In un momento storico in cui i tradizionali Saloni dell’Auto sanno di stantio e hanno perso la loro attrattiva nei confronti di pubblico e costruttori automobilistici, la pandemia del Coronavirus è stata una sorta di colpo di grazia definitivo. Esploso, peraltro, contro l’ultimo baluardo dei motorshow che fanno di riflettori e lustrini la loro principale ricetta, ovvero il Salone di Ginevra, già claudicante per via delle tante defezioni incassate da molti marchi automotive: gli stessi che, fino a qualche anno fa, mai avrebbero rinunciato alla passerella elvetica. Ci ha pensato il virus, dunque, a far chiudere i battenti alla più rappresentativa kermesse dell’auto europea. Questo non significa, però, che il timing dei costruttori per la presentazione e la commercializzazione dei nuovi modelli che dovevano vedere la luce sulle rive del lago Lemano non vada avanti. La scelta, generalizzata, è quella di usare il web e i canali digitali, al posto dello scintillio di luci e stand, per svelare al mondo le ultime novità. E allora anche noi, orfani di Ginevra come tutti, vi proponiamo una rassegna delle primizie che a partire da oggi, in quella che in teoria sarebbe stata la prima giornata stampa della manifestazione svizzera, stanno debuttando in rete. Va comunque specificato che, virus o non virus, quest’anno l’elenco delle novità non avrebbe incluso tantissime voci, come in passato. Ma quelle virtualmente presenti sono di peso e vale la pena ricordarle.
Il gruppo FCA, in particolare, dopo essersi fatto mettere l’anello al dito dai francesi di PSA, ha mostrato al mondo la versione più sportiva dell’Alfa Romeo Giulia: la GTA, e la sua versione ancora più cattiva GTAm. 540 Cv di potenza, una massa complessiva alleggerita rispetto all’auto di derivazione e una dotazione tecnica di primo livello. Un’auto pensata per lasciarsi alle spalle la concorrenza in termini di prestazioni e piacere di guida e pensare un po’ meno al fatto che, commercialmente, la Giulia per ora si sia rivelata una scommessa persa. Purtroppo. Di tutt’altro genere la nuova Fiat 500 che esordisce, per la prima volta nella sua gloriosa storia, in veste completamente elettrica, proiettando il gruppo in quello che sembra essere il futuro nell’automobile, quello delle zero emissioni allo scarico. E che, fatto importante, porta sul cofano il badge “500” e non quello Fiat, a testimonianza che l’auto più glamour di Fca farà sempre più marchio a sè.
Dall’altra parte del mondo, dalla Corea del Sud, il gruppo Hyundai si presenta con due pilastri commerciali. Il primo è la quarta generazione della Kia Sorento, suv di dimensioni medio grandi costruito su una piattaforma totalmente inedita e porta al debutto il motore ibrido “Smartstream”. Quest’ultimo si compone di un propulsore turbobenzina di 1,6 litri di cilindrata, accoppiato a un motore elettrico da 44,2 kW e alimentato da una batteria a litio da 1,49 kWh. La potenza massima è di 230 Cv, mentre la coppia motrice ammonta a 350 Nm. Nel corso dell’anno, poi, la Sorento avrà pure una variante plug-in hybrid, ricaricabile alla spina. All’interno, spiccano l’infotainment con touchscreen da 10,25 pollici, che incorpora le funzioni di navigazione satellitare, e il quadro strumenti digitale ad alta risoluzione da 12,3 pollici.
Poi c’è la nuova Hyundai i20, concorrente di best seller come Renault Clio e Peugeot 208: ora è più bassa di 2,4 cm e più larga di 3, mentre la lunghezza totale si mantiene a quota 404 cm. Il bagagliaio offre una capacità di 351 litri. All’interno spicca la strumentazione digitale e l’infotainment connesso, basati su schermi da 10,25 pollici. Sotto al cofano un quattro cilindri benzina di 1,2 litri di cubatura e 84 Cv di potenza, con cambio manuale cinque marce; e un tre cilindri turbo di un litro, da 100 o 120 cavalli, con tecnologia mild hybrid rispettivamente opzionale e di serie. Le i20 elettrificate sono disponibili pure con cambio automatico doppia frizione a sette marce. Fra gli ausili elettronici di guida figurano la frenata automatica di emergenza, lo Smart Cruise Control e l’assistente di corsia.
