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Siria, intesa tra Erdogan e Putin per il cessate fuoco a Idlib da mezzanotte. Onu: “Un milione di civili sfollati, per il 60% minori”

L’intesa prevede la creazione di un corridoio di sicurezza ampio 12 chilometri lungo l’autostrada M4, che sarà controllato congiuntamente da pattuglie russe e turche, a partire dal 15 marzo. Ci sarà poi una zona cuscinetto ampia sei chilometri per separare i militari turchi da quelli siriani. Nel frattempo oggi ci sono state dozzine di attacchi aerei russi contro città e villaggi di Jabal al-Zawiya

I presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, hanno annunciato di aver trovato un accordo per il cessate il fuoco nel nordovest della Siria, nella regione di Idlib, che entrerà in vigore da mezzanotte. L’intesa prevede la creazione di un corridoio di sicurezza ampio 12 chilometri lungo l’autostrada M4, che sarà controllato congiuntamente da pattuglie russe e turche, a partire dal 15 marzo. Ci sarà poi una zona cuscinetto ampia sei chilometri per separare i militari turchi da quelli siriani. L’incontro al Cremlino fra Putin ed Erdogan è durato sei ore. Mosca e Ankara hanno reiterato che non vi è una soluzione militare alla crisi in Siria e che la sovranità e integrità territoriale del Paese “va rispettata”.

“Entrambi crediamo che si debba mantenere l’integrità territoriale della Siria e che si debbano combattere i terroristi: spero che questi accordi contribuiscano a costruire una base per fermare l’escalation in Siria e fermare la crisi umanitaria”, ha detto il presidente russo. Secondo Erdogan “le forze del regime siriano hanno violato gli accordi, e gli abitanti di Idlib sono scappati. Assad vuole spazzare via i civili in quella regione e noi non staremo a guardare”.

Nel frattempo oggi ci sono state dozzine di attacchi aerei russi contro città e villaggi di Jabal al-Zawiya, nella provincia di Idlib, mentre le forze siriane di Assad hanno lanciato una nuova offensiva via terra su Al-Fatira e Fleifel, dove si sono verificati violenti scontri con fazioni dell’opposizione e jihadisti. Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani sono state registrate vittime da entrambe le parti.

L’Onu ha fatto sapere che è salito a un milione di sfollati il numero di civili siriani, per lo più donne e bambini, costretti alla fuga nel nord-ovest della Siria. L’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento umanitario (Ocha) afferma che rispetto al precedente conteggio di fine marzo, il numero di sfollati dal 1 dicembre a oggi è salito a un milione di persone. Di questi, l’80% sono donne e bambini. I minori sono il 60% per cento. Si tratta di persone ammassate in una zona stretta tra la linea dell’avanzata governativa a Idlib e Aleppo e la frontiera turca. La Turchia ha da anni sigillato il proprio confine e non fa passare profughi siriani nel proprio paese, dove dal 2011 sono giunti più di tre milioni di civili siriani. In tutta l’area di Idlib e Aleppo sotto controllo turco vivono 4 milioni di persone. Di queste quasi tre milioni (2 milioni e ottocentomila) hanno bisogno di urgente assistenza umanitaria.