È della Juve il derby d’Italia nello Stadium vuoto, con i bianconeri che battono per 2 a 0 l’Inter e tornano primi in classifica. Ma è davvero difficile, a prescindere dalla retorica del clima surreale, da tirar fuori ad ogni gara a porte chiuse, raccontare una sfida scudetto, la più classica delle sfide scudetto, a partire dal sottofondo sonoro delle partite di calcetto di periferia. Tra le urla isolate, le voci riconoscibili, i “mia”, “tienila”, “uomo” che si distinguono e un serpeggiante clima da “ultima prima del disastro imminente” che fa venir meno, o in ogni caso smorza sensibilmente, pure le polemiche, altro grande classico del derby d’Italia. E sì, se non l’ultima, Juve-Inter con tutta probabilità è stata la penultima di questa Serie A: c’è Sassuolo-Brescia domani e poi chissà, ma che si giochi ancora, porte chiuse o meno, pare difficilissimo.
La partita dunque: per quasi un’ora l’Inter si fa preferire, mettendo spesso in difficoltà la Juve che però, al solito, chiude bene. Tra i bianconeri pare che il Lione abbia segnato la tappa definitiva del processo di rigetto del “sarrismo” come l’abbiamo conosciuto a Empoli, Napoli e Londra, tant’è che lo stesso Sarri già in formazione sembra rinunciare al palleggio, togliendo Pjanic e inserendo Bentancur e Matuidi, con Ramsey. Nessuno dei tre “palleggia”. E infatti la Juve per tutto il primo tempo e per i primi dieci minuti del secondo fa pochissimo possesso: si difende e prova a ripartire.
L’Inter non sfonda, gioca bene con Candreva e il centrocampo muscolare allestito da Conte, ma Lukaku e gli altri sbattono sul muro costruito da Bonucci e De Ligt. Neppure con la soluzione da fuori, che i nerazzurri provano spesso, riescono a trovare il gol, pur mantenendo il pallino del gioco e a tratti chiudendo i bianconeri in area.
Poi la partita cambia: l’Inter perde una brutta palla, la Juve ci costruisce su un’azione un po’ confusa e Ramsey in mischia la butta dentro. E da qui una brutta Juve cambia radicalmente: ricompare il palleggio fin lì inesistente e arriva il raddoppio con una meravigliosa azione. Dybala aggancia d’esterno un lancio lungo, mandando fuori il marcatore Young, poi duetta con Ramsey e entrando in area dribbla il difensore e la manda all’angolo con un tocco d’esterno. Una delizia, per avere più rimpianti in caso di lunga pausa e allo stesso tempo per congedarsi dal calcio con dolcezza qualora l’eventualità dello stop si verifichi come sembra.
Per l’Inter è una mazzata: la squadra perde fiducia e cala, non creando più pericoli alla Juve. Ma la mazzata vera arriva dalla classifica: i nerazzurri, pur con una partita in meno, vanno a nove punti dalla Juve, otto dalla Lazio. La sensazione è che siano fuori dalla lotta scudetto. Per i bianconeri è invece una vittoria importante: i nerazzurri sono a distanza e la Lazio, pur sorprendente e bella da vedere, alla lunga distanza ha qualcosa in meno in termini di organico. E dunque, la corsa scudetto ad oggi è tra Juve e Lazio, al netto di ciò che accadrà domani.