Unico brand che doveva partecipare alla kermesse svizzera, fra quelli di PSA è la DS. Lo avrebbe fatto con una tradizionale berlina a tre volumi, destinata a essere commercializzata in tutto il mondo e dotata di avanzati motori elettrificati, la DS9. Lunga 4,93 metri, è più grande del suv DS7 e si distingue per un interasse di 2,9 metri, garanzia di una grande spaziosità interna. Del resto, il comfort è uno degli punti di forza del modello, dotato di un abitacolo costruito con particolare attenzione: ad esempio la plancia è rivestita di pelle Nappa e il padiglione di Alcantara. La DS9 verrà offerta con motori plug-in hybrid, ricaricabili alla spina. Il propulsore quattro cilindri 1.6 turbo a benzina si abbina a un’unità elettrica integrata nel cambio automatico a otto rapporti: insieme erogano 225 Cv di potenza massima, trasmessi a terra dall’asse anteriore di trazione. L’elettromotore è collegato a una batteria da 11,9 kWh, che consente di marciare in modalità 100% elettrica su tragitti lunghi da 40 a 50 km, a una velocità massima di 135 km/h. La batteria può essere ricaricata a 7,4 kW in circa 90 minuti. Successivamente, arriveranno edizione da 250 e 360 Cv.
In casa Audi a rubare la scena è la nuova A3 Sportback, vera e propria colonna delle vendite del costruttore tedesco, in arrivo nelle cencessionarie tra aprile e giugno. Lo stile della cinque porte rimane fedelmente allineato a quello del modello precedente, di cui rappresenta un’evoluzione. Del resto la ricetta della Sportback, nel corso degli anni, ha incontrato una grande favore del pubblico: merito delle dimensioni relativamente compatte (è lunga 431 cm) unite al piglio da station wagon, di cui in Audi sono convinti fautori, tanto che la nuova A3 sarà proposta esclusivamente con carrozzeria a cinque porte. La base tecnica è quella della cugina Volkswagen Golf, con cui la A3 condivide il pianale modulare Mqb, opportunamente aggiornato con un maggiore impiego di alluminio per tenere a bada il peso e irrigidito per ottimizzare le doti di guidabilità e comfort. E se l’infotainment si annuncia di prim’ordine, con collegamento in rete al top della categoria grazie ad Audi connect, Car-to-X e Amazon Alexa, sotto il profilo motoristico la vettura avrà, perlomeno inizialmente, un range di potenze compreso fra 110 e 150 Cv, erogati da motori turbobenzina e turbodiesel con cubature comprese fra 1 e 2 litri (il mille e cinque a benzina sarà anche mild hybrid, con il motorino elettrico a sostegno del termico e alimentato da una batteria a 48 volt). E per chi cerca più sprint, la S3, con trazione integrale e 310 Cv di potenza massima.
Come dimenticare le supercar, a proposito di cavalli. Un classico come la Porsche 911 Turbo S, cabrio e coupé, ne ha ben 650, mentre è un mix di fascino e potenza la nuova Aston Martin Vantage Roadster con motore V8 biturbo di 4 litri, capace di 510 Cv di potenza e 685 Nm di coppia motrice. Numeri trasmessi all’asfalto dal cambio automatico a otto marce, collegato all’asse posteriore di trazione. Ne risultano prestazioni mozzafiato: 0-100 km/h coperto in 3,8 secondi e 304 km/h di velocità massima. Il pezzo forte, però, è il tetto retrattile in tela, apribile in sette secondi anche a velocità di 50 km/h. Lo chassis vanta sospensioni attive, torque vectoring – ripartisce la coppia fra le ruote per ottimizzare la stabilità – e differenziale autobloccante, che massimizza la trazione in curva. Prezzo? Attorno ai 160 mila euro.
Fuori dal comune invece la Pagani Huayra “Imola”, pensata per l’utilizzo su pista e messa a punto fra i cordoli dell’autodromo da cui riprende il nome. Ne saranno prodotte appena cinque unità, vendute a un prezzo di ben 6 milioni di euro cadauna. Dalle altre Huayra, la Imola riprende l’aerodinamica attiva, composta da quattro ali mobili che cambiano incidenza in funzione dei frangenti di guida, regolando il carico verticale in funzione dell’angolo di sterzo, della posizione dell’acceleratore e del freno. In aggiunta c’è una nuova ala posteriore e una nuova geometria delle sospensioni, pensate per scaricare a terra la potenza di 827 Cv e l’esuberante coppia motrice, pari a 1100 Nm: il tutto si basa su ammortizzatori attivi a gestione elettronica sulla singola ruota, interconnessi tra loro.
