Musica

‘Kurt Cobain and the Grunge revolution’, le foto che ripercorrono un’epoca di ribellione

Dal 7 marzo al 14 giugno 2020, a Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, sarà allestita la mostra fotografica “Peterson-Lavine. Come as you are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution”: oltre 80 foto, tra cui alcune inedite, per ripercorrere la storia della scena grunge e del suo simbolo Kurt Cobain, paladino della controcultura americana degli anni Novanta.

X, Y, Next, Post: sono solo alcune delle etichette che i mass media statunitensi affibbiarono alla generazione di giovani nati tra gli anni 60 e 70 (di cui Kurt fa parte essendo nato nel 1967) dopo averli attentamente studiati e catalogati, per motivi esclusivamente economici. Era emerso, infatti, che la cosiddetta Generazione X si mostrava piuttosto riluttante rispetto agli andamenti previsti dall’industria dei consumi.

Se fino ad allora, a partire dagli anni Cinquanta, la globalizzazione dell’industria dello spettacolo aveva trasformato Hollywood nella principale azienda del mondo, conformando grazie alle pellicole consumi, gusti, gesti e abitudini, a un certo punto comincia a manifestarsi un’avanguardia nata dal postconsumismo: masse di giovani che si oppongono alla cultura egemone che sta generando malessere e soprattutto un ‘vuoto’ che viene riempito di beni di dubbia utilità.

In particolare, quel che preoccupa è la presa di coscienza che, in mancanza di un piacere consumistico, un senso esistenziale lo si può ottenere dall’appartenenza a una tribù.

Ed è in questo contesto che si inserisce la figura di Kurt Cobain che a capo di una tribù, suo malgrado, ci si ritrova grazie a un bel po’ di hit suonate assieme ai Nirvana. Con brani come Smells Like Teen Spirit, About A Girl, Rape Me, Come As You Are fa luce su un mondo nuovo, o meglio, osa esporre l’imbecillità dell’intima mente e così facendo scopre un’America ch’era sotto il naso di tutti. Perché sono in migliaia i giovani che vivono la sua stessa condizione. E non solo negli Stati Uniti ma nel mondo.

L’effetto è l’abolizione, anche se momentanea, della profonda solitudine in cui vive da tempo il giovane Kurt. Non è un caso se “a 26 anni dalla morte di Kurt Cobain, il mito dei Nirvana non tende a svanire e continua ad avere una forza comunicativa ed espressiva che riesce a far breccia nelle più giovani generazioni facendo palpitare il cuore a chi ha vissuto negli anni 90 la loro saga”.

La mostra è divisa in due le sezioni: da un lato le immagini di Charles Peterson, fotografo ufficiale della Sub Pop Records, sulla nascita dei Nirvana, i concerti e la scena grunge di Seattle. Dall’altro gli scatti di Michael Lavine, celebre fotografo pubblicitario, tratti da servizi posati e immagini per riviste. Un accostamento inedito che immerge il pubblico nella fascinazione di quei giorni straordinari, dove i fan erano parte integrante di una rivoluzione musicale e non solo.

Michael Lavine immortala i Nirvana in studio in quattro diversi momenti, dai mesi della loro prima formazione fino agli anni del successo mondiale, quando accanto al leader della band c’era la moglie Courtney Love: scatti che sono diventati simbolo di un’era. La sua amicizia con Cobain gli permette di creare una vera registrazione visiva del gruppo, che accompagna in studio in tutti i diversi momenti della propria parabola, fino a pochi giorni dalla scomparsa del suo leader.

L’apporto di Charles Peterson risulta invece fondamentale non solo per la storia dei Nirvana ma anche per la nascita del grunge. Utilizzando uno stile personale crea un proprio marchio di fabbrica, inconfondibile: i suoi flash, molto potenti per poter squarciare il buio dei club, al tempo stesso sono in grado di isolare i soggetti in modo classico e iconico; il suo è un Cobain ritratto in immagini intime, che pienamente mostrano come il peso del successo avesse provato l’artista.

Non mancano poi le immagini di altre band grunge che esplosero più o meno contemporaneamente, come Pearl Jam, Soundgarden, Mudhoney… l’esposizione, infatti, apre a tutta la scena musicale di Seattle di fine millennio, e immortala in modo indelebile quel periodo caratterizzato dalla crisi dell’edonismo reaganiano, la nascita di nuove periferie (e le sue controculture) e l’incipiente New Economy che proprio a Seattle genererà i suoi colossi, facendo rivivere le illusioni, speranze e quello stile che agli sgoccioli del Secondo millennio le hanno viste identificarsi in una colonna sonora e nei suoi eroi.

“Peterson-Lavine. Come as you are: Kurt Cobain and the Grunge Revolution” è in programma da sabato 7 marzo a domenica 14 giugno a Palazzo Medici Riccardi, via Cavour, 1 – Firenze. Orari: da lunedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00). Mercoledì chiuso. Biglietti: intero 10 euro, ridotto 6 euro, gratuito per i giovani fino ai 17 anni. Info tel. 055 0946163 – 055 2760552, www.oeoart.com, www.lndf.it, www.palazzomediciriccardi.it.

Photo credits: Kurt Cobain in Nirvana at the record release for Nevermind. Beehive Records. Seattle, WA 16.09.1994. © Charles Peterson / Retna Ltd