Un gruppo di attivisti dei centri sociali del Nord-Est e della campagna #LesvosCalling, nella mattina del 6 marzo, hanno occupato la sede della commissione Ue nel Palazzo delle Stelline a Milano. L’azione è durata qualche ora. “Protestiamo”, hanno scritto su Twitter, “per denunciare i crimini contro i migranti al confine turco-greco, perpetrati dalla polizia greca con la complicità e il bene placito dell’Ue”.

Negli ultimi giorni infatti, la situazione alla frontiera tra Grecia e Turchia è precipitata: Erdogan ha annunciato che non fermerà più i profughi in fuga dalla Siria e ha rilanciato il suo ricatto a Bruxelles. Il governo greco ha risposto chiudendo i confini e schierando le forze dell’ordine. Nei video diffusi dai turchi si vede la polizia greca sparare proiettili di gomma contro i gommoni. Un comportamento sul quale è stato interrogato nelle scorse ore il portavoce Ue Eric Mamer: “Se è illegale? Dipende”, ha risposto provocando numerose polemiche.

Come si legge su Globalproject.info, che per primo ha dato notizie della protesta a Milano, l’occupazione è stata organizzata per “denunciare la situazione che si sta perpetrando in questi giorni” e “che vede l’Ue complice di crimini contro i diritti umani e la vita delle persone, con i sinceri complimenti per l’ottimo lavoro svolto finora nel tenere chiuso quel confine. Attivisti e attiviste denunciano la complicità di Ue con i metodi violenti e inumani di chiusura dei confini”.

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