Bernie Sanders conquista il trofeo più ricco di questo Super Tuesday, la California. Ma Joe Biden vince un numero importante di Stati, da Nord a Sud, dagli elettori dei sobborghi al voto degli afro-americani, dagli Stati più conservatori a quelli più liberal, in un rilancio impressionante e inatteso della sua candidatura. Michael Bloomberg riesce a imporsi soltanto alle Samoa americane e medita a questo punto il ritiro. Elizabeth Warren mostra segni di forza in alcune aree del Paese, ma perde il suo Stato, il Massachusetts, conquistato dall’ex vicepresidente dell’amministrazione Obama. Anche per lei, probabilmente, ci sarà da pensare alla possibilità di abbandonare la corsa presidenziale.
Era atteso un Super Tuesday particolarmente combattivo, con Bernie Sanders dato per favorito in molti dei 14 Stati – più il territorio delle Samoa americane – in palio. Il voto ha disatteso molte delle previsioni, segnando il prepotente ritorno in scena di Joe Biden. Dopo il ritiro di Amy Klobuchar e Pete Buttigieg, Biden è diventato infatti il candidato ufficiale dell’establishment democratico. La cosa si è tradotta nella mappa elettorale. Biden vince in Virginia, Alabama, Arkansas, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee e Texas. Particolarmente impressionante la vittoria in Massachusetts, che assegna 91 delegati e che fino a qualche ora fa era visto come teatro di uno scontro esclusivo tra Elizabeth Warren, che è senatrice dello Stato, e Bernie Sanders, favorito in un territorio particolarmente progressista. Ebbene, anche in Massachusetts Biden riesce inaspettatamente a vincere.
BIDEN, IL CANDIDATO “RINATO” – “Non lo chiamano Super Tuesday per niente”, ha detto uno spumeggiante Biden presentandosi sul podio a Los Angeles, dove ha atteso i risultati con la moglie e la sorella. “È un’ottima serata per noi, e sembra diventarlo ogni momento di più”. Biden ha ricordato come “soltanto alcuni giorni fa media e opinionisti ci davano per morti. Ma noi siamo molto più che vivi”. L’ex vice di Obama non ha mai citato per nome i suoi rivali, ma ha fatto un esplicito riferimento a Bernie Sanders quando ha detto: “La gente parla di rivoluzione. Bene, noi abbiamo iniziato un movimento”.
A un primo esame del voto, Biden conferma l’appoggio dell’elettorato afro-americano – l’ex vice presidente vince in tutto il Sud – e di quello dei democratici più anziani, ma si mostra forte anche nelle aree dei sobboghi urbani della Virginia e nelle zone rurali. Interessante la sua penetrazione nell’elettorato ispanico, che fino a qualche giorno fa sembrava esclusivo terreno di conquista per Bernie Sanders. Proprio l’elettorato ispanico ha dato a Biden un altro premio inaspettato di questo Super Tuesday: il Texas. Nel Lone Star State, l’ex vice presidente potrebbe aver beneficiato dell’appoggio all’ultimo momento di una figura particolarmente popolare come Beto O’Rourke. Si tratta comunque di un segnale importante che dà ulteriore forza a Biden, al momento il candidato più capace di rappresentare le anime diverse dell’elettorato democratico.
SANDERS, CALIFORNIA E DELUSIONE – Per avere i risultati definitivi della California – con la distribuzione dei delegati – bisognerà attendere alcuni giorni. Ma il fatto che alla chiusura delle urne sia stata subito assegnata da Associated Press a Bernie Sanders indica che la vittoria del senatore dovrebbe essere molto larga. Alla California, il senatore progressista aggiunge il Colorado, lo Utah e il suo Vermont. Parlando proprio dal suo Stato, il senatore ha promesso di sconfiggere “l’establishment politico” e rilanciato le parole d’ordine di rivoluzione e cambiamento.
Nonostante la probabile messe di delegati in California, Sanders non esce comunque da questo Super Tuesday con il trionfo sperato. Era dato come il grande favorito, il voto avrebbe dovuto testimoniare la profondità e la larghezza del suo appello agli elettori democratici. Non è andata così. Sanders perde uno Stato progressista come il Massachusetts, che confina col suo Vermont e che fino alla mattina del voto era dato per suo sicuro bottino elettorale. Perde un altro Stato che appariva certo, il Minnesota. Non riesce a essere davvero competitivo nel Sud. Ancora una volta, il senatore non supera lo zoccolo duro del suo sostegno: giovani, progressisti, ispanici.
La delusione per il risultato è evidente nei commenti di alcuni suoi sostenitori. Ilhan Omar, la deputata progressista del Minnesota, ha criticato in un tweet Elizabeth Warren che restando in corsa avrebbe indebolito le chance dei progressisti. E un’altra sostenitrice di Sanders, l’ex candidata alla presidenza Marianne Williamson, in un tweet poi cancellato ha parlato di un “coup” dei democratici per far cadere il senatore. Non si capisce quale sia il “colpo” in questione. Si capisce la delusione dei sandersiani.
IL TONFO DI BLOOMBERG E WARREN – Ogni valutazione definitiva dovrà essere fatta soltanto all’arrivo dei risultati finali e quindi con la distribuzione dei delegati. Non pare però essere stata una buona serata per Michael Bloomberg, che vince solo il territorio delle Samoa americane e colleziona una serie di terzi posti in California, Texas, Arkansas e Colorado. Poco, troppo poco per il candidato che ha speso oltre mezzo miliardo della sua fortuna personale per trionfare nel Super Tuesday e che ora si ritrova senza il trionfo e senza una vera ragione per continuare la corsa.
La premessa della candidatura di Bloomberg era la debolezza di Biden e la necessità di raccogliere il fronte moderato. Biden non è così debole, i moderati si sono raccolti attorno a lui e la sfida dell’ex sindaco di New York appare ormai priva di senso. Dalla Florida, dove Bloomberg si trova a fare campagna, fanno sapere che nelle prossime ore valuteranno il da farsi. Probabile che l’unica cosa da fare sia ritirarsi.
Altra candidata vicina al ritiro dovrebbe essere Elizabeth Warren. A Denver, dove ha atteso i risultati, Warren ha chiesto agli elettori di “votare ciò che li rende orgogliosi, senza considerare il criterio dell’eleggibilità”. Il problema, per lei, è che non l’hanno votata in massa nemmeno nel suo Stato, il Massachusetts. E Warren riesce a superare la soglia del 15%, necessaria per ottenere delegati, solo nello Utah, in Colorado, in Maine, oltre appunto al Massachusetts. Viene meno il pilastro della sua candidatura: raccogliere un numero cospicuo di delegati, non la maggioranza, per poi essere competitiva alla convention di Milwaukee. Nelle prossime ore è attesa una decisione da parte sua. La sfida, a questo punto, sembra però ormai limitata a Joe Biden e Bernie Sanders.