“Pugno duro contro gli atteggiamenti intollerabili”. Parla così il ministro della Salute, Roberto Speranza, ai microfoni di Mezz’ora in+, su Rai3. Nel mirino del membro del Governo sono finite “per esempio persone che risultano positive che se ne vanno in giro. Io sono perché le istituzioni abbiamo un pugno molto duro. Il virus non è uno scherzo, abbiamo bisogno di comportamenti corretti dappertutto”, ha aggiunto ricordando che l’obiettivo del governo è quello di contenere il più possibile il diffondersi dell’epidemia anche per “evitare il dilemma delle terapie intensive”, in riferimento all’ipotesi delle priorità d’accesso che privilegerebbero chi ha più probabilità di sopravvivenza.
Nessuna iniziativa personale al di fuori delle disposizioni delle autorità, quindi, sarà accettata: “Non ci sono supereroi se non i nostri medici, infermieri e operatori che ogni giorno lavorano nei luoghi di trincea di questa battaglia incredibile”, ha continuato il ministro appellandosi al buonsenso dei cittadini. “Voglio continuare a credere che questo sia un grande Paese, che si ritrova di fronte ad una situazione di effettiva difficoltà e di serietà. Inedita rispetto al passato. È un fatto completamente nuovo, non è mai accaduto prima, a livello globale. Ci troviamo ad affrontare una crisi che, sinceramente, è senza precedenti. Penso che il Paese abbia la forza e l’energia per andare avanti”.
Per fare ciò, c’è bisogno di un “patto vero con le persone. I comportamenti virtuosi di ciascuno sono decisivi. I decreti non bastano. Tutto quello che stiamo facendo è sicuramente utile e importante. Ma senza una scelta di natura individuale, senza comportamenti corretti da parte di ciascuno, la battaglia diventerà sempre più complicata da giocare”, ha continuato il ministro. È necessario, ad esempio, “limitare la mobilità solo ai casi esplicitati nel decreto, questioni essenziali. E ahimè in queste settimane ho avuto la sensazione che in una parte almeno del nostro Paese c’è stata una sottovalutazione” della situazione.
Speranza ha poi spiegato che “la blindatura delle prime zone rosse è sostanzialmente superata. Anche perché la situazione epidemiologica è cambiata. Queste decisioni che stiamo assumendo sono ispirate dai nostri scienziati – ha ricordato – Il messaggio di fondo che diamo all’opinione pubblica è molto netto”.