Economia

Coronavirus, Borse ancora in rosso: Milano chiude a -3,6%. Lo spread supera i 170 punti

Continua la situazione negativa sui mercati azionari e dei titoli di Stato: una delle peggiori performance settimanali di sempre delle Borse europee e di Wall street. La peggiore è Francoforte. Forte calo per Atlantia: il titolo risente della contrazione delle presenze in autostrada e del transito negli aeroporti

Si chiude ancora in territorio negativo una delle peggiori performance settimanali di sempre delle Borse europee e di Wall street. La paura per gli effetti economici dell’emergenza coronavirus, confermata oggi anche dal presidente della Bundesbank (la Banca centrale tedesca) Jens Weidmann, ha portato l’indice Dax di Francoforte a cedere il 3,86%. A Londra il Ftse 100 ha perso il 3,11%, a Parigi il Cac 40 ha lasciato sul terreno il 3,38%. Altra giornata in rosso anche per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,58% dopo aver sfiorato un ribasso di cinque punti percentuali. Chiude inevitabilmente in rialzo lo spread tra Btp e Bund che sale a 171 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,11%.

L’indice Euro stoxx 600, che raggruppa i principali titoli quotati sulle Borse del Vecchio continente, cala del 3,5%, che si traduce in 310 miliardi di capitalizzazione persi in un’unica giornata. Dopo l’appello alla calma della Casa Bianca, Wall Street prova a recuperare, ma Dow Jones, Nasdaq e l’indice S&aP500 restano comunque in territorio negativo.

Nel listino di Piazza Affari cedono soprattutto le utility. Eni lascia sul terreno il oltre il 5%, ma la causa va ricercata anche nella presentazione dei conti dello scorso anno e del piano industriale triennale. Giornata negativa anche per Atlantia: il titolo risente degli effetti della diffusione del contagio da coronavirus che porta a una contrazione delle presenze in autostrada e dei passeggeri in transito negli aeroporti. Il titolo infatti è in linea con il calo dei settori del turismo e dei viaggi in tutta Europa.

Per Bank of America la crescita globale nel 2020 è destinata a scendere sotto quota 3%, su livelli che non si vedevano dalla grande recessione finanziaria. “Le interruzioni prolungate alle catene produttive in Cina danneggeranno le catene di approvvigionamento globali e la debolezza dei flussi turistici rappresenta un altro ostacolo per l’Asia”, ha detto Aditya Bhave, economista dell’istituto finanziario. Per il quale “focolai limitati, simili a quelli in Italia, sono possibili in molti Paesi provocando quarantene e influenzando negativamente il clima di fiducia”. La banca ha quindi ridotto la stima sulla crescita globale 2020 al 2,8% (dal 3,2%), il dato minore dal 2009.