Honor MagicWatch 2 è molto più di un semplice smartwatch. Nonostante il prezzo tutto sommato contenuto, il produttore cinese è riuscito infatti a integrare tutto ciò che è lecito attendersi da un wearable, affiancando alle tipiche funzioni di uno smartwatch molte di quelle che solitamente sarebbero proprie di una smartband dedicata agli sportivi.
L’ottimo lavoro svolto da Honor per forza di cose non però potuto eliminare completamente tutti i limiti. Qualcuno permane, soprattutto per quanto riguarda la mancanza di uno store proprietario e l’assenza di sistemi per il pagamento in mobilità. Anche così però il MagicWatch 2 resta un prodotto notevole, soprattutto per il prezzo aggressivo con cui è proposto sul mercato, che strizza inevitabilmente l’occhio al pubblico più giovane, tanto maschile quanto femminile.
Design ed ergonomia
Honor MagicWatch 2 è anzitutto assai comodo da indossare, nonostante le sue misure non esattamente contenute (misura infatti 10,7 mm di spessore con un peso di 41 grammi per la versione da 46 mm, che scendono a 29 grammi per quella da 42 mm). L’aggancio dei cinturini è quello classico da 22 mm, per cui è possibile sostituirli con quelli che si trovano in qualsiasi orologeria, inoltre la possibilità di scegliere tra la versione da 46 mm e quella da 42 mm permette di andare incontro alle esigenze sia del pubblico femminile che di quello maschile.
Honor ha messo particolare cura nel display, un pannello AMOLED da 1,39 pollici con risoluzione di 454 x 454 pixel, perfettamente leggibile anche all’aperto, con ampi angoli di visualizzazione e ottimo contrasto. Ottima anche la reattività al tocco, che consente di muoversi agevolmente nell’interfaccia di sistema. Da segnalare però l’assenza della modalità always-on per cui, per controllare l’orario, tocca accendere di volta in volta lo schermo, anche se per farlo basta una semplice rotazione del polso.
Software e prestazioni
Punto di forza dell’Honor MagicWatch 2 è comunque il sistema operativo proprietario. Quest’ultimo ad esempio consente di gestire anche le chiamate, grazie all’integrazione di un microfono e di uno speaker in grado di garantire un’audio chiaro e dal volume elevato. Alle notifiche si accede invece tramite uno swipe verso l’alto, ma non è possibile interagire con esse. Lo smartwatch dunque in questo caso resta un mero strumento per visionarle, con la possibilità di leggere interamente i testi. Ma quello che potrebbe apparire un limite è invece un pregio, perché per quanto possa essere grande il display di uno smartwatch, rispondere anche solo a un semplice SMS è decisamente più comodo su smartphone.
Completissima poi la componente sportiva. Il MagicWatch 2 ad esempio è in grado non solo di effettuare una misurazione singola della frequenza cardiaca, ma anche di tenerla costantemente sotto controllo, creando dei veri e propri grafici quotidiani di andamento di questo parametro, che possono poi essere comodamente visualizzati sia da smartwatch che da smartphone, attraverso l’applicazione proprietaria Huawei Health. Quest’ultima è indispensabile per poter sfruttare appieno le potenzialità dei wearable dell’azienda cinese. Ma non è tutto.
MagicWatch 2 è infatti in grado di monitorare la qualità del sonno, con il dispositivo che, indossato durante la notte, creerà un grafico che consente di visualizzare le ore di fase REM, le ore di sonno profondo, quelle di sonno leggero e il numero di volte in cui ci si è svegliati.
Tutte queste informazioni su battito cardiaco e qualità del sonno vengono poi processate da una terza funzionalità che consente di rilevare il livello di stress dell’utente. Da questo punto di vista, viene restituito un dato numerico (in una scala da 1 a 100) e, in base a questo, è possibile svolgere dei veri e propri esercizi di respirazione, guidati direttamente dallo smartwatch, al fine di rilassarsi maggiormente.
Infine il sistema operativo proprietario consente anche di monitorare un’ampia gamma di sport, dalla corsa alla bicicletta, al nuoto (lo smartwatch è impermeabile fino a 5 ATM, circa 50 metri), passando per alpinismo, vogatore ed ellittica.
Autonomia
Il cuore pulsante del MagicWatch 2 è il processore Kirin A1. Si tratta di una soluzione il 30 % più potente rispetto all’Apple H1 ma, allo stesso tempo, con un consumo d’energia inferiore del 50%. Una caratteristica che, unitamente al sistema operativo proprietario e alla batteria da ben 455 mAh, garantisce allo smartwatch un’autonomia elevatissima, decisamente sopra la media rispetto ai competitor.
Parliamo infatti di 10 giorni di utilizzo a pieno regime in una situazione di impiego reale, secondo i nostri test. Non solo per tutto questo tempo non è stato necessario ricaricarlo ma, al termine della prova, lo smartwatch aveva ancora una carica residua del 30%, che gli avrebbe consentito agevolmente di coprire altri 4 giorni. Insomma, a conti fatti, anche con un utilizzo intenso, lo smartwatch Honor consuma circa il 7% di carica al giorno, per un totale di due settimane continue di utilizzo potenziale.