Ancora al comando. O almeno questo dicono gli exit poll che registrano il vantaggio del Likud di Benyamin Netanyahu che torna da stasera ad essere il primo partito in Israele con 37 seggi. Lo sfidante, Benny Gantz, leader del centrista Blu-Bianco, si agguanta 32 seggi. Il blocco di destra si fermerebbe a 60 seggi, mentre la maggioranza della Knesset è di 61. Lo stesso quorum avrebbe il centrosinistra se Avigdor Lieberman con i suoi preziosi 8 seggi decidesse di unirsi a Gantz, arrivando così a 60 scranni. Insomma potrebbe essere ancora stallo. Netanyahu ha ringraziato su Facebook gli elettori che hanno votato il suo partito poi ha telefonato agli altri leader della coalizione per incontrarsi immediatamente domani mattina per esaminare i prossimi passi. Hanno concordato – hanno fatto sapere dal Likud – nella formazione di “un forte governo nazionale” quanto più rapidamente possibile. La Lista araba unita è il terzo partito alla Knesset e avrebbe tra i 14 e i 15 seggi. “Si tratta del successo parlamentare più vistoso per gli arabi e per gli ebrei democratici dalla prima legislatura di Israele” (nel 1949), ha affermato Ayman Odeh, il leader della Lista araba unita. “Siamo lanciati verso i 15 seggi”.
La partita di queste elezioni – le prime al tempo del coronavirus in Israele, con 18 seggi speciali dedicati agli oltre 5.600 israeliani in quarantena – sono una doppia vittoria per Netanyahu che il 17 marzo dovrà affrontare in tribunale il processo per corruzione, frode e abuso di potere. Il quadro che esce dal voto pare dunque più certo rispetto alle precedenti tornate elettorali ma ancora non chiaro, anche se è possibile che dallo spoglio reale possa uscire quel seggio che manca attualmente alla destra. Oppure nelle trattative con i partiti che sicuramente nei prossimi giorni Netanyahu -come riporta l’Ansa – comincerà per portare a casa quell’unico scranno che al momento lo divide dalla vittoria completa, e eclatante, che il terzo voto in un anno gli ha regolato. Altro dato rilevante in Israele è l’alta affluenza registrata questa volta (la più alta dal 1999) rispetto alle ultime due: è riuscita a sconfiggere sia l’apatia sia la paura dell’infezione da Covid-19.
Dall’esito di stasera è più probabile che esca quindi un nuovo governo. A stigmatizzare cosa sarebbe accaduto se si fosse andati ad una quarta elezione era stato d’altra parte lo stesso presidente Reuven Rivlin che non ha mancato di manifestare, subito dopo il voto, “vergogna” per la caduta di tono dalla campagna elettorale appena conclusasi. Tutti i leader, da Netanyahu a Gantz, hanno invitato gli elettoria votare nel tentativo di sbloccare l’impasse e dare una risposta chiara per formare il nuovo governo.