La difesa del premier aveva motivato la mossa con il fatto che non avesse ancora potuto consultare le prove a carico e che questo avrebbe richiesto più tempo
Il Tribunale di Gerusalemme ha respinto la richiesta di Benyamin Netanyahu di spostare di 45 giorni il processo a suo carico il cui inizio è previsto il 17 marzo prossimo. La difesa del premier aveva motivato la mossa con il fatto che non avesse ancora potuto consultare le prove a carico e che questo avrebbe richiesto più tempo.
Il processo comincerà così come previsto: il premier è accusato di corruzione, frode e abuso di potere. Netanyahu, subito dopo l’incriminazione formale decisa dal Procuratore capo Avichai Mandelblit, aveva definito la mossa “un golpe” della magistratura nei confronti della quale il popolo “aveva perso la fiducia”. La data del processo è anche quella entro cui il presidente Reuven Rivlin deve affidare l’incarico per formare il nuovo governo.
Rivlin aveva annunciato che le consultazioni con i partiti eletti alla Knesset cominceranno domenica prossima 15 marzo e dureranno solo quel giorno. La presidenza, in una lettera inviata ai rappresentanti dei partiti, ha spiegato che “Israele è in una doppia crisi, di politica e di sanità. Queste circostanze impongono che le consultazioni dovranno svolgersi rapidamente” e limitando il numero dei partecipanti delle delegazioni.
In ossequio alle nuove norme dettate dall’infezione da coronavirus (39 i casi in Israele) non ci saranno conferenze stampe, ma gli incontri con i rappresentanti dei partiti saranno diffusi via web. Rivlin – ha sottolineato la presidenza – è intenzionato a creare “fiducia” per un governo che eviti quarte elezioni.