La Camera ha deciso di “tagliare” la discussione generale su sul decreto legge intercettazioni. Il “taglio” della discussione è passato con 299 voti a favore, 153 contrari e un astenuto. Il ddl di conversione del decreto sulle intercettazioni, già approvato dal Senato, scade il prossimo 29 febbraio. L’aula di Montecitorio ha poi bocciato le pregiudiziali dell’opposizione, quindi – come atteso – il governo ha posto la fiducia sul decreto legge. Il voto di fiducia, come ha deciso la conferenza dei capigruppo alla Camera, è stato fissato per martedì 24 febbraio alle 15 per le dichiarazioni di voto. Le votazioni sulla fiducia partiranno dalle 16,35.

A chiedere il taglio della discussione sono i stati i parlamentari del Pd Emanuele Fiano e Enrico Borghi, alla luce della crescente preoccupazione che sta suscitando l’emergenza coronavirus. “C’è una significativa urgenza – ha spiegato Fiano – di dimostrare agli italiani che abbiamo molto a cuore la questione dell’epidemia da coronavirus. L’anticipata conclusione della discussione generale, ci consentirebbe di accelerare l’iter dei lavori di questa settimana e di convertire anche il decreto virus che il governo ha approvato da poco”. “Il decreto sul coronavirus, proprio perché si tratta di un decreto, è già operativo ed è già incardinato nella commissione Affari Sociali della Camera. Questo provvedimento non ha nulla a che a che vedere con il decreto intercettazioni quindi, che è al suo passaggio finale in Aula alla Camera. L’iter delle due misure può proseguire parallelamente senza che uno intralci l’altro”, ha detto il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi.

La questione coronavirus ha scatenato il consueto botta e risposta tra opposizione e maggioranza. “E’ surreale che governo e maggioranza stiano facendo il braccio di ferro sulle intercettazioni nell’aula della Camera. Il governo ritiri il decreto e il Parlamento si occupi di cose serie: siamo in mezzo a un’emergenza sanitaria ed economica e siamo disponibili a sederci a un tavolo per trovare soluzioni. Per quanto ci riguarda stiamo già ascoltando tutte le categorie produttive per capire difficoltà e criticità. Domani mattina annunceremo le nostre proposte per famiglie e imprese che stanno pagando le conseguenze del Coronavirus”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. Un altro leghista, Guglielmo Picchi, ha chiesto via twitter che di chiudere il Parlamento: “Dopo seria e approfondita valutazione credo che le attività parlamentari vadano sospese”.

Non la pensa così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà: “Il Paese deve continuare a vivere, a produrre, a fornire servizi. Per questo motivo anche l’attività parlamentare sta proseguendo regolarmente. Questa settimana in Parlamento sono in discussione il decreto intercettazioni, il “milleproroghe” e altre misure necessarie al Paese e ai cittadini”. Intanto a Montecitorio è comparsa la prima mascherina: a indossarla la deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Baldini, di professione chirurgo. “L’ho messa perché sono un medico e so che l’unica forma di protezione reale è la mascherina e lavarsi spesso le mani – spiega la parlamentare a LaPresse, dopo essersi lavata le mani con l’amuchina – Sono un chirurgo e sono abituata. Mi hanno detto che creo allarmismo, ma non è nessun allarmismo. È un modo per essere responsabili nei confronti di noi stessi e degli altri. Io vengo da Milano, questa diffusione aumenterà, non riesco a capire perché non posso dare il mio contributo. Che sarà mai mettersi una mascherina? Mi dà anche un pò fastidio che mi si critichi. Non è nessun esibizionismo”.

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