Quei meridionali che dissero “No!”
Ingannato, Malmenato, Impacchettato
Internato, Malnutrito, Infamato
Invano Mi Incantarono
Inutilmente Mussolini Insistette
Iddio Mi Illuminò
Inverno Malattie Infierirono
Invano Mangiare Implorai
Implorai Medicinali, Indumenti
Italia Mi Ignorò
Invocai Morte Immediata
Impazzivo Ma Insistetti
Giovannino Guareschi, 31 maggio 1945
Giovannino Guareschi fu forse il più famoso dei 650mila militari italiani prigionieri nei campi di concentramento nazisti. All’indomani dell’8 settembre, molti soldati si unirono alle bande partigiane alla macchia, ma ci fu anche chi fece una scelta diversa. Chi si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale di Salò, chi optò per una resistenza senz’armi, chi non si piegò alle SS tedesche e finì nei campi di concentramento in Germania, impiegato nel lavoro coatto, una sorta di guerra della coscienza nei lager nazisti. Molti tra loro erano meridionali, campani, calabresi e pugliesi.
A dare nuova luce, a questa pagina di storia nascosta, negletta e, colpevolmente, dimenticata, arriva adesso il libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri, I militari italiani nei lager nazisti, una resistenza senz’armi (1943-1945).
I due autori, entrambi storici e giornalisti, ricostruiscono spulciando lettere e diari, un’esperienza di privazioni quotidiane e di caparbio e attaccamento alla vita, tra rabbia, amore, rivalsa e ribellione. Nei lager era severamente vietato tenere diari, ma molti dei prigionieri, ufficiali, o di truppa, avvertono come un dovere morale insopprimibile, quello di testimoniare l’accaduto, ben sapendo che in caso fossero stati scoperti, li attenderebbe la fucilazione seduta stante.
Fin dalle prime pagine del ponderoso lavoro di Avagliano e Palmieri, scopriamo così le miserrime condizioni degli internati e che anche nei campi tedeschi c’erano differenze tra prigionieri italiani settentrionali e meridionali.
L’armistizio coincide con la confusione generale, chi confida nell’arrivo di direttive su come comportarsi, ben presto rimane deluso: “Il Capitano – scrive in quel frangente in Grecia il tenente Antonio Rossi, di Canosa di Puglia (Bari) – chiede ordini: non ce ne sono”.
Per chi si rifiuta di collaborare c’è il campo in Germania: “Ci troviamo – annota ancora Antonio Rossi, il 25 febbraio nel suo diario – in mezzo a 200 detenuti di tutte le razze, di tutte le nazioni. Vige la legge della giungla. I tedeschi si valgono dell’aiuto di secondini russi aderenti alle S.S. che bastonano continuamente con furia disumana. Il nostro stato d’animo è inesprimibile”.
Non potendo avere l’assistenza della croce rossa, in virtù del loro status giuridico, l’unico vero aiuto arriva dalle famiglie attraverso i pacchi alimentari, almeno per i militari originari delle regioni centro-settentrionali sotto il controllo dei tedeschi e della Rsi, tanto che tra i prigionieri nasce una discriminazione tra i “pacchisti”, “fruitori dei periodici arrivi”, e i “magroni”, che invece non ricevono nulla da casa. “Arrivano sempre pacchi – si lamenta il pugliese Vito Lapenna, nel campo di Sandbostel il 19 maggio 1944 – Nessuno si degna di offrire a noi meridionali nemmeno una briciola di pane! Com’è brutto il morir di fame e vedere i vicini compagni che mangiano tanto ben di Dio!”. “Si comincia a diffondere la certezza che noi meridionali non avremo mai posta”, scrive nel suo diario Antonio Rossi il 5 febbraio 1944.
