Proseguono i contagi da coronavirus nel mondo. Germania, Algeria, Svizzera e Croazia registrano i loro primi casi: si tratta di persone provenienti dall’Italia, o che erano passate dalla Lombardia. C’è il primo caso della Catalogna, mentre la moglie dell’italiano risultato positivo a Tenerife è stata anche lei contagiata. Dopo la circolare dell’Europarlamento e le misure stabilite dalla Francia, anche la Gran Bretagna reagisce alla catena di contagi in Italia e fissa regole severe per chi proviene da Lombardia e Veneto. Londra e Parigi sconsigliano i viaggi nel Nord Italia: anche la Spagna fa lo stesso appello ai suoi cittadini. Intanto, torna a parlare il capo missione dell’Oms in Cina, Bruce Aylward, che da Ginevra afferma che il mondo “semplicemente non è pronto” per fronteggiare la diffusione dell’epidemia.

Germania – In totale si sono registrati 18 casi, gli ultimi scoperti martedì, a poche ore l’uno dall’altro: il primo è un uomo di 25 anni del distretto di Göppingen, “probabilmente contagiato durante un viaggio in Italia a Milano”. Dopo avere avvertito sintomi influenzali al suo ritorno in Germania, il giovane ha contattato le autorità sanitarie locali. Dopo essere risultato positivo al test, il paziente verrà ora ricoverato in isolamento. Il secondo caso è una persona di Erkelenz, portata adesso nel policlinico universitario di Duesseldorf. Inoltre, la Croce Rossa ha stabilito che chi torna da viaggi in Italia non potrà donare il sangue per un periodo di quattro settimane.

Spagna – Anche la moglie dell’italiano contagiato a Tenerife è risultata positiva al test del coronavirus. Il numero dei contagi in Spagna a sei: l’ultimo è un uomo di Villareal, città che fino ad oggi non era stata toccata dal virus. Tra i contagiati, c’è anche una 36enne italiana residente a Barcellona, appena rientrata da un viaggio in Italia tra Bergamo e Milano, per la quale è già stato attivato il protocollo sanitario. Prima di questi c’erano stati i due casi segnalati alle Canarie e uno a Maiorca, tutti stranieri. Il National Center for Microbiology eseguirà il secondo test di conferma nelle prossime ore. Negli ospedali spagnoli i pazienti ricoverati per polmonite vengono sottoposti al test e la Spagna ha incluso l’Italia nella lista di Paesi a rischio, insieme a Cina, giappone corea del Sud e Iran. In quarantena quattro tifosi del Valencia rientrati da Milano dove hanno assistito alla partita di Champions League contro l’Atalanta, la settimana scorsa, e hanno contattato i loro medici presentando sintomi simili a quelli del coronavirus. “Verrà fatta un’analisi epidemiologica per valutare quanti giorni sono stati a Milano, quando si sono presentati i sintomi, quali sono e in base a ciò vedremo se è necessario o meno fare altri test”, spiegano le autorità.

Austria – Due contagiati anche nel Tirolo austriaco sono stati trasportati all’ospedale di Innsbruck e messi in quarantena. Secondo fonti informate citate dall’Ansa, si tratta di una coppia di italiani, un uomo e una donna, arrivati in auto la settimana scorsa. Secondo diversi media, l’albergo di Innsbruck, dove lavora la donna, è stato messo in isolamento.

Francia – Due nuovi casi sono stati segnalati in Francia, secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell’Istituto di Sanità. Si tratta di un francese rientrato dalla Lombardia – e ricoverato nel centro della Francia – e di una donna cinese che però sarebbe già guarita. Parigi intanto invita a rinviare viaggi in Italia nelle zone colpite dal coronavirus.

Croazia – Il primo caso registrato è un ragazzo che “è stato a Milano tra il 19 e il 21 febbraio”, ha detto il ministro della Salute croato Vili Beros. “Organizzaremo una quarantena per tutte le persone che sono state in diretto contatto con l’uomo”, ha specificato il ministro.

