Luca Ceriscioli, il presidente della regione Marche, ha aggiornato e riproposto una nuova ordinanza di chiusura di scuole e musei. La nuova ordinanza sarà in vigore fino alle 24 di sabato prossimo. Il governatore ha annunciato che i casi di positività al coronavirus sono sei. La prima ordinanza – con l’obbligo di chiusura di scuole, università e musei fino al 4 marzo e l’annullamento di tutti i concorsi e le manifestazioni pubbliche, nonché le gite scolastiche – era stata impugnata dal governo davanti al Tar perché in contrasto con le indicazioni giunte già lunedì da Roma e quanto stabilito nelle scorse ore per i territori non toccati dal contagio.
Ceriscioli però aveva annunciato che sarebbe andato fino in fondo: “Non è una scelta politica ma suffragata dai tecnici della Regione. L’ultimo contatto con il governo l’ho avuto con il ministro Boccia che mi ha annunciato che il governo impugnerà l’ordinanza. Io gli ho risposto che non farò un passo indietro” aveva detto il presidente. L’escamotage usato dal presidente delle Marche era stato quello della “prossimità”, come si leggeva nell’ordinanza, con l’Emilia-Romagna. Il nuovo provvedimento viene motivato dal fatto che “i casi positivi nelle Marche sono diventati sei”. Il nuovo provvedimento avrà effetti fino alle 24 di sabato” con le “stesse indicazioni e misure dell’ordinanza precedente”.
In un videomessaggio, Ceriscioli, riferendosi alla prima ordinanza che richiama la seconda, aveva parlato di una “scelta importante maturata dopo 24 ore di attesa nel percorso fatto insieme con il governo nella riunione di stamattina”. L’ordinanza è stata predisposta dal presidente della Regione Marche “nella consapevolezza che la situazione a distanza di 24ore si è ulteriormente aggravata”. Un contagio al confine della nostra regione, “a Cattolica – ricordava – ci segnala che sono sempre più urgenti misure di contenimento“.
Una nota congiunta, firmata dai ministri Francesco Boccia (Affari Regionali) Lucia Azzolina (Istruzione) e Gaetano Manfredi (dell’Università e della Ricerca) si spiegava le motivazioni dell’impugnazione della prima ordinanza: “Con la sua decisione unilaterale, il governatore Luca Ceriscioli si sfila dall’accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell’incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all’impegno preso con tutti gli altri governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate”. L’accordo in questione, spiegano, prevede infatti di uniformare le azioni di contrasto alla diffusione del coronavirus “in tutti i territori definiti no cluster, ovvero non direttamente interessati dai focolai”. Per questi territori – incluse quindi le Marche – non è prevista la chiusura di scuole e Università.”Con la sua decisione Ceriscioli, che peraltro nel corso della riunione di questa mattina non ha mai messo in discussione l’impianto dell’ordinanza, si sottrae a quel coordinamento e a quella condivisione fin qui proficuamente portati avanti nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini. La sua decisione, peraltro, non trova riscontro in nessuna disposizione prevista dalle autorità scientifiche che supportano l’azione del governo nella gestione di questa emergenza. Appare semmai del tutto sproporzionata, contraddicendo il principio di proporzionalità delle misure fin qui adottato dal governo”. Ma con le nuove positività riscontrate la situazione è cambiata.