“Coronavirus? Chi si sposta dalle zone arancioni al Sud senza un valido motivo e incappa in un controllo può incorrere in due reati penali: l’art. 650 del codice penale (inosservanza provvedimenti delle Autorità, ndr) con una condanna fino a 3 mesi. Se gli viene riconosciuto l’attentato a salute pubblica, la condanna sale a 3 anni”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, dal viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, che annuncia anche l’utilizzo dell’Esercito per i controlli, in casi di necessità.
Il politico dem spiega: “C’è grande rigore, perché le parole nel decreto sono pietre. Il pugno duro c’è. E ci saranno anche controlli molto forti, come si evince dall’ordinanza del ministero dell’Interno: le pene per chi contravviene alle regole sono assolutamente molto severe. Si tratta, quindi, indubbiamente di divieti, però non si impedisce a chi si sposta per lavoro in maniera comprovata o per casi eccezionali di poterlo fare, perché altrimenti tutto il sistema di trasporto di merci del Paese, che rifornisce le aziende ma anche il negozio sotto casa, sarebbe completamente bloccato. Secondo me, questo è un punto di equilibrio molto avanzato e corretto. Del resto, non dimentichiamo che in questo Paese ci sono anche presidenti di Regione che non accettano di stare nelle zone rosse“.
Il viceministro risponde alle domande dei giornalisti Maria Latella e Simone Spetia, che gli chiedono lumi su esempi pratici, dal romano fidanzato a distanza con una milanese al residente campano che vorrebbe partire per trovare la madre anziana domiciliata a Milano. In entrambi i casi, come precisa Mauri, non deve esserci alcuna trasferta, a meno che non ci siano motivazioni valide, come una grave malattia.
Mauri aggiunge: “Dalla fuga dal Nord ai locali affollati a Milano, siamo di fronte a una schizofrenia dei comportamenti. E’ necessario invece tenere il giusto punto, e cioè non c’è bisogno di scappare, né di adottare comportamenti che sono che mettono a rischio se stessi, ma soprattutto gli altri e in particolare gli anziani. Qui il punto è uno solo: lo Stato non è fatto solo dalle istituzioni – continua – ma anche dai cittadini. Servono, quindi, una collaborazione completa e senso di responsabilità. Bisogna chiedere tanto alle istituzioni, e su questo sono d’accordo. Però ognuno ci deve mettere del suo, perché altrimenti non si va da nessuna parte. In questo senso, gli appelli degli artisti a restare a casa sono stati molto importanti e molto intelligenti. Quindi, se non avete validi motivi, restate a casa. Bisogna disincentivare le partenze e mettere al sicuro quelle regioni che non hanno le strutture sanitarie dimensionate per fronteggiare questa emergenza”.