Calcio

Juventus-Inter, la Joya Dybala illumina il deserto dello Stadium… e della serie A

Fu l’anno del lancio dello Sputnik sovietico nello spazio, in Italia era appena nato “Carosello”, in Messico nasceva uno dei più grandi narcotrafficanti della storia, Joaquin Guzman, meglio noto come “El chapo”.

Ma in pochi sanno che quell’anno, era il 1957, il mondo venne colpito da una pandemia che uccise più di un milione di persone, dopo averne contagiate quasi un miliardo in tutto il mondo: l’Asiatica!

Secondo i media dei giorni nostri, il Covid-19 (noto ai più ormai come Coronavirus) per ora è stato diagnosticato piu o meno a 100 mila persone, uccidendone circa 3.400. L’Asiatica del ‘57 fu quasi trecento volte più letale degli attuali dati sul Coronavirus! Eppure di notizie all’epoca se ne diedero davvero poche e oggi quasi nessuno sembra ricordarla.

Spulciando sul web, alcuni giornali in quel periodo la chiamarono “la nuova spagnola”, dal nome della pandemia che aveva colpito il mondo qualche anno prima (che poi si scoprì non fosse nata in Spagna, ma quella è un’altra storia).

Ma non conquistò quasi mai le prime pagine, se non un piccolo spazio sul New York Times.

L’unica volta che quell’anno il Corriere dedicò un titolo grande in prima pagina ad un virus, fu quando il Milan campione d’Italia di Schiaffino dovette andare “in quarantena” e rinviare diverse partite. Ma quella era una sorta di “epatite” presa da parte della squadra nella vasca da bagno di uno spogliatoio. Pensate un po’…

Non la terribile Asiatica, che in quel contesto storico avrebbe meritato maggior considerazione invece che qualche semplice trafiletto nei quotidiani di tutto il mondo.

Quando troppo, quando niente.

Erano altri tempi certo, ma la domanda sorge comunque spontanea: davvero per noi esseri umani è così difficile dare il giusto peso alle cose, senza per forza screditare il problema o al contrario creare eccessivi allarmismi?

Parlarne il giusto e parlarne bene. Prevenire, non ridursi poi a curare.

Prenderla in maniera seria, ma con responsabile equilibrio. Come ci consigliano gli esperti, non fregandosene, evitando il più possibile in questi giorni di andare per locali, centri commerciali, discoteche ecc. ecc.

Sì, equilibrio, questa sconosciuta. Eppure basterebbe davvero poco…

Nel frattempo la serie A ha visto concludersi la sua strana ventiseiesima giornata, nel vuoto degli stadi italiani delle cinque gare rinviate la scorsa settimana.

È stata la serata di Juventus-Inter, a “porte chiuse”, come era inevitabile dopo le reiterate polemiche della settimana passata.

E nel deserto dello Juventus Stadium a brillare è stata quella fantastica “Joya” argentina di Paulo Dybala, capace di illuminare e “chiudere” il derby d’Italia con una perla meravigliosa. E che bellezza il suo gol!

Stop delizioso a trequarti campo ad eludere la marcatura di Ashley Young, uno due con Ramsey, ingresso in area, finta di corpo (ancora al frastornato laterale inglese) e favoloso esterno sinistro all’angolino a spiazzare un sorpreso Samir Handanovic, che non può assolutamente nulla.

Solo la giocata varrebbe il prezzo del biglietto: peccato che non ci fosse nessuno allo stadio per poter ammirare dal vivo la grande giocata dell’argentino. Fortuna le telecamere delle televisioni presenti: un gol così è da far vedere e rivedere ai bambini delle scuole calcio.

2-0 il finale (il gol che ha sbloccato il match lo ha realizzato il gallese ex Arsenal Aaron Ramsey, al suo terzo centro in campionato): e se la Juventus con l’importante vittoria scavalca la Lazio e riprende la vetta solitaria della classifica, l’Inter di Antonio Conte (scivolata a -9, ma con una gara in meno) rischia seriamente di abbandonare i sogni scudetto.

Nel pomeriggio invece servono due “vecchietti” classe ’83 per tenere in vita le speranze salvezza di Genoa e Sampdoria.

Se a San Siro oltre al gol di Goran Pandev (settimo centro stagionale) serve una rete del classe 1997 Francesco Cassata al Genoa per battere il Milan (una sola vittoria nelle ultime cinque giornate per il diavolo, nonostante Ibrahimovic), al Ferraris Fabio Quagliarella fa tutto da solo per superare l’Hellas Verona: doppietta per il bomber di Castellammare di Stabia, al suo 162º centro in serie A (18ª posizione nella classifica All-time, a -1 da Roberto Boninsegna).

Per il trentasettenne capitano blucerchiato è la marcatura multipla numero 27 in Serie A (3 triplette, 24 doppiette), ben 12 di queste sono arrivate nelle ultime tre stagioni (cioè dal 2017-18): a dimostrazione che a volte l’età è soltanto un numero.

In fondo alla classifica respira anche la Spal, corsara a Parma con un gol del solito Andrea Petagna (autore del 55% dei gol realizzati dalla Spal in questo campionato, 11 su 20) ma staccata di sette punti dal terz’ultimo posto. Pari a reti bianche invece tra Udinese e Fiorentina nel match delle 18:30.

Il ventiseiesimo turno è quindi completato, anche se il futuro prossimo della nostra tanto amata serie A è completamente avvolto nel mistero.

Seguiranno sicuramente aggiornamenti da governo e Lega, in attesa di tempi migliori