Non è l’apocalisse. Non siamo dentro uno di quei film in cui bisogna assaltare i supermercati, rifugiarsi sui monti per evitare di essere contagiati e far sopravvivere la specie umana. Calmiamoci tutti ed evitiamo panico e speculazioni di ogni tipo.
Il Coronavirus è un virus influenzale molto aggressivo che in alcuni casi può produrre complicazioni respiratorie acute e, in soggetti particolarmente vulnerabili, la morte. Poco più di quello che succede ogni anno con la normale influenza. Lo scorso anno infatti in Italia sono morte 207 persone a seguito di complicazioni da sindrome influenzale. Quest’anno, pur avendo già superato il picco stagionale, i decessi riscontrati sono 30 anche se la stagione influenzale non è conclusa.
Il Coronavirus però si diffonde molto velocemente e, anche se è probabile che in molti lo abbiano già preso e scambiato per una normale influenza, occorre fare attenzione perché potrebbe causare un altro picco e, data la particolare aggressività del virus, aumentare il tasso di mortalità da sindromi influenzali, fermare il nostro sistema produttivo e fare danni irreparabili alla nostra economia.
Per questo fa bene il governo a disporre tutte le misure di prevenzione possibili e chiamare la popolazione alla responsabilità. Ridurre le occasioni di contagio e attenersi scrupolosamente alle indicazioni del Ministero della Salute è una responsabilità individuale e collettiva che dobbiamo assumerci tutti per affrontare questa emergenza. Se ognuno di noi fa la sua parte tra qualche settimana questa vicenda sarà solo un brutto ricordo e probabilmente quest’anno, nonostante il Coronavirus, conteremo meno morti da sindromi influenzali dell’anno scorso.
Questo sarà possibile anche perché il Ministero della Salute ha agito in via precauzionale e il sistema di controlli sta permettendo di individuare il virus e limitarne il contagio. In Spagna, per esempio, non è stato individuato nessun caso di Coronavirus, ma non è previsto neanche un sistema di controllo. Quindi non si può sapere se vi sia stato o meno contagio. Io stesso sono andato due volte nelle ultime settimane e non ho subito alcun tipo di controllo in aeroporto.
L’Italia invece è il Paese europeo che ha da subito messo in piedi il dispositivo di prevenzione più rigido e avanzato, spesso criticato dagli altri Paesi (es. la sospensione voli con la Cina) ed è riuscita così ad individuare e isolare il virus limitandone la diffusione.
Stiamo individuando tutti questi casi perché li stiamo cercando. Il nostro sistema sanitario nazionale ha messo in piedi un dispositivo diagnostico straordinario: in questo momento se hai un po’ di influenza ti fanno immediatamente il tampone e viene diagnosticato il ceppo influenzale. Probabilmente in molti Paesi europei il contagio è già più elevato, ma i casi non sono riscontrati perché non li stanno cercando.
Lo precisiamo anche se dovrebbe essere scontato: così come non era giustificato il razzismo nei confronti dei cinesi, non lo è nei confronti dei lombardi e dei veneti e di tutti coloro che verranno contagiati.
Siamo seri. Preoccupiamoci di assumere comportamenti responsabili, è il modo migliore per aiutare il nostro sistema sanitario che è uno dei più efficienti al mondo.
Per verificare dati e informazioni rimando al portale epidemiologico dell’Iss e all’account Twitter della virologa Ilaria Capua.