L'imprenditore a Rebibbia dopo che due giorni fa è diventata definitiva la condanna per il crac della Safin Cinematografica. L'imprenditore è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, dove si trova piantonato
I carabinieri del Nucleo Investigativo hanno notificato ieri pomeriggio a Vittorio Cecchi Gori, ex patron della Fiorentina, un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma per un cumulo pena di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni di reclusione. A Cecchi Gori sono contestati reati finanziari, tra cui una bancarotta fraudolenta. L’imprenditore è ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, dove si trova piantonato. Il ricovero risale al giorno stesso della condanna e dovrebbe restare in ospedale almeno fino a lunedì.
Solo due giorni fa la Cassazione aveva reso definitiva la condanna a 5 anni e mezzo per il crac da 24 milioni di euro della Safin Cinematografica, come deciso nell’ottobre del 2018 dalla Corte di appello romana. Dopo il sequestro della sua abitazione a Palazzo Borghese Vittorio, 78 anni ad aprile, è tornato a vivere, talvolta anche agli arresti domiciliari, nella abitazione ai Parioli, dove viveva il padre Mario, l’uomo che fondò l’impero Cecchi Gori, ormai disfatto e liquefatto, lasciando un segno nel cinema italiano.
Per il filone d’inchiesta Safin, Cecchi Gori – un passato da senatore della Repubblica per due mandati – è stato arrestato nel 2008 e ha già trascorso circa quattro mesi con misure cautelari, ma non bastano a superare lo i cinque anni e due mesi che rimangono per saldare il conto con la giustizia. Inutile in Cassazione l’estremo tentativo del suo legale, avvocato Massimo Biffa, di ottenere un rinvio. In appello la condanna a sei anni di reclusione era stata ridotta di sei mesi per la prescrizione di un reato, ed erano usciti di scena gli altri imputati che avevano patteggiato. Si tratta di Luigi Barone (collaboratore di Cecchi Gori, tre anni e 4 mesi), Giorgio Ghini (presidente del collegio sindacale, 3 anni) e Alessandro Mattioli (componente del collegio sindacale, 3 anni). Altri due imputati sono morti dopo il primo grado e dunque era rimasta attiva solo la posizione di Cecchi Gori.Secondo l’accusa gli indagati avevano continuato a gestire la Safin dissipandone parte rilevante del patrimonio fino alla primavera del 2007 benché non facesse più parte del gruppo societario di Cecchi Gori dall’ottobre 2006, quando la capofila Finmavi, la cassaforte finanziaria, venne stata dichiarata fallita. Nel 2006, Vittorio era già sta condannato dalla Cassazione per il fallimento della Fiorentina, a tre anni (coperti dall’indulto) e quattro mesi.