Lo scorso venerdì, come spiegano dall'agenzia di viaggi che ha fatto da mediatore con il tour operator per il viaggio, una persona "ha accusato i sintomi, come tosse". Negativi al primo tampone, sono risultati positivi al secondo. Le 13 donne e 8 uomini che viaggiavano con loro sono in quarantena, assisti dall'ambasciata, aspettando i risultati del test
Due turisti lodigiani, partiti il 20 febbraio per l’India, sono risultati positivi al test del coronavirus. Il caso, sollevato dall’Ansa e confermato da fonti del ministero indiano della Salute, coinvolge in totale 23 italiani che fanno parte della comitiva. Lo scorso venerdì, come spiegano dall’agenzia di viaggi che ha fatto da mediatore con il tour operator per il viaggio, una persona “ha accusato i sintomi, come tosse, ed è stato ricoverato prima in una clinica privata” e poi il giorno dopo “in un ospedale statale di Jaipur assieme alla moglie”. Il primo tampone è risultato negativo al coronavirus, mentre “il secondo oggi è risultato positivo”.
Gli altri 21 lodigiani – 13 donne e 8 uomini – che erano in viaggio con la coppia sono stati fermati dalle autorità indiane – insieme ai tre tour operator indiani – e si trovano attualmente in una struttura sanitaria militare a Delhi, dove stanno effettuando i test. Tutti sono assistiti dall’ambasciata, che sta anche organizzando una spedizione di materiale sanitario aggiuntivo e generi alimentari. I risultati dei tamponi dovrebbero arrivare nelle prossime ore.
I casi di coronavirus finora confermati in India sono 6 e 284 persone si trovano in quarantena nella zona di Karnataka. Nelle scorse ore il governo indiano ha chiuso l’ingresso ai viaggiatori provenienti da Italia, Cina, Iran, Corea del Sud e Giappone, come scrivono i media indiani tra cui l’Hindustan Times riportando un comunicato del governo. Secondo l’annuncio, riferito anche dal sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, i visti rilasciati sino a oggi sono sospesi “per tutti i cittadini italiani, cinesi, sudcoreani, iraniani e giapponesi che non siano ancora entrati” in India, con eccezioni solo per diplomatici e funzionari Onu, che dovranno comunque fare controlli.