L'appello è arrivato direttamente dal vice capo della Protezione civile Agostino Miozzo dopo le immagini di code ai centri commerciali per fare la spesa. L'assessore lombardo Gallera: "I negozi di beni di prima necessità, come supermercati e farmacie resteranno aperti anche in caso di chiusura di tutto il resto delle attività produttive"
“Non bisogna assaltare i supermercati, la catena alimentare e di distribuzione non sarà mai interrotta e i supermercati saranno sempre riforniti”. Di fronte alle decine di immagini di cittadini in coda davanti ai centri commerciali di tutta Italia per fare la spesa, è intervenuto il vice capo della Protezione civile Agostino Miozzo per lanciare un appello. Il messaggio è molto chiaro: non c’è alcun bisogno di rifornirsi perché, quello dell’approvvigionamento, è un servizio che non sarà messo in discussione. “I negozi di generi alimentari avranno tutto il necessario per la quotidianità”, ha concluso, “ci sarà tutto quello che serve e saranno sempre a disposizione”. Su questo fronte si è anche espresso l’assessore regionale della Lombardia Giulio Gallera che proprio oggi ha chiesto la chiusura dei negozi per limitare il contagio da coronavirus: “I negozi di beni di prima necessità, come supermercati e farmacie”, ha specificato, “rimarranno sempre aperti, anche in caso di chiusura di tutto il resto delle attività produttive”, quindi “non c’è nessuna necessità” di mettersi in coda.
Rassicurazioni che arrivano anche dal fronte dei produttori. “Con l’aumento record del 6,8 per cento della produzione di alimenti e bevande a gennaio”, ha dichiarato la Coldiretti in una nota, “ci sono tutte le condizioni per garantire gli approvvigionamenti di mercati, negozi e supermercati dove vanno evitati inutili e pericolosi affollamenti”. Il riferimento è ai dati Istat sulla produzione industriale a gennaio 2020 rispetto allo scorso anno. “L’approvvigionamento alimentare”, sottolinea ancora la Coldiretti, “è garantito grazie al lavoro di 740mila aziende agricole, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati”. Inoltre, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto a “supermercati, ipermercati e discount” di sostenere “il consumo di prodotti alimentari made in Italy con la scelta di fornitori in grado di garantire la provenienza nazionale di alimenti e bevande”. È “un appello al senso di responsabilità per fermare le speculazioni in atto sulla domanda di prodotti agricoli e alimentari, dopo la paralisi del turismo, i ristoranti vuoti, la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà per l’export”.
Una posizione condivisa da Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare: “L’industria alimentare è perfettamente in grado di fronteggiare l’emergenza coronavirus e non si intravede nel futuro alcun problema di scorte”, ha dichiarato. “La produzione è attiva così come sono attive le consegne. Come la settimana scorsa l’industria alimentare ha fronteggiato l’emergenza nella zona rossa della Lombardia, così le nostre aziende sono pronte a farlo nel resto d’Italia; imprenditori e maestranze stanno lavorando insieme e senza sosta per garantire la produzione alimentare che non è assolutamente a rischio come non è a rischio la fornitura della materia prima, anche dagli altri Paesi europei”. Anche Vacondio ha quindi lanciato un appello agli italiani perché mantengano la calma: “L’industria alimentare sta lavorando e non si ferma ma è necessario rispettare le regole”.
Parole rassicuranti sono arrivate anche da Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: “L’attività di produzione di generi alimentari, farmaci e tutti gli altri prodotti continua efficacemente, così come la libera circolazione e distribuzione delle merci. Secondo Scordamaglia, “serve un messaggio di grande serenità su tale aspetto”.