Andrea Mannini è il commissario tecnico delle squadre olimpiche della vela cinese, che erano attese per i mondiali in Spagna e gli Europei a in Francia, rispettivamente ad aprile e maggio. Ma è tutto saltato. "Per loro l'epidemia qui non è sotto controllo. Se torno mi aspetta un'altra quarantena. E non so quanto durerà, visto che le squadre sono in isolamento dal 23 gennaio"
“Dicono che la situazione in Europa non è sotto controllo, mentre in Cina lo è. Là hanno chiuso l’Hubei, messo in quarantena una città da 11 milioni di abitanti come Wuhan, mentre qui la gente, come il virus, sta girando liberamente. In Europa le autorità non potrebbero mai fare quello che hanno fatto in Cina“. Domani sarà l’ultimo giorno di quarantena fiduciaria in Italia per Andrea Mannini, commissario tecnico delle squadre olimpiche della vela cinese, tornato da Hainan il 21 febbraio dopo avere passato quasi un mese in isolamento. Oggi doveva arrivare la squadra di atleti che allena per i mondiali a Palma de Mallorca in Spagna e gli Europei a Hyeres in Francia, rispettivamente ad aprile e maggio. Ma è tutto saltato. Il motivo in una mail. “Considerando l’ondata e l’aumento dei casi confermati di coronavirus in Europa e in conformità con i requisiti del ministero dello sport a del centro prevenzione malattie e controllo epidemie – si legge -, e i preparativi per i Giochi olimpici di Tokyo, la Federvela cinese ha deciso di sospendere la squadra olimpica cinese di vela dal regatare in Spagna e Francia, e continuare la loro formazione” in patria, in un luogo che non è stato reso pubblico. “Se la squadra andrà in Europa sarà decisa dopo che l’epidemia mondiale sarà sotto controllo”.
Mannini stava allenando le squadre cinesi da giugno, ma gli appuntamenti sportivi sono saltati. “Ero già in partenza per la Spagna, quando mi hanno chiamato e mi hanno detto di non partire – racconta a ilfattoquotidiano.it -. Che faccio adesso? Mi hanno chiesto di nuovo di raggiungerli in Cina, ma dovrei tornare in quarantena anche lì, dopo le limitazioni di libertà delle quarantene precedenti ad Hainan e in Italia. Mi hanno quindi accordato di ritornare tra due settimane, ma i dettagli li saprò, spero, nelle prossime ore. Contrattualmente sono tenuto a tornare, ma sto cercando ancora di avere tutte le informazioni per prendere una decisione se continuare o rescindere il contratto”. A Mannini infatti spetta per certo un altro periodo di isolamento, come prevede Pechino per chi proviene dall’Italia. “Non è chiaro se dovrò fare la quarantena in un hotel, una volta sbarcato, o se invece andrò nella base dove si allenano gli atleti delle squadre. Sicuramente dovrò farla”. I team, che dipendono dal Ministero dello sport, sono in quarantena dal 23 gennaio proprio nei luoghi in cui si allenano, perché vengono considerati sicuri. “Quindi – precisa Mannini – non so nemmeno per quanti mesi dovrei restare in Asia. Una volta là posso uscire in mare, ma al ritorno alla base devo rimanere lontano anche dalla squadra, allenamenti a parte. Ti portano il cibo in camera, è un isolamento dentro l’isolamento. Non so quale sarà la politica del governo sulle squadre olimpiche“.
Ma i ragazzi del team – 20 atleti, 20 sparring partner e circa 25 tecnici – come si sentono? “A loro dispiace non partecipare ai Mondiali, ma su wechat mi dicono solo una cosa: dobbiamo ubbidire alle regole del governo. Tutti là lo fanno. Sono dei robot: se Pechino dice di fare così, così si fa”. Eppure i numeri del contagio in Europa sono nulla rispetto a quelli in Cina. “L’ho ricordato anche al mio traduttore. Gli ho detto che in Spagna i casi di contagio sono 114, in Cina 80mila. Ma lui mi ha detto che il virus che abbiamo in Europa è mutato rispetto al loro e che può essere pericoloso. E circola anche la notizia secondo cui il ‘paziente uno’ italiano si sia ammalato di coronavirus durante un viaggio alle Hawaii. Una fake news come tante altre”.