Dieci anni fa il M5s nasce per scardinare un blocco di potere marcio, consolidato, con le stesse facce da 20 anni, con gli stessi leader, con le stesse sigle che hanno finito per soffocare la democrazia, dando vita a blocchi di potere in ogni ganglio della società, nell’industria, nelle professioni, nelle università, nella sanità, nell’informazione, nei sindacati e in modo più palese in tutta la politica. In quello scenario Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio con la nascita prima dei Meetup e poi del MoVimento 5 Stelle hanno guidato ed ispirato un movimento popolare di cittadini liberi che come un’onda o meglio uno Tsunami ha rovesciato gli equilibri di un blocco di potere politico.

Per scardinare una casta politica gli ispiratori del Movimento hanno chiamato i cittadini a raccolta senza filtro e hanno chiesto a ogni cittadino di mettersi in gioco, un anno zero per rifondare la democrazia fondato sulla possibilità di tutti di candidarsi purché con fedina penale pulita e senza candidature in altre forze politiche, dando così a tutti i cittadini iscritti al M5s di poter scegliere i loro portavoce nelle istituzioni. Ci siamo riusciti grazie ad una geniale intuizione dei fondatori, adatta a quel momento storico, che ha portato tanti cittadini liberi dentro le istituzioni.

Tuttavia, presto, ci siamo accorti che l’inesperienza aveva, da un lato, una faccia positiva perché portava una genuina passione politica, una freschezza di idee e persone con mani libere e pulite rispetto ai marci meccanismi della politica che ha ricevuto apprezzamenti e riconoscimenti di funzionari di Stato, segretari generali e dirigenti; dall’altro il nostro metodo di selezione ha anche condotto nelle istituzioni cittadini inadeguati che hanno presto lasciato il M5s o non si sono mostrati all’altezza del loro compito. In un momento come questo, con gli Stati Generali del M5s alle porte, con l’occasione di poter rifondare il Movimento per renderlo adatto alle sfide del domani e per imparare dal passato, dovremmo decidere tutti insieme come aumentare i nostri punti di forza e ridurre quelli di debolezza.

Un nuovo metodo di selezione l’abbiamo già sperimentato, qualche anno fa, per l’elezione del Presidente della Repubblica. (Si tratta delle Quirinarie 2013 che portarono alla candidatura di Stefano Rodotà ndr). I parlamentari dopo un confronto assembleare votarono per individuare dieci nomi di prestigio dopodiché tutti gli iscritti scelsero il nome che poi avremmo scritto sulle schede nella seduta dell’elezione del Presidente della Repubblica. Oggi quella proposta si può estendere per la selezione di tutti i nostri rappresentanti nelle istituzioni. Il primo passaggio sono le assemblee locali e territoriali che possono decidere per la selezione dei candidati della propria area geografica di residenza. Le assemblee dovrebbero essere costituire da portavoce di tutti i livelli istituzionali insieme a rappresentanti di attivisti democraticamente eletti per territori non rappresentati.

Dopo un confronto in assemblee locali, si decide una prima rosa di candidati con una votazione interna trasparente e pubblica in modo da individuare i migliori attivisti e i migliori professionisti della società coerenti con i valori del M5S in linea con i criteri e i requisiti già richiesti oggi. L’ultima parola e la selezione finale resta in mano a tutti gli iscritti, con un voto online, secondo il nostro principio di democrazia diretta.

Ci sono almeno tre vantaggi con questo metodo proposto. Il primo è che tutto sarebbe palese e trasparente e sposterebbe l’attenzione sulla qualità delle persone coinvolte mentre oggi molti meccanismi di consenso e di straordinari successi al voto online come di clamorose esclusioni restano opachi e senza spiegazioni. Il secondo vantaggio è che oggi il filtro delle candidature è in mano al solo capo politico che da solo decide chi ammettere e chi no, mentre domani sarebbero delle assemblee locali a vagliare le candidature. Il terzo vantaggio è che si eviterebbe di premiare solo l’esposizione mediatica e si inizierebbe a poter valutare in modo assembleare anche i meriti, l’esperienza e le competenze dei cittadini che devono rappresentarci nelle istituzioni.

Il coinvolgimento, la partecipazione democratica, la libertà, la voglia di portare nelle istituzioni del Paese i migliori uomini e le migliori donne deve guidarci nelle soluzioni, e garantire ad una forza popolare come la nostra di continuare a far lavorare insieme e unire insegnanti e direttori degli uffici scolastici, operai e giuslavoristi per dar vita alle migliori leggi del Paese.

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