Non di rado accade che ricevano da casa la notizia della nascita dei figli, concepiti prima della prigionia, come avviene a Giuseppe Mareschi, di Molfetta (Bari), che scrive una lettera colma di affetto a casa il 5 giugno 1944: “Mia Cara Amore non puo in maginare il giorno che sono ricevuto la tua lettera come mi sono messo ha legri, ha sendire le tue notizio, e in piu mi sono messo piu ha legrì ha sendire che tu hai fatto una bella Bambina che si chiama Dorina, sono molto condendo perche il mia pensiere era sempre quello che voleva una Bambina, ansi Mia Cara Rosetta deve fare di tutto di fare una piccola fotografia e la deva la deva la mandare. vi Baci ha te, e piu centi baci alla piccola donna tuo Marito per sempre”.
Avagliano e Palmieri, in una doverosa e puntuale operazione verità, rendono finalmente giustizia ad un esercito di quotidiani eroi ignorati.
[Mario Avagliano, Marco Palmieri, I militari italiani nei lager nazisti. Una resistenza senz’armi (1943-1945), Il Mulino, pagg.458, 26 euro]
Nicolò Carnimeo
Docente universitario e scrittore
Cultura - 26 Febbraio 2020
I militari italiani internati nei lager nazisti, gli eroi ignorati che due storici hanno riportato alla luce
Quei meridionali che dissero “No!”
Ingannato, Malmenato, Impacchettato
Internato, Malnutrito, Infamato
Invano Mi Incantarono
Inutilmente Mussolini Insistette
Iddio Mi Illuminò
Inverno Malattie Infierirono
Invano Mangiare Implorai
Implorai Medicinali, Indumenti
Italia Mi Ignorò
Invocai Morte Immediata
Impazzivo Ma Insistetti
Giovannino Guareschi, 31 maggio 1945
Giovannino Guareschi fu forse il più famoso dei 650mila militari italiani prigionieri nei campi di concentramento nazisti. All’indomani dell’8 settembre, molti soldati si unirono alle bande partigiane alla macchia, ma ci fu anche chi fece una scelta diversa. Chi si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale di Salò, chi optò per una resistenza senz’armi, chi non si piegò alle SS tedesche e finì nei campi di concentramento in Germania, impiegato nel lavoro coatto, una sorta di guerra della coscienza nei lager nazisti. Molti tra loro erano meridionali, campani, calabresi e pugliesi.
A dare nuova luce, a questa pagina di storia nascosta, negletta e, colpevolmente, dimenticata, arriva adesso il libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri, I militari italiani nei lager nazisti, una resistenza senz’armi (1943-1945).
I due autori, entrambi storici e giornalisti, ricostruiscono spulciando lettere e diari, un’esperienza di privazioni quotidiane e di caparbio e attaccamento alla vita, tra rabbia, amore, rivalsa e ribellione. Nei lager era severamente vietato tenere diari, ma molti dei prigionieri, ufficiali, o di truppa, avvertono come un dovere morale insopprimibile, quello di testimoniare l’accaduto, ben sapendo che in caso fossero stati scoperti, li attenderebbe la fucilazione seduta stante.
Fin dalle prime pagine del ponderoso lavoro di Avagliano e Palmieri, scopriamo così le miserrime condizioni degli internati e che anche nei campi tedeschi c’erano differenze tra prigionieri italiani settentrionali e meridionali.
L’armistizio coincide con la confusione generale, chi confida nell’arrivo di direttive su come comportarsi, ben presto rimane deluso: “Il Capitano – scrive in quel frangente in Grecia il tenente Antonio Rossi, di Canosa di Puglia (Bari) – chiede ordini: non ce ne sono”.
Per chi si rifiuta di collaborare c’è il campo in Germania: “Ci troviamo – annota ancora Antonio Rossi, il 25 febbraio nel suo diario – in mezzo a 200 detenuti di tutte le razze, di tutte le nazioni. Vige la legge della giungla. I tedeschi si valgono dell’aiuto di secondini russi aderenti alle S.S. che bastonano continuamente con furia disumana. Il nostro stato d’animo è inesprimibile”.
