Dopo un accordo, almeno sul recupero dell’ultimo turno di Serie A, il caos nel calcio italiano causato dall’epidemia di coronavirus si è spostato ai vertici di governo, Lega Calcio ed emittenti tv. In serata, il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha inviato una lettera al presidente della Figc, Gabriele Gravina, e per conoscenza al Presidente della Lega Calcio Serie A, Paolo Dal Pino, chiedendo di esaminare eventuali condizioni per la trasmissione in chiaro delle partite almeno della prossima giornata che, tra le altre, comprende anche il match Scudetto Juventus-Inter: “Questo in considerazione dei forti disagi cui è chiamata la popolazione in questo momento difficile e in ottica di salvaguardia della salute“, ha spiegato il ministro. Se dalla Figc è arrivato l’ok, la Lega Calcio si è opposta, riporta Repubblica, dichiarando questa possibilità contraria “al quadro normativo vigente e agli obblighi contrattuali già assunti”. Sky si era però detta disponibile, così come Rai e Mediaset. Ma il 25 febbraio dal Biscione avevano avvertito: “Attenzione alle scelte discriminatorie”.

Nella sua missiva, Spadafora ha spiegato che “nell’attuale fase di emergenza sanitaria – dalla quale il Paese uscirà, ne sono certo, più forte e unito di prima – lo sport, come molti altri settori della vita sociale e culturale, sta subendo inevitabili conseguenze. Il mondo del calcio, per la passione che suscita e la grande rilevanza che lo contraddistingue, anche in proiezione estera, è certamente tra i settori più esposti. Superata la fase di primo confronto sulle soluzioni volte a fronteggiare al meglio l’emergenza ed essendosi chiarito, al netto di comprensibili diverse sensibilità, il quadro delle misure vigenti nelle prossime settimane, ritengo opportuno sottolineare la vocazione più autentica dello sport, e quindi del calcio, e cioè quella di unire e consentire a tutti di godere uno spettacolo emozionante, senza ansie, né paure. È con questo spirito che Le chiedo, in questa delicata contingenza, di verificare se favorevoli condizioni, rispettose della normativa vigente e degli accordi in essere, possano eventualmente consentire la libera fruizione televisiva di imminenti competizioni calcistiche di cui si prevede la disputa a porte chiuse“.

Ottenuto l’ok di Gravina, l’ultima parola spettava alla Lega Serie A che, però, ha fatto sapere che, “pur comprendendo e condividendo le finalità alla base della richiesta del ministro Spadafora, volta, in un momento di massima emergenza per il Paese, a valutare la possibilità di consentire la libera fruizione televisiva del campionato di Serie A Tim, la Lega Serie A rileva che il quadro normativo vigente, e gli obblighi contrattuali già assunti, non consentono di potervi aderire”.

La Rai aveva già dato la propria disponibilità a ospitare le partite di calcio in tv, forte della sua funzione di servizio pubblico: “Noi raggiungiamo il 99,87 per cento della popolazione”, ha scritto Pier Francesco Forleo, direttore diritti sportivi, alla Lega di A. Sky già da tempo aveva proposto di trasmettere il match più importante del prossimo weekend, Juve-Inter, sul proprio canale in chiaro Tv8, ma dopo la richiesta del ministro ha ulteriormente allargato le maglie, “vista l’eccezionalità del momento”, alle altre partite. Medesima disponibilità è stata offerta da Mediaset che vorrebbe trasmettere lo scontro al vertice dell’Allianz Stadium su Canale 5. Ma nel caso in cui la Rai dovesse ottenere parte delle partite, a minacciare la Lega di A c’è una lettera inviata dall’amministratore delegato di Rti, Marco Giordani, che il 25 febbraio invitò i vertici della massima serie a “non compiere scelte che possano rivelarsi discriminatorie o provocare danno alla scrivente”.

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