Il campione dei pesi massimi Wbc ha confermato l'indiscrezione del The Sun: ancora due incontri e poi basta combattimenti. Il tutto non prima di aver incassato decine e decine di milioni di dollari e aver già organizzato l'ennesimo rientro dopo l'addio. Perché nella boxe è regola non scritta che i grandi prima o poi ritornano (sempre per guadagnare)
Nel teatro del pugilato contemporaneo ogni mossa fa parte di un copione studiato nei minimi dettagli. Per capirci qualcosa bisogna tenere ben in mente un’unica frase: follow the money, segui i soldi. Solo in quest’ottica si può interpretare l’indiscrezione pubblicata dal quotidiano britannico The Sun, secondo cui il campione del mondo dei massimi Wbc Tyson Fury disputerà solo altri due incontri prima di ritirarsi dall’attività agonistica. Lo stesso campione di Manchester, del resto, ha confermato la voce in diretta televisiva: lascerà il ring a 31 anni dopo 33 incontri. Finora, nei 31 combattimenti disputati, è imbattuto: un pareggio e 30 vittorie, l’ultima il 23 febbraio contro Deontay Wilder, quella che gli è valsa il ritorno sul tetto del mondo dopo i problemi di droga, alcool e la squalifica per cocaina. Neanche il tempo di celebrare il trionfo ed ecco l’exit strategy, che frutterà a Tyson Fury decine e decine di milioni di dollari. Gli ultimi due incontri della sua carriera avranno entrambi una borsa monstre: a luglio (forse il 18) ancora alla MGMGrand di Las Vegas per la terza sfida contro Deontay Wilder, entro la fine del 2020 il match dei match al cospetto del connazionale Anthony Joshua, vale a dire il combattimento che potrebbe valere la riunificazione delle quattro cinture dei pesi massimi.
Il condizionale è legato a quanto accadrà nel mezzo. Il 20 giugno, infatti, Anthony Joshua difenderà le sue cinture al Tottenham Hotspur Stadium di Londra contro il bulgaro Kubrat Pulev: sulla carta il pronostico è scontato, anche perché è francamente difficile immaginare che il campione britannico ripeta l’errore di sottovalutare l’avversario come era accaduto prima della figuraccia rimediata a giugno dello scorso anno contro Andy Ruiz. Se poi il 18 luglio Gipsy King dovesse battere Deontay Wilder per la terza volta (il 23 febbraio scorso non c’è stato match), allora la riunificazione tutta inglese contro Joshua diventerà realtà. I promoter già pregustano il sapore, il clamore e il rumore dei soldi: Fury-Joshua muoverebbe centinaia di milioni di dollari, diventando l’incontro di boxe più ricco della storia per distacco. E visto che il gioco dei condizionali alimenta il mercato e l’agenda del pugilato di oggi, allora non è difficile immaginare cosa potrà accadere in caso di vittoria di Fury contro Joshua e il successivo ritiro di Gipsy King da campione unico dei massimi. La costruzione teatrale del mito e poi di nuovo il sapore dei soldi. Perché è regola non scritta della boxe che i ritiri non sono mai definitivi. Quattro esempi, ma potrebbero essere molti di più: Mayweather, Pacquiao, Mike Tyson, Foreman, tutti ritirati, tutti ritornati, tutti ricoperti di milioni. Se si considera che Fury lascerebbe il ring a soli 31 anni, non è follia ipotizzare che chi ne cura gli interessi e l’immagine abbia già scritto un copione che prevede colpi di scena a ripetizione. Con il solito rumore di dollari sonanti come colonna sonora.