 6 mesi l’ex carabiniere Pietro Costa, uno dei due militari accusati di violenza sessuale per aver abusato di due studentesse americane nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 dopo averle riaccompagnate a casa dalla discoteca con l’auto di servizio. Costa era imputato nel processo insieme al collega di servizio, l’ex appuntato Marco Camuffo, che era già stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione in rito abbreviato l’11 ottobre 2018.
Costa, presente in aula per tutta l’udienza, si è allontanato prima della lettura della sentenza. I giudici lo hanno condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento dei danni alle parti civili, stabilendo una provvisionale di 30mila euro a favore della vittima che lo accusa della violenza sessuale, di 10mila euro per il Comune di Firenze, 10mila per il ministero della Difesa e 10mila per il comando generale dell’Arma dei carabinieri.
Secondo quanto denunciarono le due studentesse – accuse che poi confermarono in un lunghissimo incidente probatorio, in modalità protetta – i due carabinieri, che le avevano incontrate in una discoteca accanto al piazzale Michelangelo, le accompagnarono a casa con l’auto di servizio e, arrivati in borgo Santi Apostoli, entrarono nel palazzo dove, approfittando dello stato di ubriachezza delle due giovani, ebbero un rapporto sessuale con loro. Camuffo e Costa, messi alle strette da elementi di prova quali il dna sulle tracce di sperma rinvenute sugli abiti delle ragazze, ammisero di aver avuto rapporti sessuali, ma hanno sempre affermato che le studentesse fossero consenzienti. Per l’accusa, i due avrebbero agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e avrebbero violato gli ordini impartiti dai superiori. Entrambe le ragazze salirono a bordo dell’auto in stato di ebbrezza alcolica: secondo il capo d’imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo “repentino e inaspettato”.
Il pubblico ministero Ornella Galeotti nella requisitoria aveva chiesto 5 anni e 6 mesi di reclusione per Costa. Il tribunale di Firenze inoltre aveva rigettato la richiesta di sospensione del processo a Pietro Costa: l’istanza era stata presentata questa mattina dai difensori dell’ex militare in vista del pronunciamento della Cassazione, atteso per l’8 aprile, sulla richiesta di ricusazione del giudice Marco Bouchard, presidente del collegio davanti a cui è in corso il processo. La richiesta di ricusazione riguarda in particolare l’incarico ricoperto in passato dal giudice Bouchard come presidente di Rete Dafne Italia, una onlus per l’assistenza alle vittime di reati, e i rapporti della stessa Rete Dafne col comune di Firenze, che nel processo, che si celebra a porte chiuse, è parte civile. Anche la studentessa americana si è costituita parte civile, insieme al ministero della Difesa e all’Arma dei carabinieri.