Cile – Il ministro della Salute, Jaime Manalich, ha fatto sapere che, ad oggi, nel paese sono 260 le persone sotto osservazione e in isolamento per possibile contagio da coronavirus: “Al momento abbiamo 260 persone che stiamo seguendo, persone che presentano anche il minimo rischio perché provengono da qualche luogo” dove avrebbero potuto essere infettate dal virus, ha detto. Queste persone “non possono uscire per 14 giorni, e devono indossare le mascherine”, ha aggiunto.

Tra i casi sospetti nel Paese c’è anche quello di un’italiana 45enne arrivata nel Paese il 21 febbraio e ora ricoverata nell’Ospedale di Valdivia, a 800 chilometri a sud di Santiago. In un comunicato la Segreteria regionale di Los Ríos ha spiegato che la donna ha manifestato “sintomi compatibili con il coronavirus per cui è stato applicato il protocollo previsto in questo caso”. Dopo un primo test, però, la donna è risultata negativa al coronavirus.

Algeria – Il Paese africano ha registrato il primo caso di coronavirus: si tratta di un cittadino italiano arrivato in Algeria il 17 febbraio. “Tutte le misure sono state prese per la cura del paziente” che è stato messo in isolamento, ha detto il ministro della Salute.

La quarantena nel Regno Unito – Quella anche in assenza di sintomi è stata estesa dal governo britannico, oltre che a chi arriva nel Regno Unito dalla provincia cinese dell’Hubei, epicentro dell’infezione da coronavirus, anche a tutti coloro che vi siano arrivati a partire dal 19 febbraio dall’intero Iran, dalle aree della Corea del Sud indicate da Seul a rischio e dalle aree “in isolamento dell’Italia settentrionale così come indicato dal governo italiano”. Mentre la quarantena in caso di sintomi di qualunque entità, viene estesa per chi sia arrivato nel Regno dal 19 febbraio da tutta l’Italia settentrionale (indicata dal Foreign Office da una linea che passa subito a nord di Pisa, Firenze e Rimini), oltre che da Vietnam, Cambogia, Laos e Myanmar. All’interno del Regno Unito – prosegue il Foreign Office nelle sue linee guida, citando dati aggiornati a ieri delle autorità sanitarie britanniche – finora sono state testate 6536 persone in totale per sospetti da coronavirus, con 9 casi positivi e 6527 negativi. Intanto nel Cheshire, regione a nordovest dell’Inghilterra, una scuola ha chiuso e un’altra ha sospeso i corsi del suo ultimo anno dopo il rientro di gruppi di studenti dalla settimana bianca in Italia. Richard Pollock, preside della Cransley School a Northwich, ha scritto un messaggio ai genitori annunciando che la chiusura si potrarrà per il resto della settimana dopo il viaggio di studenti e professori a Bormio la settimana scorsa.

Inoltre, i ragazzi vengono lasciati a casa e le scuole chiuse per una settimana per “una disinfezione profonda”. È la decisione presa oggi da due istituti britannici – Trinity Catholic College di Middlesbrough e Cransley Private School nel Cheshire – dopo il ritorno di alcuni studenti da due gite scolastiche nel nord Italia. La prima scuola ha segnalato “pochi casi” di sintomi influenzali fra ragazzi e insegnanti di rientro, mentre la seconda ha deciso lo stop per pure ragioni precauzionali dopo il ritorno di 29 allievi da una settimana bianca a Bormio.

Stati Uniti: “Cittadini, preparatevi” – Gli Stati Uniti prevedono un’impennata di casi nel corso delle prossime settimane, tanto che le autorità sanitarie si stanno preparando a una possibile pandemia alla luce della “trasmissione in numerosi Paesi”, afferma il ministro della Sanità, Alex Azar, definendo “preoccupanti” le epidemie in Italia e in Iran. “Chiediamo agli americani di prepararsi”, il tema “non è se ci sarà ma quando ci sarà” un’epidemia di coronavirus negli Stati Uniti, fanno sapere dal Centers for Disease Control and Prevention.

