“Ho iniziato a bere tra i 13 e i14 anni, quando sono andato al Botafogo di Ribeirao Preto. Mi hanno detto che la birra era buona e ho cominciato a berla. Tutto è iniziato con il primo drink e non mi sono più fermato fino ai 30 anni. Insomma, per quasi vent’anni posso dire di avere ecceduto”. A rivelarlo è Cicinho, calciatore ex terzino della Roma, che in un’intervista a un quotidiano brasiliano racconta la sua vita di eccessi, da cui è uscito grazie all’aiuto della moglie.
Beveva birra sopratutto, perché molto economica: “Ne bevevo circa dieci al giorno perché non aveva soldi, ma poi, quando il calcio mi ha dato il benessere, ho iniziato a bere di tutto. Ho anche fumato per undici anni, dal 1999 al 2010. Fumavo solo quando bevevo, ma poiché bevevo sempre. Iniziai a perdere il piacere di giocare – ha ammesso -. Sono sempre stato un innamorato del pallone, ma quando Dio fa un regalo e non sappiamo come gestirlo, è perché c’è qualcosa che non va. Non avevo più piacere ad entrare in campo, allenarmi e concentrarmi. Mi accadde a a trent’anni, quando ero sotto contratto con i giallorossi”.
La sua carriera nel mondo del calcio è finita nel 2018 anche a causa di alcuni gravi infortuni alle ginocchia ma ora ha spiegato di voler riprendere in mano la sua vita. Il suo percorso di riabilitazione è iniziato quando ha conosicuto la futura moglie Marry De Andrade, sposata poi con doppio rito, civile e religioso. Da allora ha smesso di bere e ha abbandonato ogni eccesso e, appese al chiodo le scarpette da calcio, organizza incontri per parlare ai giovani della sua vita e cercare di aiutarli a stare lontani da tentazioni ed omissioni.