Non potendo avere l’assistenza della croce rossa, in virtù del loro status giuridico, l’unico vero aiuto arriva dalle famiglie attraverso i pacchi alimentari, almeno per i militari originari delle regioni centro-settentrionali sotto il controllo dei tedeschi e della Rsi, tanto che tra i prigionieri nasce una discriminazione tra i “pacchisti”, “fruitori dei periodici arrivi”, e i “magroni”, che invece non ricevono nulla da casa. “Arrivano sempre pacchi – si lamenta il pugliese Vito Lapenna, nel campo di Sandbostel il 19 maggio 1944 – Nessuno si degna di offrire a noi meridionali nemmeno una briciola di pane! Com’è brutto il morir di fame e vedere i vicini compagni che mangiano tanto ben di Dio!”. “Si comincia a diffondere la certezza che noi meridionali non avremo mai posta”, scrive nel suo diario Antonio Rossi il 5 febbraio 1944.
Non di rado accade che ricevano da casa la notizia della nascita dei figli, concepiti prima della prigionia, come avviene a Giuseppe Mareschi, di Molfetta (Bari), che scrive una lettera colma di affetto a casa il 5 giugno 1944: “Mia Cara Amore non puo in maginare il giorno che sono ricevuto la tua lettera come mi sono messo ha legri, ha sendire le tue notizio, e in piu mi sono messo piu ha legrì ha sendire che tu hai fatto una bella Bambina che si chiama Dorina, sono molto condendo perche il mia pensiere era sempre quello che voleva una Bambina, ansi Mia Cara Rosetta deve fare di tutto di fare una piccola fotografia e la deva la deva la mandare. vi Baci ha te, e piu centi baci alla piccola donna tuo Marito per sempre”.
Avagliano e Palmieri, in una doverosa e puntuale operazione verità, rendono finalmente giustizia ad un esercito di quotidiani eroi ignorati.
I militari italiani nei lager nazisti. Una resistenza senz'armi (1943-1945)
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Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "E’ stata pubblicata stamani sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana la legge regionale 14 marzo 2025, n. 16, che stabilisce le modalità applicative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale relative al suicidio assistito. Scatta quindi da oggi il periodo di sessanta giorni in cui il Governo può impugnare la legge davanti alla Corte. L’esecutivo, però, che gode del sostegno di un’ampia maggioranza parlamentare, farebbe molto meglio a favorire l’approvazione di una legge condivisa". Lo sottolinea il costituzionalista Stefano Ceccanti.
"Tanto più che la legge toscana prevede nel suo articolo 2 che nel caso sia approvata una legge nazionale, a quel punto sarebbe quest’ultima ad essere applicata. Se impugna, il Governo rischia di trovarsi in una situazione simile a quella in cui Camera e Senato fecero conflitto di attribuzione davanti alla Corte contro la Cassazione sul caso Englaro invece di fare direttamente una legge. Presentandosi così, inadempienti, davanti alla Corte, la causa la persero. Vuole davvero il Governo impugnare davanti alla Corte una legge regionale che risponde alle esigenze poste dalla Corte stessa mentre non ha fatto nulla in positivo?".
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Solidarietà a Selvaggia Lucarelli. Come può chiamarsi 'spettacolo' una vomitata di insulti, bodyshaming e atti sessuali simulati su un cartonato che raffigura una donna?". Lo scrive su Instagram la deputata del Pd Eleonora Evi a proposito di 'Gurulandia', lo spettacolo teatrale di Fabrizio Corona, annunciando la presentazione di una interrogazione parlamentare al governo.
"Non è solo preoccupante ma è inaccettabile, questo non è spettacolo, non è cultura, non è intrattenimento è solo violenza verbale, è becera volgarità, è, ancora una volta, la tossicità del patriarcato. E non può avere un pubblico davanti cui esibirsi! Specialmente se si tratta dei grandi teatri italiani. Presento interrogazione al governo", aggiunge Evi.
