A quasi un anno dall’inchiesta e dal clamore sono state revocate dal tribunale di Prato le misure di custodia cautelare domiciliare per la 31enne accusata di violenza sessuale nei confronti del ragazzo a cui dava ripetizioni di inglese da cui nell’estate 2018 ebbe perfino un figlio. La misura è stata sostituita col divieto di avvicinamento per la donna al ragazzino.
La 31enne era agli arresti domiciliari dal 27 marzo 2019 è imputata nel processo scaturito dall’inchiesta aperta dalla procura di Prato su denuncia della famiglia del ragazzo. La madre aveva colto un suo stato di agitazione e riuscì a farsi raccontare cosa era successo. Nel processo è imputato anche il marito accusato di ‘alterazione di stato’, in sostanza avrebbe mentito attribuendosi la paternità del bambino nato invece dalla relazione della moglie con il minore, adesso 15enne.
“Siamo soddisfatti, perché la misura cautelare non può esser l’anticipazione della pena, qualunque essa si” ha detto l’avvocato Mattia Alfano, difensore della donna. L’avvocato Alfano inoltre spiega che la sua assistita “ora può cominciare a portare il suo bambino ai giardini, un desiderio che aveva da mesi” oltre a poter riprendere altri impegni della vita quotidiana all’esterno dell’abitazione. La 31enne, imputata nel processo la cui sentenza è attesa per il prossimo 23 marzo, “continua a seguire un percorso psicoterapeutico“.