La Madonna è davvero apparsa a Medjugorje. Ad affermarlo, quasi all’unanimità, è la commissione d’inchiesta voluta da Benedetto XVI nel 2010 e presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Il lavoro è durato quattro anni ed è stato consegnato, nel 2014, nelle mani di Papa Francesco, nel frattempo subentrato a Ratzinger alla guida della Chiesa, e alla Congregazione per la dottrina della fede. Da allora nulla si è più saputo. Ora quella relazione è stata pubblicata integralmente nel libro Dossier Medjugorje (San Paolo) del giornalista Saverio Gaeta. Ed è leggendo quel testo che, per la prima volta, si è scoperto che la commissione Ruini ha ritenuto vere le prime sette apparizioni mariane avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981 ai sei veggenti. Bergoglio, però, si è sempre dichiarato molto scettico sostenendo che “la Madonna è madre non è un capo ufficio della posta per inviare messaggi tutti i giorni”.
Ciò che emerge dalla relazione è “una differenziazione molto netta, sebbene non percepita dai protagonisti delle presunte apparizioni, tra gli inizi del fenomeno e la sua storia successiva. Gli inizi hanno coinvolto infatti alcuni ragazzi e ragazze psichicamente sani e normali i quali, al di fuori da ogni loro attesa o preparazione, e senza che i francescani o altre persone avessero potuto influire su di loro, hanno sempre e concordemente testimoniato che la Madonna è loro apparsa, improvvisamente e ripetutamente in un luogo e in orari precisi, provocando inizialmente in loro sorpresa e timore, qualificandosi come ‘Regina della pace’ e affidando loro un messaggio di conversione e penitenza. Questa testimonianza è stata da loro mantenuta anche quando la polizia li ha arrestati e minacciati di morte. Successivamente, invece, si verificano ben presto interferenze con il ‘caso erzegovinese’ – contrasto secolare tra i vescovi di Mostar-Duvno e i francescani –, mentre la Madonna si rivolgerebbe separatamente ai singoli veggenti. Le apparizioni vengono attese e preannunciate, e sembrano diventare cosa normale e assai meno coinvolgente. Per queste ragioni la commissione ha valutato distintamente la soprannaturalità degli inizi del fenomeno e della sua storia successiva”.
Sull’autenticità delle prime sette apparizioni ben 10 membri e 3 esperti hanno votato positivamente contro solo 2 voti negativi. “Riguardo alla storia successiva sono stati valutati anzitutto gli effetti del fenomeno di Medjugorje, a prescindere dai comportamenti dei presunti veggenti; in concreto soprattutto le numerosissime conversioni e le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”. Qui la commissione Ruini hanno messo in evidenza maggiormente gli effetti positivi. “Si sono poi valutati gli aspetti del fenomeno legati prevalentemente al comportamento dei presunti veggenti e la credibilità attuale dei veggenti stessi”. Nella votazione la maggioranza ha affermato che “non è ancora possibile esprimere un giudizio”.
La commissione Ruini, inoltre, si è espressa quasi all’unanimità affinché fossero rimossi i divieti dei pellegrinaggi a Medjugorje. Posizione subito applicata da Papa Francesco. Divergenti, invece, i pareri di affidare il santuario a un’autorità direttamente dipendente dalla Santa Sede o al vescovo diocesano. Maggioritaria è stata l’ipotesi di erigere a santuario internazionale pontificio la chiesa parrocchiale di San Giacomo a Medjugorje. “La commissione ha affrontato inoltre il problema del comportamento da tenere con i presunti veggenti, suggerendo di curare anzitutto l’approfondimento della loro vita spirituale e del loro senso di appartenenza e ubbidienza alla Chiesa. Occorre inoltre far emergere più chiaramente la centralità del luogo di Medjugorje rispetto alle vicende ed esperienze attuali dei presunti veggenti”.
Inoltre, “riguardo alla cura dei pellegrini e dei devoti della Madonna di Medjugorje, la commissione ha considerato in primo luogo come questa cura debba avvenire a Medjugorje stessa, coltivando le caratteristiche genuine della spiritualità di quel luogo, incentrata sulla riscoperta, attraverso Maria, della fede in Cristo e dell’impegno a vivere con radicale coerenza il dono di Dio. La commissione ha dato inoltre specifici suggerimenti riguardanti il servizio dei francescani, la celebrazione dell’Eucaristia, l’amministrazione del sacramento della penitenza, la catechesi, la presenza a Medjugorje di ‘nuove comunità’, la gestione degli aspetti economici e finanziari. Per quanto riguarda infine la cura dei pellegrini e dei devoti nei loro luoghi di origine, la commissione raccomanda che vi sia in ogni circoscrizione ecclesiastica interessata un sacerdote incaricato dall’ordinario del luogo di seguire sia i gruppi di preghiera e devozione mariana che s’ispirano a Medjugorje sia i pellegrinaggi a Medjugorje stessa. Auspica inoltre un collegamento di tali sacerdoti con l’autorità ecclesiastica preposta a Medjugorje, d’intesa con gli ordinari dei luoghi”.
Ora che la relazione finale della commissione Ruini è stata svelata sarà interessante sapere il parere in merito della Congregazione per la dottrina della fede e soprattutto di Francesco. Se dopo aver sbloccato i pellegrinaggi nella Bosnia Erzegovina, Bergoglio farà un ulteriore passo in avanti, riconoscendo le prime sette apparizioni, oppure manterrà il suo forte scetticismo. Eppure su Medjugorje, soprattutto sulle presente rivelazioni mariane, il Papa è sempre stato molto chiaro e duro: “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più. È un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana”.