C’è tanta confusione. Si è capito molto poco del decreto, ma al posto di pazientare ancora un po’ per avere lumi, ci sono i soliti che non vedono l’ora di poter tornare alla loro vita normale, fatta di aperitivi, palestra, vacanze, shopping. Gente che per esempio, durante la quarantena, ha organizzato a casa cene tra amici. Tante persone non sono uscite dalla zona rossa solo perché hanno messo i militari a bloccare le strade. Lo dimostra il delirio del primo sabato di quarantena, con la gente che correva a fare la spesa nei centri commerciali fuori dalla zona rossa.

Capisco che ci siano anche famiglie separate dal confine della zona rossa. E che ci sia anche chi è preoccupato per il proprio lavoro. Pazienza, cazzo, ci vuole ancora un po’ di pazienza. Per fortuna ci sono tante persone assennate, la maggioranza. Purtroppo però, per la stupidità di pochi, i problemi tarderanno a risolversi.

Non capisco poi perché i bar e i ristoranti potranno restare aperti fino alle 18.00. Magari i ristoranti no, ma tanti bar fanno il pienone proprio alla mattina, con le colazioni. A parte che non so in quanti avranno voglia di andare al bar o al ristorante con il coronavirus ancora in giro. Le sirene delle ambulanze, qui, si sentono ancora tutte le sere.

I frati del Convento dei Cappuccini sono stati colpiti tutti da febbre alta. Sono in via di guarigione tranne Padre Mariano, ricoverato in ospedale: lui ha battezzato, cresimato, sposato e fatto la comunione a intere generazioni di questa parrocchia. Credo che ognuno, in paese, conosca almeno una persona che è stata ricoverata o è positiva al virus. Non è una leggenda metropolitana. E non colpisce solo ed esclusivamente gli anziani con patologie. Tutto sommato abbiamo i supermercati riforniti, le farmacie idem, la distribuzione gratuita delle mascherine. I campi per passeggiare all’aria aperta senza trovarsi troppo vicini ad altre persone.

Non siamo prigionieri. “Prigionieri” del virus sono i medici e gli infermieri che lavorano incessantemente negli ospedali, gli ammalati attaccati a un respiratore. Speravamo che oggi avremo avuto rassicurazioni e un decreto che non vanificasse gli sforzi fatti dagli abitanti della zona rossa. E invece, ripeto, c’è ancora tanta confusione. Anche i sindaci dei nostri paesini non hanno capito granché e si sono riuniti per chiedere chiarimenti al governo.

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