Milano, 17 mar.(Adnkronos) - Il prossimo 22 marzo, dalle 14 alle 22, Base Milano annuncia che ospiterà la prima edizione del Digital Journalism Fest, un evento ideato e prodotto dal giornalista Francesco Oggiano, dedicato al futuro dell'informazione e della comunicazione digitale. Il festival, diretto dall’esperta di media digitali Virginia Giammaria, "offrirà una giornata di incontri, panel, masterclass e live podcast per esplorare temi come il giornalismo social, il ruolo dei creator, l'impatto dell'intelligenza artificiale e i migliori strumenti per la creazione di contenuti". Un evento, prosegue la nota, "che unisce appassionati di informazione e innovatori. Il Digital Journalism Fest nasce dall'esigenza di mettere in contatto chi innova il settore della comunicazione con chi desidera comprendere meglio il mondo dell'informazione". L'evento si propone "di creare un dialogo tra giornalisti, creator ed esperti, offrendo una visione completa dell'evoluzione dell'informazione.
"Il Digital Journalism Fest vuole aiutare a comprendere e innovare il giornalismo e la comunicazione digitale - spiega Francesco Oggiano - In un'epoca di trasformazioni rapide e di diffidenza verso l’informazione, ci piacerebbe creare un collegamento tra professionisti, creator e pubblico, per costruire insieme un ecosistema più consapevole. E insomma, per condividere anche con i lettori la bellezza dell’informazione". Il Digital Journalism Fest, prosegue il comunicato, "proporrà un ricco programma di conversazioni, masterclass e live podcast". Ad aprire l'evento saranno il Chief Operating Officer di Chora Media, Riccardo Haupt, e la giornalista e new media strategist di Sky TG24, Chiara Piotto (che sarà anche moderatrice dell'evento), con un confronto sul giornalismo social insieme a Emanuele Corazzi, Head of Content di Cronache di Spogliatoio. A seguire, "un’analisi semiseria dei profili social dei potenti del mondo con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’autore Antonio Losito, conduttore del podcast Tyranny, che discuteranno di come i leader mondiali utilizzano le piattaforme social per consolidare il loro potere.
Il programma, si legge ancora, "proseguirà con Gianluca Gazzoli, ideatore e conduttore di Passa dal Bsm, che risponderà alle domande di Andrea Girolami, autore della newsletter Scrolling Infinito, su come i creator stiano cambiando la comunicazione". In seguito ci sarà “Come lavoreremo nell’era dell’Ai?”, puntata live del podcast “Sulla Soglia. Il mondo che ci aspetta” insieme a Walter Renna, Ceo di Fastweb + Vodafone, e Benedetta Giovanola, professoressa e vice presidente dell'Associazione Italiana di Filosofia Morale. Spazio anche alla riflessione con Nicolas Lozito, giornalista de La Stampa e autore della newsletter Il colore verde, "che parlerà della rinascita delle newsletter, e Matteo Caccia, responsabile della sezione podcast de Il Post, che esplorerà il potere delle storie". Edoardo Scognamiglio di Hacking Creativity e Fjona Cakalli (Tech Princess) "offriranno strumenti pratici per lavorare più efficacemente con le nuove tecnologie", prosegue la nota.
Spazio poi all’intervento “Come i dati e il design ci mostrano l’invisibile”: Federica Sanchez, architetta e ricercatrice di Neuroscienze applicate all’architettura presso Lombardini22, e la data designer Valentina D’Efilippo "dialogheranno sull’importanza di utilizzare i dati per comprendere la realtà attraverso l’information design e per progettare spazi veramente a misura d’uomo". Fernando Vacarini, Direttore responsabile Changes - Responsabile Media Relations, Corporate Reputation e Digital Pr Gruppo Unipol, e Raffaele Alberto Ventura, scrittore e ricercatore all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, "discuteranno i rischi e le opportunità della polarizzazione". Infine Bianca Del Balzo, docente della New Media Academy, "analizzerà gli ingredienti dei video più popolari della rete.
