“Ero in piedi davanti alla porta, aspettavo che si aprisse per scendere ma continuava a restare bloccata. Ho chiesto a un addetto del personale di Trenitalia come mai non si potesse scendere nonostante il treno fosse fermo in stazione ma neanche il tempo di porre il problema e si sono sentite delle urla: ‘Chiudete tutte le porte, bloccatele subito’. Poi abbiamo visto salire a bordo diversi agenti della polizia con la mascherina. Hanno iniziato a chiedere le generalità a tutti i presenti. Ho pensato a una rapina, a un attacco terroristico, a un malvivente. L’ultimo pensiero che potesse esserci l’allarme coronavirus“. Così Gianpiero Pisanello, giornalista e autore televisivo, racconta a Ilfattoquotidiano.it gli attimi di paura vissuti la sera del 21 febbraio a bordo del treno Frecciargento partito da Roma e bloccato al suo arrivo in stazione a Lecce perché era stata segnalata la presenza a bordo di un passeggero rientrato da poco dalla Cina.

“Erano le 21, eravamo arrivati in stazione a Lecce. All’inizio nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo, poi hanno iniziato a distribuire le mascherine al personale ma non le avevano per tutti. Hanno detto che a bordo poteva esserci un caso di coronavirus. Anche quelli di Trenitalia erano spiazzati. Sul treno c’erano famiglie con bambini e tanti pendolari che come me lavorano nella Capitale e tornano a casa per il weekend. Ci hanno tenuti bloccati per un paio d’ore, tutti in fila, un tempo che a me, che soffro di claustrofobia, è sembrato interminabile”. Era stata una passeggera di quello stesso treno a segnalare con una chiamata al 112 la presenza sul convoglio un uomo salito a Bari che aveva riferito di essere di ritorno dalla Cina.

La gente era stanca e preoccupata, all’inizio eravamo tutti in ansia, poi man mano che arrivavano notizie più precisi ci siamo tranquillizzati – prosegue Gianpiero Pisanello -. L’altoparlante ha annunciato che erano stati effettuati i controlli dell’Asl sul passeggero sospetto e che si attendeva il via libera del Prefetto per poter scendere. Il personale di bordo è stato davvero eccezionale, ci ha rassicurati che tutti i controlli stavano avvenendo a scopo precauzionale, evitando che scoppiasse il panico”. Gli agenti saliti a bordo hanno subito identificato il viaggiatore che è stato subito visitato da personale della Asl ed è risultato sano. Il giovane ha spiegato agli inquirenti di essere stato già sottoposto a controlli sia in Cina che al suo rientro in Italia e di esser sempre risultato negativo ai test sul coronavirus.

“Poco prima delle 23 ci hanno fatti finalmente scendere, fuori dalla stazione c’erano dei posti di blocco ma finalmente l’incubo era finito”. L’Asl di Lecce ha disposto comunque che venga monitorato per 15 giorni, insieme a tutti gli altri passeggeri della carrozza su cui viaggiava. “Prendo quel treno molto spesso e di solito viaggio sempre nella carrozza 9, proprio quella dove ieri sera viaggiava l’uomo appena rientrato dalla Cina. Solo per un caso del destino questa volta, quando ho comprato i biglietti, ho cambiato carrozza scegliendo la 5”.

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