Tornando coi piedi per terra, Suzuki schiera la nuova Ignis Hybrid, Cupra il suv Formentor (primo modello indipentente dal marchio Seat) nonché la Leon e Dacia si presenta con la Spring, show car che prefigura un futuro modello elettrico. Anche Renault punta fortissimo sull’elettrificazione con la versione a emissioni zero della sua Twingo, ribattezzata “Z.E.”. L’auto è alimentata da una batteria agli ioni di litio da 22 kWh, sviluppata dalla LG Chem: assicura un’autonomia nel ciclo di omologazione urbano pari a 165 km. Ma utilizzando la modalità di guida “Eco” – che limita le prestazioni – il range d’azione fra un semaforo e l’altro arriva a circa 200 km. L’integrazione dell’accumulatore nel telaio della vettura non ha compromesso gli spazi dedicati a passeggeri e bagagli (che hanno a disposizione un vano di carico da 240 litri). Il propulsore elettrico eroga una potenza massima di 82 Cv, una coppia motrice di 160 Nm e consente di raggiungere una velocità massima di 135 km/h.
Non meno interessanti l’anteprima mondiale Mégane Sporter E-TECH Plug-in Hybrid, seguita dalle Clio E-Tech e Captur E-Tech Plug-in. In particolare la seconda è la versione full hybrid della compatta transalpina, mentre la terza beneficia di batterie più grandi, ricaricabili anche da una presa di corrente esterna. Entrambe le motorizzazioni E-Tech garantiscono l’avviamento, il momento più critico in termini di consumo ed emissioni, sempre in modalità 100% elettrica. Altri assi nella manica sono la trasmissione multimodale e l’impianto di frenata rigenerativa. Captur E-Tech Plug-in vanta un’autonomia elettrica di 50 km – che diventano 65 in città – a una velocità fino a 135 km/h. Dopo tale soglia si attiva l’unità termica a benzina di 1.6 litri.
Poi c’è Volkswagen, che oltre a svelare l’elettrica pura ID.4 continua a scommettere sulla Golf: a stupire sono le versioni GTI, GTD e GTE, rispettivamente a benzina, diesel e con tecnologia ibrida plug-in. La GTI, in particolare, è una sulla breccia dal lontano 1975, giunta ormai all’ottava generazione: il suo cuore pulsante è un motore quattro cilindri turbobenzina di 2 litri da 245 Cv di potenza massima e 370 Nm di coppia motrice. Prevede l’assetto sportivo ribassato di 1,5 cm e il differenziale autobloccante meccanico a controllo elettronico. Due le trasmissioni a listino: cambio manuale a sei rapporti o automatico doppia frizione a sette, entrambi collegati alle ruote motrici anteriori. Molti dei medesimi particolari estetici e tecnici della GTI si ritrovano anche sulla GTD, spinta da un 2 litri turbodiesel da 200 Cv e 400 Nm di coppia, il più potente diesel mai adottato da una Golf. In questo caso, però, l’unica trasmissione disponibile è quella automatica a sette marce. La più avanzata del terzetto, però, è l’edizione GTE, elettrificata e ricaricabile alla spina: il suo powertrain sfrutta un motore turbobenzina di 1.4 litri, capace di 150 Cv e accoppiato a un propulsore elettrico da 115 Cv integrato nella scatola del cambio automatico a sei rapporti. La potenza complessiva della GTE è di 245 Cv, per 400 Nm di coppia. Ad alimentare l’elettromotore è una batteria da 13 kWh, che consente alla vettura di percorrere fino a 60 km a zero emissioni.
Puntuali, infine, anche i tedeschi di Bmw e Mercedes. La casa di Monaco ha svelato la i4, una Gran Coupé a passo lungo e linea del tetto di tipo “fastback” completamente elettrica, con potenza di 530 Cv e autonomia fino a 600 chilometri, che racchiude elementi stilistici delle Bmw del futuro ed entrerà in produzione nel 2021. Da Stoccarda invece rispondono con una rinnovata Classe E, sia in versione berlina che wagon, da sempre un punto di riferimento tra le ammiraglie di lusso. Non è un caso che, solo della generazione attualmente in commercio, siano stati venduti nel mondo 1,2 milioni di esemplari. Quella rivisitata sarà in vendita in estate, seguita dalle varianti coupé e cabrio.