Alcuni speech saranno arricchiti da una live performance di graphic recording - si legge ancora - curata dall’agenzia Yoonik e affidata all’illustratore Jacopo Sacquegno". Finale in musica, con Storie di canzoni Live, lo spettacolo di Francesco Oggiano "sulle canzoni che hanno raccontato i cambiamenti della società italiana, dal dopoguerra al 2025". Il Digital Journalism Fest, si legge nella nota, "avrà come partner istituzionale la Rappresentanza della Commissione europea in Italia. La Commissione europea è impegnata da tempo nel contrasto della manipolazione informativa insieme alle altre istituzioni europee. "Da questa prestigiosa collaborazione istituzionale è nato – tra le altre cose - un sondaggio strategico che mira a indagare questo fenomeno e identificare le azioni dell’Unione europea per affrontarlo.
L'iniziativa è inoltre realizzata, si legge, "grazie al contributo di diversi partner, tra cui la società di telecomunicazioni Fastweb + Vodafone, la società energetica Sorgenia, la piattaforma digitale di investimenti immobiliari e green Walliance, il gruppo assicurativo Unipol, la società di architettura, ingegneria e servizi a valore aggiunto per il Real Estate Lombardini22 e la piattaforma di comunicazione visiva Canva". Tra i sostenitori anche Fondazione Cariplo, "che si dedica alla filantropia con lo scopo di supportare la realizzazione di progetti che mettano al centro il bene comune, la crescita delle persone e l’interesse collettivo". Cariplo sostiene il Digital Journalism Fest nell’ambito della sua missione di promozione dell’innovazione e della cultura, "favorendo la diffusione di competenze digitali. Newsroom partner è Adnkronos, mentre Communication partner è Comin & Partners, società di consulenza di comunicazione strategica e relazioni istituzionali".
Roma, 17 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo dal 9 all'11 aprile, con un palinsesto ricco di proiezioni, incontri e riconoscimenti. Il programma della manifestazione è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa a Roma. Il Premio Film Impresa è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. “Questo premio dimostra quanto l'audiovisivo possa essere un potente strumento di comunicazione per le aziende, capace di trasmettere valori, storie e visioni. Sempre più aziende scelgono di raccontarsi con contenuti audiovisivi di qualità, e il nostro obiettivo è dare loro il giusto riconoscimento e visibilità. Anche quest'anno ci aspettiamo opere straordinarie, con un'attenzione particolare ai giovani e all’innovazione", ha commentato il presidente di Premio Film Impresa Giampaolo Letta.
Il costante successo di Premio Film Impresa è testimoniato anche dal massiccio numero di opere ricevute nei mesi scorsi, che hanno raggiunto quota 200, di cui 140 entrate in preselezione. Un risultato reso possibile soprattutto grazie al lavoro che ogni anno, anche nei mesi successivi alla tre-giorni di aprile, ha permesso al Premio di prendere parte a importanti manifestazioni cinematografiche e culturali in tutta Italia, dalla Mostra del Cinema di Venezia alla Festa del Cinema di Roma, passando per il Tuscia Film Fest, il Lecco Film Fest, La Settima Arte di Rimini e Il Cinema: che impresa di Torino. "Le aziende partecipanti, presentando le loro opere audiovisive, offrono uno sguardo affascinante sui processi e le storie che si celano dietro i prodotti e i servizi che utilizziamo quotidianamente. Queste opere non solo evidenziano l'innovazione e la creatività, ma trasmettono anche la passione e l'impegno che caratterizzano il mondo imprenditoriale”, ha dichiarato il Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo.
“Il Premio, inoltre, valorizza un settore strategico per l’economia del nostro territorio, quello dell’audiovisivo. Il Lazio, infatti, è la prima regione per numero di imprese (2.500), occupati (15mila) e fatturato (3,3 miliardi di euro) e le imprese laziali della filiera cinematografica valgono il 55% del fatturato e il 62% del valore aggiunto nazionale”, ha concluso Biazzo. Anche quest’anno l’evento avrà luogo alla Casa del Cinema a Villa Borghese, dove la giuria, presieduta da Caterina Caselli, assegnerà un premio alle opere in concorso in ciascuna delle seguenti categorie: Area Documentaria - a cura di Umana; Area Narrativa - a cura di UniCredit; Area II&S: Innovative, Image & Sound - a cura di Almaviva.
