La quiete è durata 72 ore. A tre giorni dall’esplosione dell’emergenza legata al Coronavirus, si sono infiammati i rapporti tra la Regione Lombardia e il governo di Giuseppe Conte. La miccia è rappresentata dalle parole del premier, che ieri si era detto “pronto a misure che contraggono le prerogative dei governatori” se il coordinamento tra i sistemi sanitari nazionali non fosse riuscito a contenere il virus. Ipotesi contestata a stretto giro sia dal governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, che da quello della Liguria, l’ex forzista Giovanni Toti. Ma a infastidire il Pirellone, però, è stata soprattutto un’altra affermazione del premier, che sempre ieri sera aveva parlato di virus partito da “un focolaio e di lì si è diffuso anche per una gestione di una struttura ospedaliera non del tutto secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi e questo ha contribuito alla diffusione. Noi proseguiamo con massima cautela e rigore”. Parole che hanno provocato gli attacchi sia di Fontana che dell’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, che hanno definito come “infondate e inaccettabili” le dichiarazioni del premier. Un momento di tensione si è registrato anche durante il tavolo tra governo e regioni: il governatore lombardo Fontana ha abbandonato la riunione, per poi tornare a collegarsi (era in videoconferenza), dopo una “incomprensione – spiega una fonte di governo all’agenzia Ansa – sul tema delle mascherine”. Lo strappo sarebbe rientrato in pochi minuti, dopo una telefonata a Fontana del ministro lombardo Lorenzo Guerini. Il clima – assicurano più fonti – poi “è migliorato, in piena collaborazione”.

Premier: “Sto polemiche, lavorare in squadra” – Proprio nel giorno in cui il presidente del consiglio ha visto i presidenti delle Regioni, Palazzo Chigi ha provato a gettare acqua sul fuoco facendo sapere che il premier è “pienamente soddisfatto” della collaborazione con gli amministratori locali. Predicano unità anche componenti dell’esecutivo. “Stop immediato a ogni polemica. In queste ore non ci possono essere maggioranza e opposizione, destra e sinistra, regioni e governo. Dobbiamo solo tutti insieme lavorare per proteggere le persone e superare l’emergenza. Il resto dopo”, ha twittato il ministro dei Beni Culturali, il dem Dario Franceschini. “L’emergenza coronavirus è una sfida di tutti. Il Paese sia unito. Occorre la massima collaborazione istituzionale”, ha detto invece il Ministro della Salute, Roberto Speranza. Ha provato a sedare ogni polemica anche il premier, che attraverso il suo account ufficiale ha twittato: “Governo, Presidenti di regione e staff tecnico del ministero della Salute adesso in riunione congiunta per coordinare le azioni al fine di fronteggiare al meglio l’emergenza Coronavirus. Uniamo gli sforzi e lavoriamo in squadra senza sosta per tutelare la salute dei nostri cittadini“. “Da questa mattina tutto il governo è riunito al Dipartimento Protezione Civile. È il momento di essere compatti e uniti per affrontare con il massimo impegno e con serietà questa emergenza. Non servono le polemiche, serve lavorare”, scrive su facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Intanto la nostra rete diplomatica e l’unità di Crisi continuano ad essere impegnate h24. È fondamentale agire diffondendo anche all’estero, in maniera trasparente, tutte le informazioni corrette sul coronavirus”.

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Fontana: “Da Conte parole infondate e inaccettabili”- La frase sull’ospedale che non ha rispettato i protocolli – cioè quello di Codogno – ha provocato l’attacco del governatore Fontana a Palazzo Chigi: “Spero che queste uscite siano una voce scappata, senza rendersi conto, oppure vuol dire che il governo inizia ad essere fuori controllo”, attacca il leghista Fondana. Quelle del premier, sostiene il governatore ai microfoni di Radio Anch’io, sono “dichiarazioni infondate e inaccettabili”. Fontana attacca: “Io sono stato zitto finora, ho accettato che si tacesse, però se accusano il sistema sanitario lombardo, allora non posso più tacere. Noi avevamo proposto un mese prima che scoppiasse l’epidemia di essere messi nelle condizioni di aumentare i controlli, di mettere in quarantena tutti gli studenti che rientravano dalla Cina. Siamo stati accusati di essere razzisti, di voler diffondere il panico. Il presidente del Consiglio disse in quell’occasione fidatevi di me, ci penso io. Allora ora non può dire che siamo noi i responsabili”. Per il governatore leghista “se il premier si mette ad accusare le Regioni, significa che sta seguendo un’altra strategia. È la strategia della disperazione. Probabilmente sta cercando di attaccare altri per cercare di sviare l’attenzione“.


L’assessore Gallera: “Conte non conosce i protocolli” – Ancora più duro è l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, secondo il quale quella di Conte è “una dichiarazione inaccettabile da una persona ignorante, perché ignora assolutamente quali erano e sono i protocolli definiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Noi abbiamo seguito pedissequamente ciò che era stato determinato dall’ISS e le linee guide del Ministero”. Ai microfoni di Agorà su Rai Tre, l’esponente di Forza Italia attacca Palazzo Chigi: “Il problema è che il Presidente del Consiglio non conosce i protocolli e getta la palla in tribuna per coprire delle falle gigantesche di un sistema di protezione Civile nazionale che non sta dando alcun tipo di risposte ai problemi organizzativi e gestionali che avrebbero dovuto prevedere e predisporre. Noi veniamo in maniera ignobile attaccati da un presidente del Consiglio che non sapendo di cosa parla dice che noi non seguiamo i protocolli, quando Regione Lombardia i protocolli non solo contribuisce a livello nazionale a realizzarli, ma li segue in maniera puntuale”. L’assessore lombardo è tornato sulla vicenda anche in consiglio regionale, concludendo il suo intervento con una frase polemica: “Probabilmente se tutto questo fosse successo in un’altra regione, oggi saremmo in una situazione disperata per l’intero paese. E’ successo in Lombardia e lo stiamo gestendo al meglio”.

Il governo vede i presidenti delle Regioni – Dopo il vertice con i governatori, Conte ha annunciato che è stato “concordato di fare un’ordinanza per uniformare i comportamenti in tutte quelle regioni” che non fanno parte della zona focolaio. “C’è un clima di grande collaborazione. Dobbiamo proseguire con il coordinamento che è il metodo più efficace per evitare contagio. Ci sono tre imperativi etici: collaborare, collaborare, collaborare“. Tornando sulle sue parole di ieri, il premier ha detto: “Non intendevo sopravanzare le competenze regionali. Ho fatto una riflessione sul sistema sanitario organizzato su base regionale, quindi il coordinamento va fatto con tutti. Stiamo lavorando fianco a fianco con tutti i presidenti, a livello nazionale e a livello territoriale”.

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