Svizzera – È stato confermato il primo caso di nuovo coranavirus in Svizzera, nel cantone Ticino. “Si tratta di un 70enne che vive nel cantone: il 15 febbraio si è recato a un incontro a Milano e due giorni dopo, in famiglia, ha presentato i primi sintomi”, ha indicato Pascal Strupler, direttore dell’Ufficio federale svizzero della sanità (Ufsp) in conferenza stampa a Berna. Ieri il consigliere federale Alain Berset aveva presentato una serie di misure supplementari per far fronte all’epidemia. In particolare maggiore informazione, prontezza operativa e ulteriori esami.

Il primo caso, comunque, è in buone condizioni, tanto che “sarebbe stato dimesso se non fosse arrivato l’esito positivo del test”, ha detto il medico cantonale Giorgio Merlani.

Oman – Aumenta il numero di contagi. Un tweet del ministero della Sanità conferma che ci sono due nuovi casi di contagio da Covid-19, “legati a viaggi in Iran”, e quindi il totale nel Paese è di quattro persone contagiate.

Bahrain – Il ministero della Sanità ha annunciato sei nuovi casi, portando così a 23 il numero dei contagiati in totale. Si tratta di cittadini sauditi e bahrainiti provenienti dall’Iran. Come misura precauzionale, per limitare la diffusione dell’infezione, le autorità di Manama hanno disposto la chiusura delle scuole per due settimane, come riporta l’emittente al-Jazeera.

Corea del Sud – Il governo sudcoreano vuole fare i test sulla positività al coronavirus agli oltre 200.000 fedeli della Chiesa di Gesù Shincheonji, culto fondato nel 1984 dal pastore Lee Man-hee che ha sede nella città di Daegu e a cui è riconducibile circa il 60% del casi certi di infezione. I leader della chiesa, scrive la Yonhap, hanno accettato di fornire alle autorità l’elenco dei fedeli stimati in 215.000. Il focolaio è partito da una donna di 61 anni (“paziente n.31”), molto attiva nella comunità religiosa, che è risultata un “super diffusore”.

Iran – Anche il viceministro della Sanità iraniano è risultato positivo al test. Inoltre saranno messi in quarantena per due settimane tutti i cittadini turchi che vorranno rientrare. La stessa misura è già stata presa oggi per i 132 passeggeri e i membri dell’equipaggio del volo della Turkish Airlines partito da Teheran che ha compiuto un atterraggio d’emergenza ad Ankara per la presenza a bordo di sospetti casi di coronavirus (Covid-19). Tutti loro, però, sono risultati negativi ai test. La Turchia ha chiuso le frontiere con l’Iran e ha sospeso i collegamenti aerei, salvo per i voli che riportino in patria suoi cittadini. Il ministro di Ankara ha ribadito che al momento non ci sono casi di contagio confermati in Turchia.

Lubiana: “Studenti universitari italiani stiano a casa” – L’Università di Lubiana ha diffuso una nota con la quale invita tutti gli studenti, professori e impiegati dell’ateneo che negli ultimi 10 giorni sono stati nelle aree dei focolai italiani a rimanere a casa per le prossime due settimane. La decisione dell’ateneo è stata presa in forma precauzionale per limitare la diffusione del nuovo coronavirus, segnalando che le persone che hanno soggiornato negli ultimi 10 giorni a Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo, San Fiorano e nei dintorni di Vo ‘Euganeo a mettersi in una quarantena preventiva. La misura è estesa anche a coloro che nelle ultime settimane sono state nei luoghi al di fuori dell’Europa dove è nota l’esistenza di un’epidemia di coronavirus. Allo stesso tempo l’università consiglia a tutto il personale e agli studenti di rinviare incontri o viaggi nei paesi considerati più a rischio.

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