Il regista Matteo Garrone riceverà il Premio Ermanno Olmi 2025, l’imprenditore e amministratore delegato di Webuild Pietro Salini riceverà il Premio Speciale Film Impresa Unindustria e l’attore e regista Luca Zingaretti riceverà il Premio Speciale Film Impresa. Ad affiancare la presidente di giuria Caterina Caselli, ci saranno esperti del settore, manager ed imprenditori: nello specifico, oltre al Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo e al delegato del Presidente Orsini per Confindustria - Gruppo Tecnico Industria del Turismo e della Cultura Leopoldo Destro, in giuria ci saranno la Presidente di Biagiotti Group Lavinia Biagiotti, il Presidente del Premio Salute e Sicurezza sul Lavoro di Unindustria Rodolfo Bertoli, la Presidente di Anima per il sociale nei valori d’impresa Antonella Sabrina Florio, l’attore Francesco Gheghi, il vicedirettore de 'Il Messaggero' Alvaro Moretti, la produttrice cinematografica Elisabetta Olmi e lo sceneggiatore e regista Giovanni Veronesi.
"Pfi alla sua terza edizione sembra proprio dimostrare quanto fosse praticabile il progetto di mettere a punto un prisma di illuminazione e valorizzazione delle opere audiovisive che incroci il linguaggio del cinema e la progettualità imprenditoriale, l’universo magmatico della transmedialità e la necessità di contenuti fortemente legati a lavoro, tecnologia, sostenibilità”, ha aggiunto il direttore artistico di Premio Film Impresa Mario Sesti. “Tutto questo oggi non è soltanto un sogno, ma sta diventando un programma avviato da un affiatato gruppo di lavoro e seguito da un orizzonte di comunicazione e imprenditoria attento e reattivo", ha concluso. “La terza edizione del Premio Film Impresa si conferma un appuntamento fondamentale per valorizzare il connubio tra impresa, innovazione e linguaggio cinematografico", ha dichiarato Lorenza Lei, Responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio che ha aggiunto: "Vogliamo che il Lazio continui a essere una fucina di talenti, un polo di innovazione e creatività capace di attrarre produzioni e professionisti da tutto il mondo”.
Nella tre-giorni le proiezioni delle opere in concorso si alterneranno, come di consueto, ad incontri e talk di approfondimento che quest’anno avranno come pilastri tematici il futuro, l’innovazione e l’intelligenza artificiale. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe.Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.
Questa terza edizione, fortemente orientata ai principi Esg, darà inoltre spazio a due importanti programmi speciali: un focus sulla scuola e la formazione come elementi essenziali per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro; e una serie di testimonianze di imprenditori che racconteranno di come l’AI sia già parte integrante dei processi aziendali e di come possa continuare a trasformare settori chiave come la pubblica amministrazione, l’industria manifatturiera, la comunicazione e l’analisi dei dati. “Occupandomi di musica da tanti anni, trovo stimolante utilizzare le immagini per raccontare in modi attraenti e emozionali la filosofia di un prodotto, lo sviluppo di un’idea che nasce dalla creatività delle persone, i valori che contraddistinguono le aziende e gli individui che ne fanno parte. Non vedo l’ora di mettermi al lavoro con passione e dedizione insieme ai miei colleghi della Giuria e di farmi stupire dai tanti film che si sono candidati”, ha dichiarato la nota produttrice discografica e cantante, Caterina Caselli.
