Un treno proveniente da Venezia è stato bloccato alla frontiera: 300 persone ferme in stazione. Vienne decide la chiusura del collegamento ferroviario. La Romania ha disposto misure per chi arriva dalle due Regioni del Nord. In Francia Le Pen chiede posti di blocco alle frontiere, il sindaco di Mentone vuole controlli sanitari a Ventimiglia
La diffusione del coronavirus nelle regioni del Nord ha fatto balzare l’Italia al terzo posto per numero di contagi in tutto il mondo: a parte la Cina, resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il Giappone (fermo a 135, secondo i dati della Johns Hopkins University). Il caso Italia allarma ora tutta Europa e in particolare i Paesi vicini, come Francia e Austria. Un treno proveniente da Venezia è stato bloccato alla frontiera del Brennero dalle autorità austriache per due casi sospetti di coronavirus a bordo. Vienna ha deciso di chiudere il collegamento ferroviario con l’Italia attraverso il Brennero. Dopo due ore la linea è stata ripristinata. In Francia a chiedere controlli alle frontiere sono la leader dell’ultradestra Marine Le Pen e il sindaco di Mentone. In serata è stata la Romania ad annunciare le prime misure di contenimento in Europa disponendo la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto o che siano state nelle due regioni italiane negli ultimi 14 giorni. Il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano ha sospeso invece gli appuntamenti e i servizi visti fino al 2 marzo.
L’Eurocity bloccato al Brennero era partito da Venezia ed era diretto a Monaco di Baviera. Secondo quanto scrivono i media locali, le Ferrovie dello Stato hanno informato l’Öbb che sul treno c’erano due persone con la febbre. Si tratta di due donne tedesche che sono state fatte scendere a Verona, dove sono già state sottoposte alle prime analisi. Al momento sembra escluso che possano aver contratto il coronavirus, ma l’Austria ha deciso comunque di non fare entrare l’Eurocity e bloccarlo alla frontiera. Circa 300 le persone ferme in stazione.
In Romania è stata disposta la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto o che siano stati nelle due regioni italiane negli ultimi 14 giorni. Lo annuncia il ministero della Sanità in una nota, come riporta l’agenzia romena Agerpres. Una donna romena è stata ricoverata in ospedale a Buzao, perché proveniente dalla zona in Lombardia focolaio del coronavirus. Le effettueranno le analisi nella mattinata di domani. I passeggeri all’aeroporto di Bucarest saranno sottoposti ad un questionario e assistiti da personale medico. Il direttore dell’istituto di malattie infettive Adrian Streinu Cercel ha spiegato che chi arriva con un volo civile affronterà la quarantena in casa.
Dopo gli oltre 150 contagi ed i 3 morti registrati in appena 2 giorni, l’Italia è diventata insomma uno dei principali fronti nella lotta al coronavirus fuori dalla Cina. L’emergenza italiana trova ampio spazio nei media stranieri, che in molti casi vi dedicano l’apertura di siti e giornali. Oltre confine il livello di attenzione si è inevitabilmente alzato. A partire dalla Svizzera, dove circa 68mila italiani vanno a lavorare ogni giorno. “In base alla situazione attuale non vi sono limitazioni all’ingresso“, ha spiegato l’ufficio federale della Sanità Pubblica, che allo stesso tempo dichiara di “monitorare attentamente la situazione in Italia”. Ed anche se finora non si registrano contagi, le autorità elvetiche considerano la possibilità di una diffusione anche all’interno della confederazione.
“Prima o poi bisognerà controllare le frontiere“, anche con l’Italia “se l’epidemia diventa fuori controllo“, è invece la richiesta di Marine Le Pen al governo di Parigi. In Francia i casi accertati sono 12 (e 10 sono guariti), ma il ministro della Sanità Oliver Veran ha ammesso che la situazione “è seria e se l’epidemia raggiunge l’Europa” bisogna essere “pienamente operativi”. Per questo motivo quello che succede in Italia è oggetto di “attenzione”. Anche il sindaco di Mentone, Jean-Claude Guibal, chiede l’istituzione di un piano sanitario di emergenza, una mobilitazione di ospedali e sanitari e “il rafforzamento dei controlli sanitari alla frontiera oltre ai controlli di identità”.
Un’altra stretta verso l’Italia, invece, è già stata adottata da Israele. Le autorità hanno disposto che chiunque sia stato nel nostro Paese, in Australia, in Cina e altri asiatici colpiti dal coronavirus nelle ultime due settimane ed ha avuto febbre sopra i 38 gradi, tosse, difficoltà respiratorie o sintomi analoghi dovrà sottoporsi a controlli al rientro. Da Bruxelles l’Ue segue l’evolversi della situazione ed ha promesso ogni possibile sostegno. Nel frattempo i commissari per la gestione delle crisi e per la salute, Janez Lenarcic e Stella Kyriakides, lavorano alle misure, anche finanziarie, di contrasto dell’epidemia.