A venticinque giorni di distanza dal deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno all’altezza del posto di movimento di Livagra, vicino a Ospedaletto Lodigiano, riapre la linea Alta Velocità tra il capoluogo lombardo e Bologna. La tratta era stata interrotta per il conseguente sequestro dell’area, gli accertamenti irripetibili e le operazioni di rimozione dei convogli usciti dai binari, provocando la morte dei macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo. I primi treni hanno iniziato a circolare domenica sera.

Il Frecciarossa, partito dalla stazione Centrale alle 5.10, stando alle prime ricostruzioni della procura di Lodi, è deragliato a Livagra a causa di uno scambio difettoso prodotto da Alstom che, in fase di montaggio, sarebbe rimasto in posizione di “deviata” quando i treni in transito sulla linea avrebbe dovuto procedere a “dritta”. I pm e gli uomini della Polfer stanno indagando alla ricerca delle cause del problema. I cablaggi invertiti all’interno del pezzo, infatti, non spiegherebbero del tutto l’errore di posizione dello scambio.

Una squadra di operai di Rete ferroviaria italiana era intervenuta per la sostituzione nelle ore notturne. Circa un’ora di prima del deragliamento nei sistemi interni di Rfi era stato inserito un fonogrammapubblicato in anteprima da Ilfattoquotidiano.it – inviato dagli operai con il quale si confermava la posizione “normale” dello scambio e la disalimentazione dello stesso. È questa la mossa che ha dato il via libera alla circolazione dei treni da parte del Dco di Bologna, il quale visualizzava lo scambio in posizione corretta.

Cosa è avvenuto durante i lavori? I cablaggi invertiti potrebbero aver tratto in inganno i due operai che sono intervenuti sull’attuatore dello scambio, ma non spiegano del tutto l’errato posizionamento. La Polfer, infatti, sta verificando se nelle procedure di intervento sui binari dell’Alta Velocità sia prevista o meno la verifica “a vista” della corretta posizione dello scambio. Chi ha operato sullo scambio all’altezza del posto di movimento di Livagra aveva controllato? Era tenuto a farlo? La posizione era corretta ed è accaduto qualcosa dopo il via libera fornita al Dco di Bologna?

Attorno a queste domande si stanno muovendo gli investigatori e i periti nominati dalla procura di Lodi, che ha iscritto nel registro degli indagati i 5 operai intervenuti nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e altre 6 figure della stessa società, il numero uno di Alstom Maurizio Viale, 6 dipendenti della ditta, più la stessa Rfi per responsabilità amministrativa. In totale sono quindi 19 gli indagati per omicidio colposo e disastro ferroviario.

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