Quarantena, giorno 3. Oggi è lunedì e c’è un bellissimo sole. Sarebbe dovuto essere il primo giorno delle vacanze di Carnevale per gli studenti. Restiamo tutti a casa, ma per altri motivi.
Si esce in giardino, si gioca a palla, passa qualcuno in bicicletta o col cane, con mascherina o senza. Quattro chiacchiere sulla situazione con il vicino alla finestra.
Forse non siamo ancora abbastanza lucidi per dare un senso a tutta la vicenda, forse è ancora troppo presto. Però trovo che tra conterranei della zona rossa ci sia, oltre alla voglia di sdrammatizzare (a partire dall’ironica lettera indirizzata al Coronavirus), anche quella di vedere le cose per come stanno, senza inutili psicosi.
Non sono un medico o un virologo. Ma se si tratta di un’influenza, che rispetto alla solita stagionale si trasmette più velocemente, dobbiamo capire che le persone più a rischio sono gli anziani e chi ha serie patologie pregresse.
Purtroppo il vaccino per il Coronavirus ancora non c’è. Dobbiamo prendere tutte le precauzioni affinché non circoli troppo velocemente, in modo che ci sia il minor numero possibile di contagiati, soprattutto tra le persone più deboli. Per questo ci hanno blindati.
Io lo accetto, perché mio papà ha già dei gravi problemi di salute e sono preoccupata per lui.
Mi sembra che a questo punto da un lato c’è chi è arrabbiato, perché ritiene queste misure assurde; e chi invece è terrorizzato dalla diffusione di questo virus.
Senza dubbio siamo stati noi, della Bassa Lodigiana, i primi a pagare le conseguenze con questa quarantena e all’inizio ci è sembrato di essere i soli. Ora si stanno chiudendo luoghi pubblici e annullando manifestazioni anche in altre zone, in altre regioni. La sensazione è che l’ansia si stia spostando oltre i confini della zona rossa. E forse, qui, inizia a circolare un po’ più di razionalità.
Uno dei compagni di squadra del “paziente 1” contagiati, ha rassicurato sulle sue condizioni: è risultato positivo ma ha solo qualche linea di febbre.
Dobbiamo capire che in questo momento (di disagio o follia, ognuno la veda a modo suo) le forze si debbano concentrare su chi ha veramente dei problemi: per esempio penso ai malati oncologici che stanno facendo trattamenti in altre città e che spero siano messi nelle condizioni di raggiungerle con tutte le dovute precauzioni.
Noi, intanto, facciamo la fila per entrare a gruppetti dentro il supermercato con la mascherina. Non è un grosso sforzo.