L’emergenza coronavirus ferma concerti, fiere, convegni e concorsi pubblici: anche la seconda sessione dell’Esame di Stato di Medicina e Chirurgia, prevista per il 28 febbraio, è stata rinviata “a data da destinarsi”. L’esame è necessario per abilitarsi e iniziare a esercitare la professione: altrimenti, la laurea in Medicina rimane un bel diploma da incorniciare e basta. Perciò un gruppo di studenti neolaureati di vari atenei in Italia ha firmato una lettera aperta inviata ai ministeri dell’Università e della Ricerca e della Salute per chiedere di trovare una via alternativa: “Abbiamo già sostenuto una delle due parti dell’Esame di Stato, il tirocinio pratico-valutativo: in questo particolare momento storico, riteniamo che si possa considerare sufficiente esclusivamente questa parte pratica per il superamento dell’Esame stesso”. In alternativa, propongono lo svolgimento della prova scritta sempre il giorno 28 febbraio, ma per via telematica “in modo da evitare l’aggregazione di numerose persone, e, allo stesso tempo, garantire il regolare svolgimento dell’esame”.

“Riteniamo che, in questo particolare momento storico di carenza cronica di personale sanitario e soprattutto in questa situazione di emergenza territoriale, sia necessario garantire misure atte a rendere l’accesso all’Esame di Stato il più rapido possibile”, si legge nel comunicato. Uno dei firmatari, Victor Attilio Campagna, aggiunge: “Ci sono tra i 6mila e gli 8mila neolaureati lasciati al palo: medici appena formati che potrebbero contribuire all’emergenza sanitaria in corso, se solo ci facessero abilitare”. Si è laureato all’Università di Milano: “Noi non chiediamo un’eccezione all’ordinanza, sappiamo che non possiamo stare 5 ore in una stanza tutti insieme: chiediamo un’alternativa. Al Politecnico di Milano, per esempio, stanno facendo le sessioni di laurea per via telematica per non perdere gli appelli”. A sostengo della loro proposta, hanno già raccolto 2700 firme tra i neolaureati. Campagna spiega di aver ricevuto risposte positive dal presidente dell’Ordine dei Medici di Milano e dal rettore. “In questa emergenza vediamo chiaramente la mancanza di personale sanitario: è da anni che viene denunciata questa situazione, ma non è stata mai risolta. E ora ne vediamo le conseguenze: i medici nelle zone colpite fanno turni infiniti”, conclude.

Un suo collega di Roma, Giulio Natali, aggiunge: “Trovo paradossale che si cancelli l’esame di Stato per ragioni di sicurezza ma poi, alla Sapienza, si continuino a fare esami e lezioni, concentrando nelle aule anche 250 studenti alla volta”. Senza abilitazione, spiega, non si può iniziare la specializzazione: “Chi si è laureato a luglio, per esempio, ha aspettato 7 mesi e si ritrova fermo ancora chissà per quanto. Lo abbiamo saputo solo due giorni fa, ora c’è il rischio che slitteranno test per accedere alla Specializzazione e colloqui. C’è chi ha veramente bisogno di lavorare”. Ulteriore problema: ha già vinto la borsa di studio in Medicina Generale dovrebbe iniziare il 1 marzo, a condizione che ci si abiliti entro febbraio. Ma con l’esame bloccato, la borse decade automaticamente, ritornando al punto di partenza. “Se c’è veramente un’emergenza, ti stai privando di risorse appena formate: negli ospedali e sui territori manca forza lavoro”.

L’Associazione Italiana Giovani Medici, in un post su Facebook, annuncia di aver incontrato il ministro Manfredi per affrontare la questione: “Il Ministero ha effettuato le opportune valutazioni e – confermano – non è possibile conseguire l’abilitazione in assenza di test”. L’esame potrebbe già essere recuperato nel mese di marzo, ma dipenderà dai tempi in cui si risolverà l’emergenza in Italia.

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