Musica

Piero Pelù contro l’odio per il diverso: “Alla fine posso essere donna, uomo, gay, lesbo, ma saranno anche ca**i miei”

Contro la violenza sulle donne, contro l'omofobia e il bullismo, contro l'inquinamento. Piero Pelù non si risparmia e si schiera sempre in prima linea con i deboli e gli oppressi. È quello che emerge nel nuovo album “Pugili Fragili”, dove non manca l'aspetto più intimo con un brano dedicato alla neo moglie

Per celebrare al meglio i suoi 40 anni di carriera rock Piero Pelù ha deciso di racchiudere in “Pugili Fragili” – arrangiato e prodotto dallo stesso artista con Luca Chiaravalli – tutto il suo nuovo mondo dal rock al blues, passando per il metal, il punk, il grung e addirittura il gospel e l’elettronica. Ironico, divertente, sempre tra le righe, ma con i piedi ben piantati per terra, l’artista si racconta a 360 gradi senza alcun freno inibitorio. Del resto lo si è notato anche durante il Festival di Sanremo, dove con “Gigante” ha conquistato il cuore del pubblico televisivo e a teatro, compreso lo “scippo” della borsa a una signora, durante la performance poi diventata virale. C’è tanto cuore in “Pugili Fragili” e prese di posizione decise. In “Fossi foco” si scaglia contro chi deride il diverso, c’è un verso che fa ‘sono uomo e sono donna, sono lesbo e sono gay, io sono come sono e sono anche cazzi miei’. “Pugili Fragili” è una ballad scritta in occasione del matrimonio dell’artista, “Ferro caldo” parla della sindrome di “Peter punk” di Pelù, ma anche della generazione delle sue figlie ventenni.

Infine c’è “Nata libera”, un brano fortissimo contro la violenza sulle donne, raccontata dal punto di vista degli uomini. “Ho voluto cambiare pelle come i serpenti e l’ho voluto fare toccando tantissimi generi musicali e tantissimi argomenti. Ci sono dentro tutte le mie anime, festeggio 40 anni di carriera rock”, ci racconta Pelù. Da luglio si torna live e in ogni tappa, dove sarà possibile farlo l’artista continuerà a portare avanti il “Clean Beach Tour”, il progetto organizzato con Legambiente, per sottrarre attivamente e concretamente plastiche e microplastiche all’ambiente. A margine dell’incontro stampa ha fatto discutere anche il “No comment” tatuato sul petto e dito medio per rispondere a Renzi, con cui ha patteggiato 20mila euro per averlo definito “boyscout” di Licio Gelli, durante il Concertone del Primo Maggio nel 2014.

Divertente, ironico, travolgente, cos’è successo a Sanremo?
Al Festival è esplosa una somma di tante energie che ci sono anche nel disco e insisto nel dire che non è stato facile. Ho messo in piedi una squadra nuova che ha seguito la mia follia con questo ci stiamo continuando a divertire nonostante i 40 anni di storia della musica. Era una grossa scommessa, ero incosciente nel non voler proprio occuparmi di queste cose, vivo il presente e vivo ora. ‘Gigante’ era un brano su cui puntavo molto perché ci sono tanti temi che si ricollegano in questa fase della mia vita artistica. Su tutti il tema della rinascita, l’ho fatto mio, non a caso c’è la pelle di serpente nella foto del disco perché muta continuamente. Sono istintivo, ma razionalizzo tanto quello che faccio. Ho sempre avuto un approccio easy con questo Sanremo, non mi interessava la gara e l’ho sempre dichiarato. Sono arrivato a quell’età in cui o ti diverti o te ne vai a fare l’orto, ho optato per la prima perché penso di trasmettere ancora la mia energia.

Non hai mai messo un filtro con il mondo esterno?
La realtà mi piove addosso e ci sono i momenti che mi fanno girare i cogl***i. È un rodeo, un ring continuo che l’avversario cambia in continuazione. Può essere la musica che cambia, il mercato discografico diventa completamente diverso, ti senti dire dopo 40 anni di carriera che il rock è morto e poi vai a Sanremo e scippi le borse… Tutto questo è la mia fonte di incoscienza, devo continuare a coltivare e guai.

Sei sempre attento alla realtà e al sociale, parli anche di diversità. Da dove nasce questa urgenza?
Esistono argomenti importantissimi come appunto ‘Fossi foco’, scritto e cantato in duetto con Andrea Appino degli Zen Circus. Il brano è un inno al rispetto di ogni forma di diversità, un invito a “bruciare”, come diceva il poeta più rockstar di tutti Cecco Angiolieri, le paure che possono trasformarsi in odio per il diverso.

C’è anche una presa di posizione durissima contro la violenza sulle donne. Cosa intendi quando parli di assistenza a uomini che vengono lasciati?
Noi uomini italiani siamo incapaci a gestire le relazioni umane. In ‘Nata Libera’ mi immergo in una situazione dark, fatta di violenza e di vittime. Io penso che sia necessario creare delle Associazioni per assistere gli uomini abbandonati e traditi, così da far affrontare loro lo shock in maniera matura e civile. Ogni volta che senso parlare di una violenza e di un assassinio è terribile… Bisogna inventarsi qualche cosa subito e immediatamente. Così come ci sono giustamente gli spazi per aiutare le donne, bisogna anche acciuffare questi maschi fuori controllo, prima che combinano disastri!

Non manca il tuo lato più intimo, si parla di matrimonio in “Pugili Fragili”…
Ci sono vari step per arrivare a questa consapevolezza, uno di questi è il fatto che anche se mi sono sposato. Il matrimonio mi ha fatto capire l’importanza di non mollare mai all’interno di un rapporto e che bisogna essere lottatori nel bene e nel male. È quando ci sono i casini che bisogna stringersi di più.

A luglio parte il tour ma anche il Clean Beach Tour, com’è la situazione delle nostre coste al momento?
Brutta, brutta. A Sanremo – che ha le bandierine blu – mi sono recato in spiaggia con Lega ambiente e abbiamo trovato una quantità mostruosa di polistirolo insabbiato. Non comprate più nessun oggetto che sia protetto di polistirolo, ci vogliono secoli prima di smaltirlo e sottrarlo all’ambiente!

Il tuo stato d’animo attuale, qual è?
Si può riassumere in un motto: dove c’è musica, c’è un’anima.