La prima vera buona notizia da diversi giorni l’assessore regionale al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, la dà in una nota che arriva alla fine della conferenza stampa quotidiana sull’emergenza sanitaria provocata da Sars Cov2. Il paziente 1 “è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. È stato cioè stubato in quanto ha iniziato a respirare autonomamente”. Il 38enne manager di Codogno è ricoverato al Policlinico San Matteo Pavia, mentre sua moglie, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata al Sacco.
L’uomo, atleta e runner, si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno (Lodi) il 16 febbraio senza però avere i sintomi che avrebbero potuto portare a identificarlo come caso ‘sospetto’. Poi era ritornato il 18 ma dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, decise di tornare a casa. Poche ore dopo la situazione precipitò al punto da richiedere, la mattina del 20 febbraio, l’intervento del rianimatore e un reparto di terapia intensiva. Dopo che la moglie informò i medici che il marito a fine gennaio era stato a cena con alcuni amici tra cui uno appena rientrato dalla Cina si era proceduto con il tampone e la scoperta del primo caso in Lombardia e in seguito degli altri casi positivi.
Il 22 febbraio il 38enne è stato trasferito dall’ospedale di Codogno (Lodi) al Policlinico San Matteo dove continua a seguirlo un team di medici e infermieri del San Matteo, uno dei centri di riferimento regionali per questa emergenza. Tra i primi contagiati ci sono persone direttamente a contatto con il 38enne poi via via le persone incrociate al pronto soccorso (subito chiuso alla scoperta del virus). Del paziente 1 sono poi stati ricostruiti gli spostamenti. Sportivo e dalla vita molto attiva, nei giorni prima di sentirsi male aveva giocato a calcio e corso gare podistiche e alcuni risultati positivi.