2020, anno bisestile. Anno funesto per tradizione popolare. 366 giorni anziché 365. Perché un giorno in più? Per evitare uno slittamento delle stagioni. Mantenendo sempre 365 giorni, ogni 4 anni si accumulerebbe infatti un giorno di ritardo. Si tratta di un calcolo piuttosto complicato che serve a rendere il calendario civile il più possibile coerente con l’anno solare ed è stata un’idea di Giulio Cesare, nel 46 a.C. A nessuno sfugge il detto “anno bisesto anno funesto“: chiaramente si tratta di superstizione ma sono molte le leggende e le storie legate a questo proverbio. Febbraio, per gli antichi romani, era il mese dedicato ai morti: insomma, già di suo, pure senza il giorno in più, non proprio un periodo allegro. Tra le varie tradizioni legate a questo giorno, una delle più stravaganti (e per niente funesta) è senz’altro quella irlandese: secondo quanto riposta la Bbc, grazie a San Patrizio e su richiesta di Santa Brigida, le donne potevano dichiararsi agli uomini solo il 29 febbraio. E se alla dichiarazione seguiva un “no”, bisognava fare un regalo alla donna. Una tradizione simile si ritrova anche nel nord europa: anche in questo caso le donne potevano dichiararsi agli uomini il 29 febbraio ma solo presentandosi con una cucurbitacea e dopo la dichiarazione dovevano dare tre baci al possibile futuro marito. E i nati il 29 febbraio? Gioacchino Rossini, l’autore del Barbiere di Siviglia, per esempio. Ma non solo lui ovviamente: per tutti i nati in questo giorno esiste addirittura un club, l’Honor Society of Leap Year Day Babies.