La terza edizione alzerà ufficialmente il sipario con l’evento di apertura del 9 aprile alle ore 19:00, ma il primo slot inaugurale è fissato già in mattinata con UNI.verso Pfi, uno spazio di incontro e networking B2B curato dal Team Pfi, con la project leader Lidia Cudemo, Presidente della Sezione Editoria, Informazione e Audiovisivo di Unindustria. L’iniziativa favorirà il dialogo tra le realtà dell’imprenditoria italiana e il mondo dell’audiovisivo, mettendo al centro l’importanza della narrazione aziendale e la capacità delle aziende di raccontarsi in modo sempre più efficace. Inoltre, verrà aperto un focus sull’imprenditoria femminile, valorizzando storie di successo e strategie per una maggiore inclusione nel mondo lavorativo.
Durante l’ultima giornata del Premio, inoltre, è previsto un evento speciale dedicato alla memoria di Ennio Lucarelli, un omaggio al fondatore Ised. In anteprima verrà proiettato 'Ennio Lucarelli: il sistema delle idee', il film documentario a cura di Mario Sesti e Caterina Taricano che ricostruisce l’attività umana e imprenditoriale di un vero e proprio innovatore e pioniere dell’industria informatica. Durante la ricca tre-giorni di aprile ci sarà spazio anche per la consueta indicazione collaterale: quella popolare della platea competente per il film più amato dal pubblico. Verrà infine riproposto il voto popolare online di tutti i film d’impresa in preselezione.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Nei venti della globalizzazione e dei neoimperialismi, dobbiamo ancora di più essere gelosi custodi della nostra unità nazionale, della nostra indipendenza e della nostra identità storica e culturale. Oggi, festeggiando le fondamenta della Patria, ricordiamo con riconoscenza coloro che hanno sacrificato la propria vita per liberarla dagli invasori e quanti l’hanno offerta per difenderla e consolidarla". Lo afferma Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera.
"L’omaggio migliore che possiamo tributare a questi eroi che hanno dato la vita per noi, è vivere ogni giorno -aggiunge- come se ci stessero guardando, portando avanti l’interesse italiano con realismo e senza rinunciare alla nostra identità rincorrendo le sirene del mondialismo e del villaggio globale. Il mondo si compone di inestinguibili e componibili differenze, nostro compito è valorizzarle, non uniformarle, fondandole sul rispetto di tutte le identità. Il cuore dell’Italia si è rianimato il 17 marzo del 1861, dopo decenni di sonno, a noi spetta il compito di continuare a farlo battere. Presenterò una proposta di legge per istituire in questa ricorrenza un vero e proprio ‘Giorno della Riconoscenza’, da dedicare a chi difendendo il nostro popolo ha perso la vita".
Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - L'industria farmaceutica italiana si distingue come uno dei settori trainanti del Made in Italy e le Fab13 confermano la loro centralità nell'innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese con ricavi di 16,8 miliardi di euro nel 2023 (+60% rispetto al 2016) dei quali 12,8 miliardi dovuti all'estero, il 76% del totale. Lo rivela l'ultimo rapporto di Fondazione Edison dedicato alle Fab13, le storiche multinazionali a capitale italiano di Farmindustria, presentato oggi a Milano presso il Palazzo Edison. In un dialogo tra Marco Fortis, vicepresidente di Fondazione Edison, e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24, sono stati analizzati i risultati ottenuti dall'industria farmaceutica italiana negli ultimi 20 anni in termini di crescita della produzione, occupazione, ricerca e sviluppo, innovazione ed export.
Come evidenzia il report, queste imprese - che includono Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon - continuano a espandersi a livello globale. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, hanno consolidato la loro presenza internazionale mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie. Le 13 farmaceutiche italiane - ricorda una nota - sono riconosciute come uno dei 7 settori di eccellenza del Made in Italy, affiancando comparti strategici come la meccanica, l'alimentare e la moda.
