I sintomi sono quelli di un’influenza, e in effetti, i coronavirus sono una vasta famiglia che causa malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars). A seminare il panico è il Sars-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), che non era mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, in Cina, a dicembre 2019: è stato chiamato ‘Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2’, ed è considerato fratello di quello che ha provocato la Sars. Per aiutare i cittadini il Ministero della Salute ha online un portale dedicato e ha attivato un apposito numero gratuito da chiamare per dubbi o segnalazioni di casi sospetti 1500. Per tutte le emergenze resta valido il numero unico 112. Sui siti internet di Regione Lombardia e Regione Veneto – i due territori interessati al momento dall’epidemia – sono disponibili informazioni specifiche.

I SINTOMI – I più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e in alcuni casi la morte. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e problemi cardiaci. Si stima attualmente che il periodo di incubazione vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

LA TRASMISSIONE – I coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite la saliva, tossendo e starnutendo; contatti diretti personali; le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi; in casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale. Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.

PRECAUZIONI – I medici consigliano di evitare di recarsi nei Pronto Soccorso per non affollarli e non rischiare di contagiare o essere contagiati: bisogna piuttosto chiamare i numeri di emergenza, segnalare le proprie condizioni di salute e attendere le indicazioni degli operatori. Le raccomandazioni riguardano innanzitutto l’igiene personale: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol per eliminare il virus dalle mani; mantenere una certa distanza – almeno un metro – dalle altre persone, in particolare quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata. È bene evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie, se si è stati di recente in Cina o si è stati in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e/o affetta da malattia respiratoria. Se si manifestano febbre, tosse o difficoltà respiratorie, si è stati di recente in Cina o in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e affetta da malattia respiratoria bisogna segnalarlo al numero gratuito 1500, istituito dal Ministero della salute. Se i sintomi sono lievi e non si è stati nelle ultime settimane in Cina, meglio stare a casa fino alla risoluzione dei sintomi applicando le misure di igiene, che comprendono l’igiene delle mani e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani).

IL VADEMECUM DEL CNR – “L’Italia in queste ore sta assistendo alla comparsa di un focolaio di infezione da SARS-CoV2, che causa la sindrome respiratoria denominata Covid-19. Due sono i problemi che il sistema di sorveglianza in queste ore sta affrontando con estrema rapidità ed efficienza: identificare la fonte dell’infezione e limitare la diffusione del virus”, spiega in una nota Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche. “Per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che 51 casi su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso. Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione il rischio è superiore e i cittadini devono seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Al di fuori di queste, la situazione rimane come nelle scorse settimane. L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva”.

Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza. Il paziente deceduto rientrava quindi in una categoria a particolare rischio – prosegue Maga -. Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa. Ricordiamo che al momento parliamo di un gruppo (cluster) di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati attivamente. Inghilterra, Germania, Francia hanno avuto episodi simili senza conseguenze. Non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, ribadiamo, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate”.

I CONSIGLI DEI MEDICI – Un appello alla prudenza e al buon senso dai medici di famiglia ai cittadini italiani alle prese con l’emergenza coronavirus. Il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti e il presidente Simg Claudio Cricelli si rivolgono ai cittadini/pazienti. “In caso di sintomi influenzali, anche di una febbre non troppo alta ma persistente, è bene che non ci si muova verso lo studio del medico di famiglia né verso l’ospedale se non dopo un contatto telefonico con i numeri di pubblica utilità creati a livello nazionale e regionale sulla infezione da coronavirus”, affermano in una nota. “In presenza di sintomi di affezioni respiratorie è bene restare a casa e chiamare il medico di famiglia, sarà lui a dirci come comportarci in assoluta sicurezza – concludono – e a gestire il caso con le indicazioni migliori”.

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