Parola d’ordine: droplet. Questo è il criterio che stabilisce la distanza di sicurezza – almeno un metro – nelle nuove misure approvate in ottica di contenimento del coronavirus. Letteralmente, ‘droplet’ significa gocciolina in inglese, ma, per estensione, viene usato per indicare la distanza minima necessaria per impedire che le “goccioline di saliva” non arrivino ad altre persone starnutendo, tossendo o semplicemente parlando. Il coronavirus infatti si trasmette per via aerea: per questo tra le linee guida dei medici c’è la distanza di sicurezza di almeno un metro.

Per consentire di riaprire i luoghi attualmente chiusi per precauzione, dalle scuole alle chiese, dai bar ai cinema, la regola d’oro sarà proprio il droplet. Per esempio, i locali possono aprire a condizione che si facciano entrare le persone che possono consumare sedute, rispettando le distanze di sicurezza. Il Duomo, quindi, ha riaperto ma ammettendo solo un numero limitato di turisti alla volta per evitare code e gruppi. Posti già segnati – e ben distanziati – anche sui banchi delle chiese. Misure simili devono essere applicate anche nelle biblioteche, negli spogliatoi delle palestre, nei centri commerciali e in tutti i luoghi frequentati dal pubblico.

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