"Le Fab13 - afferma Fortis - hanno saputo, da un lato, mantenere i valori della lunga storia di molte di esse e, dall'altro, puntare su un nuovo futuro fatto di investimenti e tecnologie innovative". Hanno inoltre "saputo puntare sull'internazionalizzazione, mantenendo tutte 'cuore e cervello' in Italia. Questo gruppo di 13 imprese" nel 2023 "ha superato i 16 miliardi di euro" di ricavi, "trainato dal fatturato estero e in particolar modo dalle esportazioni, che ammontano ad una cifra di tutto rispetto: 6,2 miliardi di euro. Per dare l'ordine di grandezza - chiarisce - si pensi che il valore della produzione italiana delle Fab13 che viene esportata è superiore all'export totale dell'Italia in India (5,2 miliardi) e non molto distante dall'export totale dell'Italia in Giappone (8 miliardi). E ancora: i 6,2 miliardi di export italiano delle sole Fab13 si collocano tra l'export di 2 colossi dell'eccellenza del Made in Italy: le navi da crociera (4,2 miliardi) e i vini (7,8 miliardi). L'incremento delle esportazioni delle Fab13 nel 2023 (+1 miliardo di euro) ha compensato, da solo, oltre un terzo del calo dell'export complessivo italiano di tutti i prodotti verso la Germania (-2,8 miliardi)".
Nel 2023, le Fab13 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, in crescita del 12% rispetto all'anno precedente. Un impegno significativo è stato dedicato anche alle acquisizioni internazionali, con un investimento di 1,7 miliardi per rafforzare il portafoglio prodotti e l'accesso ai mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse totali, testimoniano l'impegno delle aziende nel mantenere elevati standard qualitativi e tecnologici, sviluppando farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare. Va poi sottolineato che, pur avendo una forte presenza internazionale, queste aziende consolidano tutti i loro bilanci in Italia, garantendo un contributo fiscale rilevante per il Paese, che si traduce in risorse essenziali per il finanziamento della sanità pubblica e della ricerca scientifica. Significativo anche l'impatto del settore sull'occupazione. Oltre 47mila persone lavorano oggi nel comparto: quasi 15mila in Italia - circa il 22% degli addetti dell'intera industria farmaceutica - con una crescita del 3% rispetto al 2022.
"I dati emersi dal rapporto di Fondazione Edison - osserva Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche italiane Fab13 - ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le Fab 13 sono oggi un motore strategico dell'industria farmaceutica italiana. E' dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco, perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future. Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico, ma nell'evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l'efficienza competitiva raggiunta". Tra queste - dettaglia la nota - una maggiore comunicazione con i decisori per sensibilizzare sul valore strategico della farmaceutica, un sistema normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l'innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca, la riduzione della pressione fiscale con la creazione di incentivi per rendere l'Italia un hub di riferimento per la farmaceutica.
E' stato inoltre sottolineato il bisogno di sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, di migliorare la sinergia tra università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico, e di semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali. Il rapporto presentato oggi conferma dunque che le Fab13 rappresentano un pilastro dell'industria farmaceutica italiana e internazionale. Il loro contributo all'economia nazionale è fondamentale non soltanto in termini di crescita e occupazione, ma anche per il posizionamento dell'Italia tra i leader globali del settore farmaceutico.
Catanzaro , 17 mar. - (Adnkronos) - Una scossa di terremoto di magnitudo 3.4. è stata avvertita oggi lunedì 17 marzo alle 12.08 a Catanzaro. L'epicentro del sisma è stato registrato dalla Sala sismica Ingv di Roma a un chilometro da Tiriolo, paese a 10 chilometri dal capoluogo, a una profondità di 9 chilometri. La scossa è stata percepita distintamente anche dagli abitanti di Lamezia Terme.
In via precauzionale, diversi uffici e scuole della città sono stati fatti evacuare. Tra questi, il Convitto 'Galluppi', il plesso scolastico 'Campanella', l'Istituto 'Rodari', il liceo classico 'Galluppi'. Non si segnalano danni a cose o persone, tuttavia in tanti si sono riversati in strada subito dopo l'episodio. La scossa avvertita oggi segue ad altre 20 registrate tra Catanzaro e i Comuni di Tiriolo, Marcellinara, Miglierina e Settingiano, tra le giornate di sabato e domenica scorsi.